Recensione di Marianna Di Felice
Autore: Ed McBain
Traduttore: Andreina Negretti
Editore: Einaudi
Pagine: 198
Genere: Thriller
Anno di Pubblicazione: 2018
Roger Broome è arrivato nella metropoli per incrementare la modesta attività che conduce in una piccoa località vicina insieme alla madre, «l’unica donna bella dalla quale sia mai stato amato».Alla vigilia della partenza, euforico per il buon esito degli affari, si concede un giro per bar, ed è cosí che conosce Molly, aspirante segretaria bruttina ma disponibile. Dopo un giro di drink, i due si spostano nella camera di lui. Quella notte succede qualcosa di terribile, tanto che al mattino l’unico pensiero di Roger è cercare la piú vicina di stazione di polizia. Eppure, nel corso di una gelida giornata di febbraio, sullo sfondo della metropoli immaginaria che «non è New York ma non potrebbe esserlo di piú», tutto concorre a tenerlo lontano dall’87° distretto. Il misterioso furto di un frigorifero ai danni della padrona di casa, un mefistofelico vicino di stanza, e, soprattutto, l’incontro con la giovane Amelia, che lo seduce con i modi spigliati e la scura pelle di velluto. Con L’uomo deidubbi, Ed McBain rivoluziona la serie dell’87° distretto regalandoci un Norman Bates pieno di fragilità e rovelli, e per questo ancora piú pericoloso dell’originale.
Recensione
Leggendo un libro di McBain si potrebbe pensare che è un autore sbrigativo, che è impaziente di chiudere un racconto, già ristretto per definizione, o che non ha voglia di sprecare parole per intrattenere i suoi lettori più del dovuto, e invece, quando si leggono altri suoi libri, si cambia idea! Leggere dei casi dell’87° distretto è come leggere di amici che svolgono un lavoro pesante e pericoloso, amici che hanno i loro problemi quotidiani, che si arrabbiano e si sfogano; è come se gli uomini che compongono l’87° distretto fossero persone vicine al lettore. McBain crea un legame con quegli uomini e il lettore si affeziona agli stessi mano a mano che legge i loro casi.
In questo libro, però, la presenza dell’87° è marginale. Non sono loro i protagonisti e nemmeno le loro beghe familiari o i loro problemi giornalieri. Il protagonista è Roger Broome, un artigiano che da Carey va a vendere i propri manufatti nella città dove ha sede l’87° distretto. Roger è un ragazzo che lavora il legno insieme al fratello, che ha un negozietto nel suo paese e che cerca di mandare avanti la famiglia, visto che dopo la morte del padre tocca a lui, con quel lavoro. Un ragazzo che vive con la madre e il fratello e che non conosce i vizi della città. Un ragazzo che tiene molto al giudizio della madre che guida le sue azioni, ma anche un ragazzo che nasconde un brutto segreto!
McBain nell’Uomo dei dubbi si supera e, anche se non rende protagonisti i suoi soliti personaggi, non perde carisma, anzi, lo raddoppia; il lettore quasi dimentica l’87° perché la sua attenzione è rivolta tutta alla tensione creata magistralmente dal dubbio di Roger, dal suo voler parlare con dei membri della squadra e dal suo ritirarsi per tempo. Il lettore rimane “intrappolato” in un sottile gioco di suspense dal quale viene liberato solo alla fine. La curiosità fa creare domande al lettore attraverso le quali potrebbe anche capire cosa succede, ma potrà esserne sicuro solo alla fine.
Quindi buona lettura!
Ed McBain
(New York 1926 – Weston, Connecticut 2005) narratore statunitense. Ha debuttato con il nome di Evan Hunter pubblicando romanzi di denuncia sociale (Il seme della violenza, The black-board jungle, 1954), a cui è seguita una serie di romanzi polizieschi che narrano le vicende di un immaginario 87º distretto di polizia newyorkese.