Recensione di Sabrina De Bastiani
Autore Elisabetta Cametti
Editore: Piemme
Genere: thriller
Anno edizione: 2021
Pagine della versione a stampa: 528 p.
Sinossi. Una voce che neanche la morte può fermare. Notte fonda, una ragazzina chiama la polizia: sua madre è scomparsa. Si tratta dell’assistente personale di Ginevra Puccini, una delle fashion blogger più famose al mondo. Il corpo di Julia viene trovato nelle acque del lago di Como, insieme a quello di altre quattro donne. I cadaveri presentano ulcere evidenti su pelle e mucose, una reazione allergica rara, causata da una sostanza sconosciuta, come accerta l’autopsia. Gli indizi, che puntano tutti a un unico colpevole, diventano una prova con la scoperta dell’arma del delitto. Quando il caso sembra chiuso, però, sulle pagine social di Ginevra Puccini compaiono dei video sconvolgenti: lei conosce il nome delle vittime non ancora identificate, la loro storia e il gioco perverso che le ha uccise. Ma Ginevra non si trova. Potrebbe essere il carnefice o la prossima vittima. La cerca la polizia. La cerca la sua famiglia. La cerca chi vuole metterla a tacere. Quelle immagini denunciano un sistema di corruzione e comando, rivelando la linea di sangue che conduce tra i rami di una famiglia potente e dentro una delle più importanti maison della moda internazionale. Dove forze dell’ordine e giustizia non sono mai riuscite ad aprirsi un varco, sono quei post a fare vacillare l’impero. Perché c’è una voce che i soldi e il potere non possono ridurre al silenzio, quella che rimbalza sui social network e diventa virale. Una voce che neanche la morte può fermare.
Recensione
Se vi chiedessi di definire la paura con una sola parola, quale usereste?
Se vivere per qualcuno, perlomeno nelle più sane delle sue accezioni, a partire da quella che se viviamo è per mezzo di qualcuno che ci ha dato la vita, è una condizione dell’esistenza positiva, morire per qualcuno, comunque lo si possa intendere, se non in senso ironico, è sempre deviazione, distorsione, abominio.
Questa è una delle primissime e tante riflessioni che mi sono sorte durante la lettura di Muori per me, in uscita oggi, 26 Gennaio 2020 per i tipi di Piemme, dalla penna talentuosa di Elisabetta Cametti.
Conosco e seguo Cametti da tempo, oltre alla grazia e intelligenza proprie della persona ne ammiro la forte personalità narrativa, intesa come coraggio e capacità di entrare in un genere e modellarlo in maniera propria ed originale, tale da rivelarsi unica.
Qui, in un romanzo che si presenta, almeno al momento, come standing alone, l’autrice forgia una storia potente, accattivante e decisamente contemporanea, sfuggendo da ogni cliché pur muovendosi, in ragione della trama, anche, all’interno di questi.
Un thriller decisamente accattivante e turning pages, così come ha ben abituato Cametti i suoi lettori.
Ma anche qualcosa di più.
Un social thriller.
E non solo perché il nucleo del plot sia centrato nella vita e nelle dinamiche di una fashion blogger, ma perché la vis thrilling è assolutamente e innovativamente permeata nel concetto stesso di social network, e sul suo riflesso in chi ne è coinvolto nelle dinamiche.
Mi riallaccio dunque al titolo, Muori per me, primo elemento di una di tante scatole cinesi che sarà avvincente scoperchiare, per osservare come il primo degli omicidi che attraverseranno queste pagine, sia a tutti gli effetti un assassinio perpetrato dallo stesso personaggio per propria mano: Teresa.
Giovane donna appartenente ad una famiglia media, mediamente numerosa, mediamente felice, che sceglie di cessare di esistere in quanto ‘Teresa’ per diventare Ginevra Puccini, star del web, astro dell’influencing, inarrivabile persino a se stessa, per poi diventarlo anche agli altri.
C’era un nome che mi affascinava da sempre: Ginevra.
Un’icona di bellezza senza tempo, che nata dalla leggenda continuava a vivere nell’immaginario. Spesso associata alla passione e al tradimento, per me rappresentava la rottura dell’equilibrio. Il coraggio di non voltarsi indietro.
Di inseguire un sogno taglia XL, per sfuggirne uno XS, precipitando in abissi ed incubi per poi rialzarsi, raccogliendo la sfida a dominarli.
Laddove dominarli è l’unica tentata salvezza possibile.
La libertà non esiste. Esiste il sogno dentro una gabbia
Gabbie virtuali, fan zone, friend zone
versus
gabbie materiali, la stanza dei giochi, la biblioteca, la torre.
Recinti ideali e fisici, nei confronti dei quali, avvezzi ormai a destreggiarci tra zone rosse, arancioni, gialle, siamo particolarmente ricettivi e sensibili.
Così come lo è Elisabetta Cametti, che ha, come detto, e qui ancora in maniera più fulgida, il dono di saper reinterpretare il contemporaneo reale in pagine al contempo adrenaliniche di accadimenti e dense di contenuti e messaggi.
Di tesi e di antitesi.
Dove l’importanza della figura materna nel tramandare un’idea di futuro, può finanche infondersi nelle acque del lago che accolgono cadaveri di donne abusate, in una sorta di liquido amniotico archetipo.
Dove il potere materico dei soldi si scontra con quello dell’eco inarrestabile che si propaga nelle vene e nei canali del virtuale.
Dove il concetto di famiglia assume le connotazioni più distanti ed opposte.
Dove esistere diventa un gioco, premio in palio l’esistenza stessa.
Ogni volta che credevo di avere capito, mi accorgevo di quanto la soluzione fosse lontana.
Ogni volta che leggo Elisabetta Cametti, mi accorgo di quanto sia sempre, ardentemente, appassionatamente, brillantemente, un passo avanti.
Elisabetta Cametti
Elisabetta Cametti, classe 1970, con una laurea in Economia e Commercio in Bocconi, da vent’anni si occupa di editoria e lavora tra Milano e Londra. La stampa l’ha definita “la signora italiana del thriller”. Nel 2013 ha pubblicato il primo romanzo della serie K, I guardiani della storia, suo thriller di esordio e bestseller internazionale. Nel mare del tempo è stato pubblicato nel 2014 e Dove il destino non muore nel 2018. Nel 2015 ha inaugurato la serie 29 con Il regista, seguito nel 2016 da Caino, entrambi molto apprezzati da pubblico e critica. I suoi libri sono stati pubblicati in 12 paesi.
È opinionista in programmi televisivi di attualità e cronaca su Rai 1 e sulle reti Mediaset.
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