Mio caro serial killer




 Recensione di Massimo Ghigi


Autore: Alicia Giménez-Bartlett

Traduzione: Maria Nicola

Editore: Sellerio

Serie: Petra Delicado #11

Genere: Thriller

Pagine: 480

Anno di pubblicazione: 2018

Sinossi. L’ispettrice Petra Delicado di Barcellona è un po’ giù, sente che gli anni le sono piombati addosso tutti insieme. Un nuovo caso la scuote, un delitto «mostruoso e miserabile» che la rimescola dentro in quanto donna.Una signora sola, mai sposata, con un piccolo lavoro e una piccola vita, è stata trovata accoltellata. L’assassino si è accanito su di lei e ha poggiato sul corpo martoriato un messaggio di passione. L’indagine mette in luce che in quella esistenza era entrato l’amore, quello che illude e sconvolge una «zitella», come ripetono i maschi facendo imbestialire Petra. Tutto parla di femminicidio. Inizia con l’inseparabile vice Fermín Garzón il tran tran da segugi di strada che annusano il sospetto, un uomo insignificante che non lascia tracce. Però il rituale di sangue e lettere d’amore si ripete uguale ai danni di altre vittime. Si stende l’ombra preoccupante del serial killer e, anche per compiacere la stampa, alla coppia viene aggiunto, con funzione direttiva, un ispettore della Polizia autonoma della Catalogna, un giovane dal piglio moderno, rigido e pedante. Tutto l’opposto della collaudata coppia di sbirri, abituati a farsi sorprendere dalle intuizioni, ad attardarsi tra birrette e tapas insaporite dal continuo battibecco. Così l’indagine prosegue nella tensione tra due generazioni e due modi opposti di investigazione e di vita. E forse questo allude metaforicamente allo scontro attuale tra i due patriottismi iberici. E porta dentro un bizzarro mondo metropolitano, le agenzie per cuori solitari. Nulla di straordinario per Petra, che finisce sempre coll’immergersi dentro i misteri di una quotidianità piena di risvolti oscuri. Ma stavolta per sciogliere un’intricata matassa di colpevoli che sembrano vittime e vittime colpevoli, Petra e Fermín devono affidarsi a un’indagine logica, quasi da detective deduttivi, non da piedipiatti; e soprattutto la dura ma empatica poliziotta deve affrontare un assassino disumano. «L’essere umano può essere rabbioso e crudele, ma se non è psicopatico non arriva a tanto». E, forse a causa dello stress, forse per l’amarezza della verità, la commedia tra lei e Fermín corre più veloce del solito.

Recensione


Nuova indagine per il dinamico duo Petra Delicado & Fermín Garzón, questa volta alle prese con un presunto serial killer che assassina in maniera brutale alcune sventurate donne coinvolte nel giro di una fantomatica agenzia per cuori solitari.

Data la delicatezza e l’impatto mediatico della missione i nostri due eroi si trovano a dover collaborare, addirittura come sottoposti, con un collega caratterialmente ben diverso da loro e che, per questo, sarà costretto a sopportare le esilaranti scaramucce che spesso e volentieri si scatenano tra Petra e Fermín.

Come sempre, è proprio questo il sale, e il punto di forza, del romanzo di Alicia Giménez-Bartlett: i confronti-scontri, a volte anche un po’ ‘coloriti’ nel linguaggio, tra i due protagonisti, e gli scambi di battute a comporre scenette irresistibili che hanno lo scopo di stemperare la tensione dell’indagine in corso.

Non manca poi un momento di commozione quando emerge un doloroso retroscena sulla vita privata del collega a capo dell’indagine; nonostante la sua vita sia quotidianamente pervasa da una profonda tristezza, la vicinanza con i nostri due simpatici detective gli darà modo di rivalutare il proprio modo di affrontare la quotidianità, mettendoci quel pizzico di leggerezza che può aiutare a superare lo sconforto e la malinconia.

Particolarmente ‘gustosi’ sono gli intermezzi in cui Petra si trova a dover fronteggiare i familiari (figli e, soprattutto, suocera) che, curiosi come scimmie, la bombardano di domande e attenzioni, per soddisfare la propria curiosità riguardo all’indagine sull’ormai ‘famoso’ serial killer spagnolo!

L’intelaiatura della storia è qui costruita sul ripetersi di una serie di avvenimenti in successione: viene scoperto il cadavere di una donna, inizia l’indagine che molto lentamente porta a qualche indizio e, proprio a causa di questa lentezza, si crea frustrazione e scontro tra gli investigatori che cercano sollievo in mangiate e bevute rigeneranti. Questo circolo vizioso si ripete per ogni omicidio e il lettore, insieme ai protagonisti del libro, è un po’ portato ad accusare questa frustrazione… al punto che, secondo il mio modestissimo parere, un cadavere e una cinquantina di pagine in meno, non avrebbero fatto un soldo di danno!

Alicia Giménez-Bartlett si conferma una delle autrici che meglio riescono a far convivere la rigorosità del ‘giallo’ e una spiccata vena di humor, caratteristiche che, per i miei gusti, costituiscono un mix ad alto tasso di divertimento e soddisfazione nella lettura.

Alla prossima!

Alicia Giménez-Bartlett


Alicia Giménez-Bartlett (Almansa, 1951) è la creatrice dei polizieschi con Petra Delicado. I romanzi della serie sono stati tutti pubblicati nella collana «La memoria» e poi riuniti nella collana «Galleria». Ha anche scritto numerose opere di narrativa non di genere, tra cui: Una stanza tutta per gli altri (2003, 2009, Premio Ostia Mare Roma 2004), Vita sentimentale di un camionista (2004, 2010), Segreta Penelope (2006), Giorni d’amore e inganno (2008, 2011), Dove nessuno di troverà (2011, 2014), Exit (2012) e Uomini nudi (2016, Premio Planeta 2015). Nel 2006 ha vinto il Premio Piemonte Grinzane Noir e il Premio La Baccante, nato nell’ambito del Women’s Fiction Festival di Matera. Nel 2008, il Raymond Chandler Award del Courmayeur Noir in Festival.

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