Recensione di Manuela Baldi
Autore: Daniel Pennac
Traduzione: Yasmina Melaouah
Editore: Feltrinelli
Genere: Narrativa moderna e contemporanea
Pagine: 128
Anno di pubblicazione: 2018
Sinossi. “Non so niente di mio fratello morto, se non che gli ho voluto bene. Sento moltissimo la sua mancanza, e tuttavia non so chi ho perso. Ho perso il piacere della sua compagnia, la gratuità del suo affetto, la serenità dei suoi giudizi, la complicità del suo senso dell’umorismo, ho perso la quiete. Ho perso quel po’ di tenerezza che c’era ancora al mondo. Ma chi ho perso?” Daniel Pennac sorprende ancora una volta il lettore con un oggetto letterario estremamente originale e toccante che intreccia il celebre racconto di Melville, Bartleby lo scrivano, alle vicende di vita del fratello Bernard. Poco tempo dopo la morte del fratello Bernard, Daniel Pennac allestisce una lettura scenica di un celebre racconto di Melville, Bartleby lo scrivano. Per il personaggio di Bartleby, lui e Bernard avevano la medesima predilezione. Alternando qui gli estratti del suo adattamento teatrale di Bartleby e gli aneddoti su Bernard, ricordi affettuosi, divertenti o spietati, battute piene di humour e di lucidità, Daniel Pennac tratteggia il ricordo del fratello scomparso, vero e proprio complice, insostituibile compagno di vita. E al contempo mette in luce una singolare affinità tra i due personaggi. Come Bartleby, Bernard era sempre più incline a ritrarsi deliberatamente dalla vita sociale, a un rifiuto categorico di aggravare l’entropia. A questa testimonianza di affetto fraterno, Pennac affianca riflessioni appassionate sul teatro, la recitazione e le maschere sociali. Il tutto costituisce un singolare libro d’amore, insieme profondo, lucido e toccante.
Recensione
Scordatevi il Pennac della saga di Belleville e di tutti gli altri libri pubblicati. Un breve libro questo, in cui si mescolano stralci della riduzione di un racconto di Melville, Bartleby, in corsivo nel testo, portata a teatro da Daniel Pennac, a pagine di dedicate all’amato fratello, Bernard, prematuramente scomparso.
Non casuale la scelta del racconto, Bartleby, lettura amata sia da Daniel sia da Bernard Pennac, un modo per continuare a condividere delle cose e sentirsi vicino chi manca, forse anche un modo per esorcizzare il senso di perdita, una certa somiglianza, dichiarata, fra la vita di Bartleby e di Bernard Pennac.
Una scrittura delicata, piena di amore nel ricordo del fratello, intima, penetrante, emozionante. Troviamo il racconto della messa in scena teatrale, delle reazioni del pubblico e poi pagine di emozioni condivise con il fratello, battute, ironia, che strappano anche qualche risata. Improvvisi ricordi slegati dal testo, cose non dette, la passione per gli scacchi. Struggente il capitolo nel quale parla della “perdita del proprio corpo” a seguito della morte del fratello e della conseguente decisione di scrivere qualcosa su di lui.
Traduzione di Yasmina Melaouah, storica traduttrice di Pennac, che è una garanzia per il ritmo che riesce sempre a mantenere nelle traduzioni.
La lettura è consigliata a chi ama Pennac e lo segue, a chi conosce il racconto di Melville, Bartleby lo scrivano, ma anche a chi ha voglia di emozionarsi per un racconto che è un mezzo per l’elaborazione di una perdita.
Daniel Pennac
Daniel Pennac, nato a Casablanca nel 1944, già insegnante di lettere in un liceo parigino, dopo un’infanzia vissuta in giro per il mondo, tra l’Africa, l’Europa e l’Asia, si è definitivamente stabilito a Parigi. Quando comincia a scrivere scopre una particolare propensione per storie comiche, surreali ma ben radicate nelle contraddizioni del nostro tempo. Ha raggiunto il successo dopo i quarant’anni con la serie di Belleville, i romanzi editi in Italia da Feltrinelli tra il 1991 e il 1995 (Il paradiso degli orchi, La fata carabina, La prosivendola, Signor Malaussène e La passione secondo Thérèse, oltre a Ultime notizie dalla famiglia), incentrati sul personaggio di Benjamin Malaussène, di professione capro espiatorio, e relativa famiglia. Recentemente, è uscito l’ultimo libro della serie: Il caso Malaussène. Mi hanno mentito (2017). Claudio Bisio ha portato in scena con grande successo la pièce che Pennac ha tratto dalla sua saga Signor Malaussène, prodotta dal Teatro dell’Archivolto con la regia di Giorgio Gallione. Sempre per Feltrinelli sono usciti: il saggio sulla lettura Come un romanzo (1993), il romanzo Signori bambini (1998), la storia a fumetti Gli esuberati (2000, con disegni di Jacques Tardi), il romanzo Ecco la storia (2003), il monologo Grazie (2004), la rielaborazione L’avventura teatrale. Le mie italiane (2007), il racconto La lunga notte del dottor Galvan (2005), i romanzi Diario di scuola (2008; Audiolibri “Emons-Feltrinelli”, 2011) e Storia di un corpo (2012; nuova edizione accresciuta, con illustrazioni di Manu Larcenet: 2014), nella collana Feltrinelli “Kids”, Ernest e Celestine (2013) e, nella collana “Feltrinelli Comics”, Un amore esemplare (2018; con Florence Cestac). Nel 2018 ha pubblicato Mio fratello. Altri suoi racconti sono comparsi nella collana digitale Zoom.
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