Recensione di Loredana Cescutti
Autore: Simona Soldano
Editore: Garzanti
Genere: Narrativa gialla
Pagine: 240 p. R.
Anno di pubblicazione: 2020
Sinossi. In un vecchio faro, su un’isola sperduta e circondata dalle onde, dà voce a una storia affascinante e pungente, in cui i misteri non chiedono il permesso. Quando arrivano non si può fare altro che dare spago all’intuito, ovunque ci porti.
Professione: guardiana del faro.
Indirizzo di residenza: un’isola sperduta.
Passione: indagare.
Come la descrivono gli altri: ironica, cinica e irriverente.
Passatempo preferito: dire sempre quello che pensa.
Martina ce l’ha messa tutta per avere una vita come gli altri. È andata a feste, aperitivi, pranzi di famiglia; ha persino avuto qualche fidanzato. Salvo realizzare, anni dopo, che non ama la compagnia delle persone. A dire il vero, proprio non la sopporta; in altre parole, si è scoperta un’incorreggibile misantropa. La soluzione è andare via, lontano, trasferirsi in un luogo impossibile da raggiungere per chiunque: un faro sperduto nel Mediterraneo. Su quell’isola potrà starsene per i fatti suoi, con la sola compagnia del vento, del mare e del cielo infinito. Ma si sa, nulla va mai come ci si immagina. Il mare non è mai davvero calmo e gli imprevisti sono sempre all’orizzonte. Per Martina, l’inconveniente è rappresentato da un invito a cena da parte dell’uomo che abita l’isola prospiciente la sua. Non può certo rifiutare ed è anzi sorpresa di come il suo ospite parli di rado e faccia poche domande. L’alone di mistero che lo avvolge svanisce appena Martina è di nuovo al sicuro sul suo scoglio remoto, finché, qualche giorno dopo, le arriva la notizia che l’uomo è morto. Si è impiccato. Per tutti si tratta di suicidio. Ma c’è una vocina che non smette di farsi sentire nella testa di Martina: e se si fosse trattato di un omicidio? Che le poche frasi pronunciate durante la cena fossero un indizio per lei? Una richiesta di aiuto? Martina non può resistere alla tentazione di indagare. Così, si trasforma in una detective per caso, o forse per sbaglio. Perché solo lei può capire che cosa è successo davvero. Proprio lei a cui non interessa degli altri. E chissà se poi è proprio così… Simona Soldano è un’esordiente di talento che, con penna sottile e arguta, tratteggia una protagonista unica che dice sempre quello che pensa.
“I rapporti interpersonali sono decisamente pieni di incognite. Quando conosci qualcuno di nuovo, in effetti, non sai mai veramente di chi si tratti: potrebbe essere la persona più tenera del mondo o la più sadica, semplicemente qualcuno di mediocre, o invece dotato di qualità sorprendenti. A me è toccato…”
Recensione
Chi di noi nella sua vita, almeno una volta, non ha pensato di sparire, lasciarsi tutto alle spalle, abbandonare un legame sbagliato o dei rapporti di amicizia frivoli, vuoti che non ci danno in cambio nulla se non sofferenza, fastidio e la sensazione di un peso opprimente?
Quanti si sono ritrovati a vivere un periodo particolarmente negativo, tanto da avvertire un bisogno quasi fisico di distacco assoluto dal resto dell’umanità, per darsi il tempo di riflettere e concentrarsi solamente su di sé, senza intrusioni dall’esterno?
Eccoci qui!
Probabilmente, a noi però sarebbero bastati pochi giorni, giusto il tempo di riprendere il corso del respiro per poi ritornare alla nostra quotidianità fatta di certezze.
Ebbene, la storia di Martina sarà un po’ diversa, perché questa ragazza ancora nel fiore degli anni ha fatto una scelta di vita, perché lei è semplicemente una misantropa, o almeno questa sarà l’unica conclusione a cui potrà giungere, prima di decidere di partire per raggiungere la meta più isolata di tutte.
Un faro.
Mentre leggevo vedevo me stessa lì, nello stesso faro a guardare lo stesso mare, lo stesso orizzonte, le stesse isole e il medesimo cielo.
Immaginatevi immersi in un ambiente mutevole, che cambierà faccia di settimana in settimana seguendo il naturale ordine delle cose. Placido, accogliente e quasi rinfrescante a fine estate ma poi sempre più freddo, ostile, impetuoso e arrabbiato mano a mano che l’autunno subentrerà alla stagione uscente.
“Per me la misantropia è quasi una virtù: togliersi di torno, in questo mondo sovraffollato, potrebbe essere visto anche come un atto di generosità verso il prossimo, a rifletterci sopra.”
Nonostante tutto, quello è il luogo dove Martina ha scelto di trascorrere i prossimi cinquant’anni (ne ha 45 ora), con la precisa volontà di dedicarsi solo a se stessa, senza essere schiava del tempo, delle tabelle di marcia obbligate e senza doversi mostrare diversa da quella che è per nessun motivo al mondo. Disegnare, coltivare un orticello se riuscirà a capire come si fa e ne avrà voglia, ciondolare sul divano, navigare in rete e all’occorrenza una buona bottiglia di bollicine sempre in fresco per consolarsi e far risalire l’umore o più semplicemente per coccolarsi: questo sarà in linea di massima il suo programma per gli anni a venire.
“In realtà l’isolamento è solo un’illusione. Siamo fin troppo vicini a tutto. Ma spesso l’inganno è ben accolto. Il mare ci culla protettivo e ci seduce, depositando nel dimenticatoio il resto del mondo.”
Il destino però ci metterà lo zampino, ma sarà tutto sommato un’ingerenza gradevole e rispettosa del suo bisogno di distanziamento. Un’amicizia che riconosce i silenzi come fondamento di un buon rapporto, un legame basato sull’essenziale: una buona cena, una breve conversazione stimolante e del tempo dedicato a guardare la cosa più bella che hanno a portata d’occhio, la vastità infinita del mare e dell’orizzonte.
Un’amicizia breve che come è nata, in qualche modo è stata coltivata, ma che si è anche definitivamente e irrimediabilmente eclissata con l’ineluttabilità della morte.
Il legame però, nonostante tutto è rimasto, quel filo sottile che come una ragnatela piano piano si è consolidato fra queste due persone così diverse ed è rimasto lì, compatto e duraturo ed è per questo che questa giovane donna ha deciso di battersi contro tutti per arrivare alla verità.
Come? Ecco, su questo ci dovrà lavorare un po’.
Sono rimasta colpita dallo stile narrativo, che appare semplice e non molto elaborato ma che invece è, a mio avviso, merito di una scrittura ricercata che è stata resa abilmente fluida, coinvolgente, avvolgente e riflessiva. Un racconto narrato in prima persona da Martina stessa che ci conduce nella “sua casa”, nella “sua vita” e nella “sua testa”. Ci trasmette i suoi pensieri e le sue emozioni in una sorta di perenne introspezione che almeno per quanto mi riguarda, ha finito per catalizzare completamente la mia attenzione.
“… non pensavo che un misantropo potesse avere tanti amici.”
Non voglio svelarvi molto per non togliervi la suspense ma, sicuramente il modo in cui la “detective per caso” affronterà questa delicata indagine assieme ai suoi “assistenti” sarà originale e la cosa più bella è, che al termine di quest’avventura riuscirà anche a fare chiarezza dentro di sé, riscoprendo la vera Martina e riconoscendo e ricollocando al loro posto anche i legami più importanti della sua vita.
Un’ambientazione che ha un ruolo fondamentale e che, sarà essa stessa protagonista a tutti gli effetti di questa incredibile storia dove le isole in mezzo al mare, a seconda dei casi, potrebbero rivelarsi salvifiche e protettive o estremamente pericolose e insidiose.
“Sono lacrime, mi accorgo, inattese e mal accolte. Cerco di cacciarle via, ma continuano a scendere in silenzio giù per le guance. Mi sembra di aver sbagliato davvero ogni cosa. Venire qui, pensare di poter cambiare la mia esistenza, di buttare via con un calcio tutto quello che non mi andava a genio. E credermi capace di risolvere un mistero come questo, io che a malapena riesco a badare a me stessa.”
Complimenti a Simona Soldano perché è riuscita con un unico libro, a farmi commuovere, a costringermi ad usare le celluline grigie e a farmi anche saltuariamente sorridere davanti a certi scambi “epistolari” sicuramente molto interessanti.
È un libro di narrativa, un giallo, un thriller non lo definirei proprio, ma soprattutto è un romanzo che affronta un intricato viaggio alla ricerca di ciò che abbiamo perduto dentro di noi.
Una storia lieve che riporterà in superficie antichi dolori ma anche nuove gioie e riscoperte consapevolezze.
Buona lettura!
Simona Soldano
Simona Soldano: è nata e vive a Roma. Dopo la laurea in Scienze politiche all’università La Sapienza ha lavorato come libraia e redattrice di mostre ed eventi culturali. Nel 2008 ha pubblicato il racconto Sherlock Horse e il furto della sacra soma, entrato l’anno seguente nella Selezione del Premio Bancarellino. Da sempre ama leggere, dipingere e passeggiare per la sua città. Ha studiato mandarino per cinque anni, ma non è mai riuscita ad andare in Cina. In compenso, ha scelto un nome cinese per la sua gatta.
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