Recensione di Massimo Ghigi
Autore: Carlo Mazza
Editore: Edizioni e/o
Pagine: 240
Genere: Thriller
Anno di pubblicazione: 2018
Lupi di fronte al mare e Il cromosoma dell’orchidearitorna il capitano Bosdaves e la sua Bari crepuscolare e sfuggente. All’ombroso carabiniere sono affidate le indagini sulla scomparsa di Samira, unica superstite della strage di una famiglia etiope, avvenuta molti anni prima nella palestra di un liceo. La sparizione della donna è l’inizio di un perfido progetto di vendetta, che Bosdaves dovrà svelare con l’aiuto del gaudente amico Ermanno e dell’intrigante Martina, fonte di languide tentazioni amorose. Nello scenario di un Sud che pare soccombere all’assalto di una criminalità lucida e pervasiva, emerge il passato di tre personaggi che ostentano la disfatta delle proprie esistenze: un cinico faccendiere che medita di trapiantarsi a Santo Domingo; una donna perseguitata dall’infelicità e amante di un sanguinario capoclan; un intellettuale tormentato dal desiderio di un impossibile riscatto. Una vicenda appassionante, che restituisce una Bari animata dall’epopea migrante e descritta nei suoi giorni più fulgidi, dedicati al culto di San Nicola, emblema di un ecumenico messaggio di salvezza.
Recensione
Che bello questo noir di Carlo Mazza!
Un noir come, personalmente, penso debbano essere scritti!
Desolante, inesorabile, senza edificanti happy-end… Insomma una storia dove, nel migliore dei casi, finisci (letteralmente) sbranato tra le fauci di un leone!
Personaggi che, sotto ‘simpatici’ soprannomi, nascondono una ferocia inaudita, dove solo sottili sfumature separano i ‘buoni’ dai ‘cattivi’ e dove non c’è veramente la possibilità di parteggiare per qualcuno perché, alla fine, tutti sono perdenti, tutti sono miseri ‘esseri umani’ e, per questo, fallibili e imperfetti.
Il libro parte subito a razzo, con cadaveri che vengono disseminati lungo la storia, e il ricordo di altre morti aleggia nell’aria pagina dopo pagina; due storie si intrecciano abilmente in un unico dramma, una storia di morte avvenuta nel passato e un rapimento avvenuto nel presente.
Il capitano dei carabinieri Bosdaves (gran bel personaggio!) è ormai svilito, schifato, quasi, dalla realtà di violenza e omertà con cui deve avere a che fare tutti i giorni; il suo stesso ambiente di lavoro, dove una promozione in arrivo equivale quasi a un esilio, ormai gli sta decisamente stretto.
Quasi suo malgrado Bosdaves si trova tra le mani una gatta da pelare niente male, con il rapimento della giovane etiope Samira e, sullo sfondo, una Bari in balìa di antisemiti e di indigeni esasperati ad arte, ovviamente, da chi ha interesse a seminare il caos.
La storia procede inesorabile verso un finale amaro dove l’unica certezza non può che essere la morte.
Non avevo mai letto nulla prima d’ora di questo autore, e il fatto positivo di partire con l’ultima opera, è la certezza di avere altro materiale da leggere fin da subito!
Sì, perché questo Naviganti delle tenebre di Carlo Mazza, mi è piaciuto proprio tanto!
Alla prossima!
Carlo Mazza
Carlo Mazza è nato a Bari nel 1956, dove ha sempre vissuto. Ha lavorato in banca per trentotto anni e tra i suoi interessi ha coltivato anche la scrittura teatrale. Con il personaggio di Antonio Bosdaves ha pubblicato per la collana Sabot/Age i polizieschi Lupi di fronte al mare (Edizioni e/o, 2011), incentrato sulle relazioni tra politica, finanza e sanità, finalista al Festival Mediterraneo del Giallo e del Noir 2012 e tradotto in lingua spagnola dalle Ediciones Seronda, Il cromosoma dell’orchidea (Edizioni e/o, 2014), imperniato sui crimini ambientali, il racconto Valetudo, inserito nell’antologia Giochi di ruolo al Maracanà (Edizioni e/o, 2016), e il romanzo Naviganti delle tenebre (Edizioni e/o, 2018).