Recensione di Salvatore Argiolas
Autore: Boileau-Narcejac
Traduzione: Giuseppe Girimonti Greco ed Enzo Sinigaglia
Editore: Nutrimenti
Genere: Thriller
Pagine: 160
Anno di pubblicazione: 2021
Sinossi. Da anni René Jeantôme, un autore di qualità con alle spalle un libro molto apprezzato dalla critica, e vincitore di un prestigioso premio letterario, non riesce più a scrivere. Sua moglie Myriam, invece, sforna a getto continuo, con una “vena inesauribile” che esaspera il marito-rivale, romanzetti porno-rosa che vendono, immancabilmente, centinaia di migliaia di copie. Alla ricerca delle cause psicologiche di questo blocco che lo umilia e lo fa sprofondare in un abisso di sconforto e autocommiserazione, Jeantôme inizia un faticoso viaggio interiore tra gli incomprensibili orrori della sua infanzia, solo per vederli raddoppiati dagli orrori ancor più indicibili del presente. Ha infatti inizio, in una rete di strade parigine tutte situate a pochi passi da casa sua, una serie di delitti che sembrano ispirarsi alla sua immaginazione e che sono resi ancora più inquietanti da particolari che lui solo può conoscere. I maghi del noir francese, il celebre duo Boileau-Narcejac, trascinano il lettore nei meandri di un incubo senza fine, tenendolo aggrappato alla storia con l’arte di una prosa frantumata e dal ritmo ossessivo, tutta percorsa dal filo smagliante dell’umorismo. Un libro che basta da solo a dimostrare come un thriller mozzafiato possa essere anche un’opera di grande letteratura.
Recensione
“Mr Hyde” di Boileau -Narcejac è un abile esercizio di metaletteratura dove i due autori francesi mostrano tutta la loro bravura inserendo la trama gialla nel vissuto di uno scrittore in crisi creativa.
René Jeantôme è uno scrittore che al suo attivo un solo grande successo, “Biribi”, ma è ormai in cerca dell’ispirazione giusta e campa facendo recensioni e scrivendo qualche articolo.
Lentamente si convince che la colpa dell’inaridirsi della sua vena letteraria sia da attribuire al matrimonio con una famosa romanziera che detesta. “Per colpa di questa donna che mi soffoca, mi asfissia e per di più, mi tradisce. Perché, alla fin fine, se avesse ragione lei… se la lingua non contasse più…”
Qui si nota il gioco di specchi orchestrato dagli autori che rispecchia la loro condizione di coppia di scrittori nel rapporto dei due protagonisti in un trompe-l’œil intrigante e affascinante.
Jeantôme alla ricerca dell’inventiva perduta accetta l’incarico di scrivere un romanzo giallo per la collana“Delitto perfetto”, anche per provare a differenziare stile e temi.
Mentre Jeantôme tenta di imbastire una trama credibile, nel suo vicinato avvengono alcuni strani delitti che paiono in relazione ai suoi pensieri.
Seriamente preoccupato di queste allarmanti coincidenze, lo scrittore si rivolge ad un neurologo che riporta alla sua memoria alcuni fatti tragici della sua infanzia riguardanti ricorrenti incendi.
Lo specialista lo ritiene un paranoico, “Vede, caro amico, ciò che caratterizza lo stato paranoico, il termine non deve spaventarla, è la sua capacità di creare una specie di film del quale è esso stesso nel contempo il produttore, il regista, lo sceneggiatore, l’attore principale, insomma: tutto quanto, perché niente deve sfuggire al suo controllo.” e Jeantôme si convince di essere in preda ad una scissione dell’identità come nel celebre racconto di Robert Louis Stevenson “Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde”
Hyde, che in inglese ricorda immediatamente il verbo Hide, che significa nascosto, è proprio la sublimazione della malvagità insita nel dottor Jekyll e Jeantôme, vittima di questa suggestione letteraria crede proprio di avere una doppia personalità di cui non sa e non ricorda niente.
Come tanti giallisti francesi Boileau e Narcejac tentano percorsi narrativi inusuali e originali e mentre fanno credere al lettore di poter padroneggiare la trama, avendo intuito lo sviluppo della storia, lo spiazzano con svolte improvvise e colpi di scena accattivanti
Pierre Boileau e Thomas Narcejac, scrittori tra i più noti e premiati in Francia, hanno al loro attivo, sia da soli sia in coppia, tantissimi romanzi famosi e anche alcuni saggi sul genere poliziesco.
In questo romanzo mettono in luce stati d’animo e problemi familiari ad ogni scrittore, la sindrome della pagina bianca che costringe il protagonista a credersi malato e nel contempo a ripensare alla funzione della letteratura per trovare nuovi stimoli creativi: “Ascolta distrattamente il borbottio della radio. Catastrofi. Incidenti. E pensare che c’è qui un uomo la cui unica divorante preoccupazione, mentre il mondo si dissangua è di mettere insieme qualche pagina. Grottesco! Immorale! Patetico!” e pensa che “la letteratura sia un orgasmo senza partner”.
Sprofondando lentamente nel delirio Jeantôme immagina di essere lo spietato assassino che turba la tranquillità della città e tutti i suoi fantasmi interiori presidiano il suo inconscio mettendolo in una situazione molto delicata.
Giallo molto originale “Mr Hyde” è ricco di citazioni letterarie, suggestioni psicanalitiche e riferimenti ricorsivi ed è sicuramente uno dei migliori romanzi della premiata ditta Boileau – Narcejac.
Boileau – Narcejac
è il nome della coppia più celebre del giallo francese, i Fruttero & Lucentini d’Oltralpe, autori di decine di romanzi per centinaia di migliaia di copie vendute. Autori molto amati e sfruttati dal cinema: da un loro romanzo Alfred Hitchcock trasse La donna che visse due volte, con James Stewart e Kim Novak, considerato uno dei più bei film di tutti i tempi. Ma già il loro primo titolo scritto a quattro mani aveva ispirato, nel 1955, un film leggendario, I diabolici di Henri-Georges Clouzot, una vicenda veramente ‘diabolica’, nota al grande pubblico di oggi anche grazie al remake di Jeremiah Chechik, con Sharon Stone, Isabelle Adjani e Kathy Bates. Un titolo di cui lo stesso Hitchcock aveva tentato di acquistare i diritti cinematografici, senza riuscirci.
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