Matcha al veleno




 MATCHA AL VELENO

di Stefania Viti

Sonzogno 2023

narrativa gialla, pag.253

Sinossi

Un delitto durante la cerimonia del tè. La gratitudine può essere il miglior movente? La prima indagine della giornalista Nora Valli.

Milano, fine febbraio. Nel cuore di Brera, il maestro Yamafuji Sowa inaugura la nuova sede della scuola del tè Tsubaki celebrando il koicha temae, l’esclusiva cerimonia durante la quale gli invitati degustano una miscela pregiatissima da un’unica tazza. Per l’occasione, sono state chiamate le personalità più in vista della comunità nipponica – cantanti liriche, attrici di teatro No- e altre esponenti del mondo della cultura – nonché alcune appassionate della Milano bene, tra le quali spicca Ludovica Cattaneo, mecenate e regina dei salotti cittadini. Ma, inaspettatamente, qualcosa va storto: dopo aver bevuto, la donna si accascia sui tatami in seguito a un malore. A prima vista sembrerebbe trattarsi di un infarto, ma Nora Valli – intrepida giornalista di moda, amante del Giappone e rigorosa cultrice dello smalto rosso – intuisce subito che l’espressione della vittima tradisce una sofferenza di altra natura. Ma quale potrebbe essere, allora, la causa del decesso? E chi, tra i raffinati ospiti della cerimonia, potrebbe essersi macchiato di un simile delitto? Costantemente in bilico tra passioni opposte – rincorsa da Agata, la sua direttrice, e spronata da Gigi, il suo mentore e caporedattore della cronaca –, Nora decide di seguire l’istinto per sbrogliare la matassa di un caso apparentemente irrisolvibile, cercando al tempo stesso di mettere ordine nel suo cuore in tumulto: ad avere la meglio sarà il fascino sfuggente del collega Arturo, oppure il misterioso charme del commissario Malacarne?

 Recensione di Loredana Cescutti

È incredibile, come ancora una volta sia stata la storia a chiamarmi e i personaggi a farmi stare bene. Sono quegli incontri fortunati, che quando avvengono ti lasciano addosso una sensazione di benessere, di spensieratezza pur però, con quel pizzico di tristezza ed emozione dovuta alla consapevolezza di aver avuto il privilegio di incontrare nuovi amici con i loro turbamenti, le loro paure ma tutto diventa più difficile, quando giungi a fine libro e non sai ancora se li rincontrerai.

Nora è una tipa alla moda, molto sciccosa con delle piccole fissazioni che spesso la mandano in tilt ma al di là dell’apparenza, è proprio nel suo intimo che esplode un mondo tutto da conoscere e tutto da raccontare.

“Nora aveva bisogno di fare i conti con la morte per fare i conti con sé stessa e con tutto il mondo che si portava dentro.”

Questa volta, è stato difficile scegliere, per me che amo inserire qualche citazione dei romanzi che leggo nelle mie recensioni, poiché in un piccolo librino come questo, sono rimasta estasiata dalla profondità di pensiero di Nora, e non solo, una delicatezza che fa letteralmente a pugni con l’apparenza ma che riesce a smuovere, anche dentro di noi emozioni importanti e ci fornisce spunti di riflessione che inducono a pensare senza nemmeno che ce ne rendiamo conto, con una naturalezza disarmante.

Un articolo da scrivere, un luogo magico come una scuola del tè giapponese, che per una persona come la giornalista Nora Valli che in qualche modo proprio in Giappone ha cercato di ritrovarsi e ricostruirsi rappresenta un luogo sacro, un morto, un’indagine che intende seguire.

Questi sono gli ingredienti che poiché sapientemente amalgamati fra loro, hanno dato vita a questa bella storia, arricchita al mistero e da qualche dolce sorriso.

“Nessuno si salva da sé stesso.”

Per Nora una nuova opportunità di potersi mettere alla prova, ma anche lo strazio di vedersi di fronte alla morte, che lei cerca di evitare ma della quale, in qualche modo avverte il richiamo per tentare di trovare una sua “pace”.

Una contraddizione come appare proprio lei, che si mostra, ad eccezione di quando è in compagnia dei suoi pochi veri amici, sempre misurata e controllata ma che dentro di sé, a distanza di vent’anni è ancora tormentata in modo straziante.

“… i suoi occhi traboccavano di una tristezza infinita, in cui riconobbe la sua stessa disperazione.”

Ed è per questo che la sua vita privata langue, dopo un matrimonio finito ma non per la fine di un amore e si è convinta forse erroneamente che la favola, potrebbe viverla solo con una persona perfetta per recuperare ciò che la vita le ha tolto ma, il destino non chiede e potrebbe aver deciso diversamente per lei.

D’altronde l’imprevedibilità, fa parte della bellezza della vita.

“… viveva come in un limbo, sospeso tra le vite che aveva vissuto e tra le identità che aveva assunto, sapeva che doveva essere felice già solo per il fatto di essere vivo… Sorvolare sulla vita, quello era il suo destino.”

E così avrà inizio tutto.

Una penna che mi ha piacevolmente stupita e ammaliata, quella di Stefania Viti. Era da un po’, infatti che mi avevano suggerito di leggere questo libro ma ho sempre temporeggiato, fino a che ho capitolato e l’ho ascoltato.

Sì, perché questo rientra nei libri non solo da leggere ma da sentire e ascoltare con il cuore, perché qui le parole non dette, gli sguardi, i pensieri nascosti, sono più corposi delle mere lettere stampate sulla pagina. Qui, i “non detti” ti trascinano verso un livello superiore difficile da spiegare con semplici parole, anche perché ognuno di noi leggerà e sentirà in modo diverso, con percezioni assolutamente sue, intime e irripetibili.

“… le persone che si piacciono ridono sempre quando si vedono. Era quella la prima prova della loro intesa, la promessa della felicità.”

È un romanzo che racconta il male ma che scava in profondità, fino a ritrovare il bene o almeno un segno che ciò possa ancora essere possibile, dove il sole deve ritornare a splendere e dove ognuno di noi, deve avere diritto di darsi una possibilità per “curarsi” dal dolore, per potersi ritrovare e magari, riconoscersi nell’altro.

“… non poteva biasimare il fatto di essere sostanzialmente invisibile, nascosta tra le righe di un titolo riportato in copertina. Ma era quello che aveva sempre desiderato, e aveva scelto la scrittura per trovare nelle parole uno schermo e una protezione.”

Ai personaggi è stato fatto dono di una grande cura nella loro realizzazione, ognuno ha avuto le dovute attenzioni e soprattutto, ai personaggi principali è stato regalato un amore smisurato, che si rileva dal modo in cui vengono descritti accuditi, e non parlo solo dell’aspetto fisico, quanto invece anche delle attenzioni date al loro profuso malessere emotivo che li tormenta costantemente, che spesso li disturba fino al punto di non riuscire a trovare un sollievo, almeno momentaneo.

La tradizione giapponese poi, emerge con prepotenza e delicatezza assieme, e assume i colori pastello di un quadro che si riempie di immagini nitide dai bordi sfumati, mano a mano che Nora spiega e racconta e devo ammetterlo, sarei stata ore a leggerla quando descriveva storie e tradizioni, proprio per l’accuratezza e il rispetto che emergeva dalle sue parole.

Una scrittura fluida, delicata come un soffio di vento che ti raggiunge e sedimenta dentro di te, con piglio deciso ma anche con l’intenzione di non volersene andare più.

Leggetelo e non ve ne pentirete.

“… aveva ragione: la sua tragedia non centrava con l’indagine, ma centrava con lei e paradossalmente anche con lui, con le morti con le quali doveva fare i conti.”

Buona lettura!

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Stefania Viti


Stefania Viti: giornalista, si è laureata in Lingua e Letteratura Giapponese all’Università Ca’ Foscari di Venezia, e ha vissuto a Tokyo per circa dieci anni. Qui ha lavorato come editor nella rivista giapponese “amarena” e collaborato con numerose testate italiane. Si occupa di Giappone contemporaneo e i suoi articoli sono pubblicati su testate nazionali e internazionali. Segue, inoltre, progetti di comunicazione in ambito italo-giapponese. È vicedirettore della testata “ArteCibo” web-magazine in italiano, giapponese e inglese dedicato all’agroalimentare italiano d’eccellenza. È membro dell’AISTUGIA (Associazione Italiana per gli Studi Giapponesi). Per Feltrinelli ha curato il volume Il Sushi uscito nella collana “Real Cinema” insieme al DVD “Jiro e l’arte del sushi”. Con Gribaudo ha pubblicato L’arte del Sushi (2015), edizione ampliata, aggiornata e illustrata del primo volume, Il sushi tradizionale (2016) e Noto. Libro-taccuino per gli appassionati di viaggi e cultura giapponese (2021). Nel 2023 esce per Sonzogno, Matcha al veleno.