Recensione di Patrizia Argenziano
Autore: Nora Venturini
Editore: Mondadori
Pagine: 288
Genere: Giallo
Anno di pubblicazione: 2018
Debora Camilli è tornata.
In realtà, la giovane tassista romana, Siena 23, non ha mai smesso di guidare e di trasportare personaggi di ogni tipo, con più o meno bagagli, in giro per la sua città. Semplicemente adesso è tornata a mettersi nei guai, o meglio, è tornata a intrufolarsi nella vita del commissariato San Lorenzo.
Un operatore ecologico trova un giovane eritreo, accoltellato, nei pressi di un centro Caritas. Debora, attratta come una calamita da morti e feriti, riesce a trovarsi sul luogo del delitto, puntuale quasi quanto un orologio svizzero. Inizia così la sua indagine personale riuscendo persino ad acquistare il ruolo ufficiale di “collaboratore” del commissariato, facendo leva, con il suo fascino e la sua tenacia, sul commissario capo Edoardo Raggio, con il quale ha un’intesa speciale, e poi sui suoi colleghi.
Le informazioni riguardanti l’eritreo e la sua famiglia arrivano con il contagocce. Sembrano personaggi spariti nel nulla o piuttosto nascosti tra i tanti immigrati che stazionano sotto i ponti, in case fatiscenti sovrappopolate o in ricoveri momentanei. Debora s’inventa persino volontaria in una mensa Caritas per cercare, tra mille volti che sembrano tutti uguali, di capire chi o cosa ha messo brutalmente fine alla vita di Abraham Ghebru.
Poi pian piano le informazioni arrivano, grazie al lavoro del commissario Raggio ma soprattutto grazie a Debora e alla passione per un lavoro che purtroppo, non è il suo ma che sente comunque tale. Due indagini parallele che portano ad un triste epilogo.
L’autrice, ancora una volta, con una scrittura fresca e accattivante, attraverso gli occhi di Debora ci mostra una Roma dai mille volti. Dai finestrini di un taxi ammiriamo le meraviglie della città eterna e l’atmosfera magica che vi si respira. Incrociamo gli sguardi astiosi e furtivi dettati dalla paura, percepiamo i brividi della solitudine, contiamo i capi chini della diffidenza, i falsi sorrisi della disperazione, le facce della rassegnazione, il tenero pianto di chi cerca aiuto ma anche il calore della solidarietà e la bellezza delle piccole cose.
È una fotografia di oggi, di una Roma che apre le braccia e accoglie ma che, contemporaneamente, assiste inerme alla quotidiana lotta per la sopravvivenza. Non importa chi sei stato o chi sei, l’importante è non sprofondare.
Debora con il suo personaggio rende tutto più tollerabile, più fattibile e più leggero. Lei, donna tanto forte quanto fragile, tanto euforica quanto depressa, determinata, testarda, furba, intuitiva, bugiarda. Lei irrimediabilmente ritardataria, sconclusionata nel quotidiano e terribilmente efficiente in quello che vorrebbe fosse il suo lavoro, ma che ha dovuto accantonare per dedicarsi al taxi, eredità paterna. Lei, generosa, amica confusionaria e con tanta voglia di tenerezza.
Un giallo dal ritmo incalzante, dalla trama ben strutturata e dal finale non scontato. C’è l’omicidio ma ci sono anche la vita di Debora, la sua famiglia, le sue illusioni, le sue paure, il tutto ben amalgamato, senza però perdere mai di vista l’obiettivo principale: trovare il colpevole.
Un giallo scoppiettante perché Siena 23 è così, un piccolo fuoco d’artificio sempre acceso, un fiume sempre in piena, un petardo pronto a scoppiare e allora, durante la lettura, il sorriso viene spontaneo. E quando l’avventura è finita, ne vorresti iniziare subito un’altra.
A cura di Patrizia Argenziano
Nora Venturini
È regista teatrale e sceneggiatrice.
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