Mia o di nessuno




Recensione di Marianna Di Felice


Autore: Ugo Mazzotta

Editore: Todaro

Genere: Thriller

Pagine: 252

Anno di pubblicazione: 2019

Sinossi. Il romanzo di Ugo Mazzotta ha per protagonista la vice commissario Pelagia Corsi, personaggio originale a partire dal nome di battesimo, ma non solo: vive con Milky, un piccolo serpente del latte, pratica l’antica arte giapponese del “kintsugi”, fatica ad avere relazioni stabili, la sua coscienza ipercritica le parla con la voce del padre, pittore di fama mondiale, morto qualche anno prima. In forza al commissariato napoletano del Vomero, Pelagia si trova coinvolta in un’indagine sulla malavita cinese. Durante le sue ricerche scopre che il caso è collegato con la sparizione di una dottoressa napoletana, vittima di un misterioso stalker. Mia o di nessuno” è il messaggio arrivato al suo cellulare poco prima della scomparsa. La donna si è nascosta volontariamente? È stata rapita? È rimasta vittima di un omicidio? Il marito ha forse un ruolo in tutto questo? Sulle tracce dello stalker, e possibile assassino, c’è Pelagia, anche se non ufficialmente. E grazie alla sua testardaggine e alla sua disobbedienza verso i superiori, mettendo a rischio la propria incolumità, il vice commissario Corsi riuscirà a catturare l’insospettabile colpevole.

Recensione

La vita del vice commissario Corsi è segnata dal suo nome che la perseguita da sempre e che nessuno riesce a pronunciare in modo corretto. Perseguitata dalla vocina interna che viene fuori sempre nei momenti meno opportuni a ricordarle di essere un fallimento e che ha il timbro di suo padre che non le aveva perdonato le scelte fatte. Come può un padre artista capire perché la figlia decide di scegliere una carriera totalmente diversa dalla sua?

La vita del vice commissario Corsi è faticosa anche per gli ostacoli che i suoi superiori si divertono a mettere alle sue indagini, a causa dei quali non può agire come il suo istinto le suggerisce di fare. Una vita dura tra ordini e richiami, che non si alleggerisce tra le mura domestiche perché Pelagia abita nella casa del Maestro, come chiamavano il padre, e per questo deve combattere tra ricordi e incursioni più incisive della vocina. Per fortuna con lei c’è il suo animale domestico!

Semplicemente complicata la sua vita sentimentale, decisamente più brava nel suo lavoro dove segue le indagini grazie al suo fiuto infallibile guidato dall’istinto e da una serie di ragionamenti in grado di collegare i pezzi del più difficile puzzle per arrivare alla soluzione del caso. Però Pelagia le regole proprio non le digerisce perché in molti casi la burocrazia rallenta la sua corsa verso il colpevole e lei non può permetterlo, non può perdere l’occasione di acciuffare l’assassino.

Come se non bastasse un vice questore, detestato dai più, le mette i bastoni tra le ruote con le sue teorie campate in aria che non coincidono affatto con le sue. Doveva essere un caso semplice, quello al quale sta indagando il vice commissario Corsi insieme ai suoi colleghi, nessuno poteva pensare che potesse intrecciarsi con un altro difficile caso.

Come può un negozio cinese che esercita attività illegali collegarsi ad un noto avvocato, ormai famoso su quotidiani e in televisione, per la scomparsa della moglie?

Pelagia aveva già visto Eliana Gambardella, la donna scomparsa, moglie dell’avvocato Tommasi, perché quest’ultima voleva denunciare uno stalker, ma senza passare per le vie ufficiali. Non ricordò subito il suo viso per questo motivo non iniziò ad indagare seguendo la sua pista, ma quando le tornò alla memoria il motivo della denuncia e lo stato agitato di Eliana, le sue ricerche diventarono pericolose.

Uno stalker nell’ombra si stava facendo sempre più insistente, ma lei andava avanti senza aggiornare i suoi superiori. Questo comportamento poteva costare caro al vice commissario… Il lettore si trova alle prese con un giallo, perché descrive il delitto e i personaggi collegati ad esso, che ad un certo punto diventa un thriller per la tensione che riesce a generare mantenendo una scrittura lineare ricca di particolari senza appesantire la lettura.

Quando tra le pagine iniziano a scorrere i messaggi che lo stalker invia, si può sentire l’inquietudine che diventa quasi palpabile, la lettura diventa decisamente adrenalinica!

Il personaggio di Pelagia, romana che lavora a Napoli, potrebbe sembrare superbo di primo acchito solo perché non lavora rispettando le regole, ma in realtà è un personaggio divertente, incasinato e inquieto che svolge al meglio il suo lavoro!

Buona lettura.

 A cura di Marianna Di Felice

marisullealidellafantasia.blogspot.it 

Ugo Mazzotta


Vivo a Napoli, dove sono nato il 24 novembre del 1956. Scrivo gialli, suono il basso in una band di vecchi (alla lettera…) amanti della musica degli anni ’60 e ’70. Nei ritagli di tempo faccio il medico legale. Ho imparato a leggere e scrivere ancor prima di andare a scuola, guardando una trasmissione TV che si chiamava Non è mai troppo tardi. Evidentemente quel titolo ha continuato a significare qualcosa per me, se a quarantacinque anni ho pensato che non fosse troppo tardi per mettermi in gioco scrivendo il mio primo romanzo. Sono stato (e sono ancora) un lettore disordinato, assolutamente non programmatico; quello che cerco è soprattutto una storia ben scritta, capace di conquistarmi. Per questo tra i miei autori preferiti – tanti – si trovano i nomi e i generi più disparati: King, Christie e Simenon, e ancora Eduardo, Vian, Calvino, Pavese, Bulgakov… ma non basterebbe un intero sito a finire l’elenco. Che dovrebbe includere – ai primi posti – anche gente che ha scritto cose con cui magari era difficile essere d’accordo, come Guareschi e Wodehouse, ma accidenti se sapeva scriverle! E ancora, i maestri del giallo italiano: Veraldi, Scerbanenco, Fruttero e Lucentini, Olivieri e parecchi altri. Finora ho pubblicato otto romanzi e diversi racconti, ho collaborato alla scrittura di alcune stagioni di “RIS-Delitti imperfetti” sceneggiandone anche un episodio. Sono vicepresidente dell’associazione culturale Napolinoir.