Recensione di Chiara Forlani
Autore: Agnese Manzo
Editore: Libromania
Genere: Gialli e thriller
Pagine: 223
Pubblicazione: 2020
Sinossi. Fino a che punto puoi spingerti per combattere il male? A pochi chilometri da Napoli, c’è un lago, non molto grande e poco conosciuto: il Lago Patria. In una villetta cadente che si specchia nelle sue acque trova rifugio Massimo, un quindicenne in fuga. I suoi genitori sono stati uccisi, ma nessuno li piange: suo padre Rocco era un boss della malavita locale odiato da molti. Sua madre Roberta, psicolabile e depressa, sembrava predestinata a una fine prematura, e solo Massimo soffre per la sua perdita. Nell’elegante attico di Posillipo in cui si è consumato il delitto non si avverte la mano della criminalità organizzata, ma l’esplosione di dinamiche familiari perverse. Il pensieroso Commissario Alessandro Soranno e il suo Vice Claudio Giglio devono risalire alla verità, ma a sorpresa scopriranno che questa urta contro le loro coscienze, e li costringe a fare un salto nel passato.
Recensione
L’intreccio della storia si sviluppa tra un lussuoso attico a Posillipo e un casa abbandonata in riva al Lago Patria, poco distante da Napoli. La vera chiave di lettura del romanzo è la contrapposizione tra la ricchezza ottenuta con i traffici illeciti della malavita organizzata e la povertà umile e onesta di chi invece vuole fare giustizia.
Nel racconto claustrofobico si alternano personaggi crudeli e sanguinari ad altri che vivono sentimenti teneri e primordiali, come l’amore per un figlio, o l’affetto verso le persone a cui si è legati da una vita. Un affetto profondo che a volte può avere un costo altissimo.
L’autrice è stata abile a orchestrare una storia dai caratteri noir basata su pochi elementi e pochi personaggi, che vengono sviscerati e messi a nudo in modo magistrale. Ne vengono presentate le pulsioni, non solo quelle nobili, ma anche quelle vili e cruente.
La vicenda, incentrata sulla condizione di schiavitù e di abuso di due sorelle, si dipana a poco a poco, svelando un mondo di affetti familiari, purtroppo sconvolto dalle continue minacce dei malavitosi. Una situazione immaginaria ma fin troppo reale, dove a volte anche i “cattivi” mostrano il proprio lato umano. Ho molto apprezzato la capacità dell’autrice di sviscerare i risvolti più complessi dell’animo umano, in un racconto che avvince e ci porta dritti verso il finale, inaspettato e ricco di colpi di scena.
A cura di Chiara Forlani
https://www.chiaraforlani.it/
Agnese Manzo
Agnese Manzo è nata nel 1960 a Torre del Greco in provincia di Napoli. Dall’inizio degli anni ’80 si è trasferita a Milano dove vive tuttora con la sua famiglia.
La scrittura di racconti e la lettura di gialli di genere classico, a partire da Agatha Christie e Ellery Queen sino ad arrivare al De Giovanni dei nostri giorni, sono sempre state la sua passione. La “villetta degli orrori” di Lago Patria, in cui è ambientata parte del romanzo, è realmente esistita e forse esiste ancora, e l’autrice vi ha vissuto per un breve periodo durante la sua adolescenza.