MNERVA
IN FIAMME
Susanna Raule
DETTAGLI:
Editore: Mondadori
Genere: Noir, Crimedy
Pagine: 408
Anno edizione: 2024
Sinossi. Il lunedì è sempre un orrore, si sa. Per Minerva Blanc, psicologa e psicoterapeuta quarantenne in forza al Centro per adolescenti della Spezia, il buongiorno speciale arriva dalla gamba destra, che al risveglio è in fiamme. Dopo quindici anni di (più o meno) educata convivenza con la sclerosi multipla, Minerva sa di aver appena vinto un pit-stop in ospedale causa recidiva in corso. Ignora, invece, che al lavoro la aspetta la notizia che ogni terapeuta teme: un suo paziente è morto. Si tratta di Angel, sedicenne in terapia obbligata dopo l’arresto per spaccio. Un incidente, dicono i rilievi, ma a lei sembra un incidente strano, sospetto, addirittura. Minerva inizia a indagare quasi per caso, ma a ogni domanda ne saltano fuori altre tre. E non è la sola, perché investigano anche i colleghi con le loro fisime, la tirocinante dagli occhi di foca, la psichiatra dalle eterne salopette e persino la neurologa di Minerva. E quando dei sensibili professionisti dell’ascolto come loro si mettono in testa di fare i detective… le cose non vanno proprio come in una serie tv. In una città rovente che sfinisce Minerva sul piano fisico, la teorica sfida intellettuale si fa sempre meno intellettuale e sempre più un completo casino. Tra pazienti che brandiscono coltelli, allarmi bomba, uno spacciatore troppo ansioso di darle una mano, branchi di turisti disprezzati dalla popolazione locale e dirigenti preoccupati delle possibili querele, per Minerva non sarà semplice arrivare in fondo al caso viva e vegeta. O almeno viva Susanna Raule esordisce nel Giallo Mondadori con un crimedy perfetto, pieno di suspense e altrettanto humour, con una protagonista d’eccezione.
Recensione di Francesca Mogavero
Se il Sistema sanitario nazionale (e il settore pubblico in genere) manca di risorse, personale e strutture, lo stesso non può dirsi di Minerva Blanc, che nel Sistema ci lavora, ma ha strumenti preziosi da vendere. Anzi, da regalare, vista la sua innata generosità e la predisposizione all’ascolto consapevole e attivo… pure troppo.
Sarà che porta il nome della dea della sapienza – ponderata e colta sì, ma capace di gettarsi nella mischia e di suonarle a colpi di krav maga quando è il caso – sarà che la vita l’ha già messa alla prova a più riprese, Minerva detta Mimì è piena di talenti di cui forse nemmeno lei stessa, per quanto portata all’autoanalisi, si rende conto, ha personalità, può contare su colleghe e colleghi fenomenali e la formazione gestaltica le ha insegnato che parlare non è l’unica opzione.
È “sclerotica” per sua stessa definizione, ma questa è solo “un’altra sua caratteristica, come i capelli biondi o i fianchi larghi”, e lungi da lei (e da noi!) ritenersi una guerriera o una vittima da compatire.
“Nessuna metafora romantica su una guerra in corso”: semmai la sclerosi multipla, presenza invisibile eppure costante e balorda, le ha dato, “solo a volte”, un insegnamento da interiorizzare. Un altro passo. Vai piano, Mimì, respira, prenditi cura di te. E guardati attorno con occhi vigili, più di un gabbiano che punta alle alici fritte.
Per questo, forse, è ancora più attenta e le apparenze non la ingannano, anzi, le accendono mille campanelli di allarme. Stridenti come la voce dello stesso pennuto di cui sopra.
Così, quando un giovanissimo e nuovo paziente del Centro Adolescenza muore in circostanze tanto assurde quanto sospette, la questione è troppo pesante, ingiusta e poco limpida per essere semplicemente elaborata. Oltre al lutto c’è dell’altro.
D’altra parte, l’esordio crimedy – ma molto, molto noir – di Susanna Raule non è la classica storia di detective dilettanti e ironia, ma un’indagine che si fa percorso psicologico e terapeutico, narrato con la penna partecipe e competente dell’esperta, la mente vispa e il cuore sempre acceso.
Mimì, Daria, Damiano e gli altri non ficcanasano, ma sondano, esplorano, continuano a lavorare d’équipe, in sinergia, tra divergenze di orientamento – ci sono uno junghiano, un analitico… e no, non è l’inizio di una barzelletta – e conti personali in sospeso, ma sempre con la correttezza cristallina di chi sa mantenere il segreto professionale, “Riservati al limite dell’omertoso”. E se avessero conosciuto la soluzione della vicenda – così dannatamente triste, spietata nel suo semplice realismo – fin dall’inizio?
Chissà. Di sicuro, prendono per mano chi legge e lasciano che si interroghi e scopra a propria volta, con il suo ritmo e la sua modalità; che apra gli occhi e acquisisca consapevolezza; che tiri fuori ciò che si porta dentro e lo confronti con la quotidianità di tanti ragazzi assetati di sogni e di futuro… è un processo maieutico, e che rabbia e che liberazione quando la lampadina finalmente si accende e illumina il buio di un magazzino e degli abissi umani più profondi. Ché quella lampadina, per accendersi (o per essere cambiata) deve volerlo davvero.
Minerva in fiamme è una vampa di vita e di esperienze felicemente mescolate e rielaborate sulla pagina, un groviglio pulsante di sensazioni, di muscoli e fasci di nervi da dipanare un filo dopo l’altro, con l’aiuto di professionisti di carta che, per noi che stiamo al di qua della storia, diventano amici.
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Susanna Raule
è nata alla Spezia, dove vive. Psicologa e psicoterapeuta, ha lavorato come traduttrice e sceneggiatrice per vari editori. È l’autrice di L’ombra del commissario Sensi, Satanisti perbene e L’architettura segreta del mondo, tutti pubblicati da Salani, e del graphic novel Inferno. L’ombra del commissario Sensi è stato selezionato dal “Sole 24 Ore” nella collezione dei migliori gialli italiani. Scrive per “Esquire”, “Harper’s Bazaar” e “Wired”. È tra le fondatrici del collettivo per la parità di genere nel fumetto Moleste.
A cura di Francesca Mogavero