Recensione di Cristina Bruno
Autore: Hans Tuzzi
Editore: Bollati Boringhieri
Genere: poliziesco
Pagine: 208
Anno di pubblicazione: 2021
Sinossi. Nel 1990 a Milano si ebbero 103 omicidi: per la maggior parte, regolamenti di conti fra la malavita organizzata. Norberto Melis, primo dirigente della Questura della «capitale morale» (dove, di lì a breve, scoppierà lo scandalo di Mani Pulite), si interessa di più ai delitti che coinvolgono individui apparentemente normali, coloro che potrebbero essere, o dei quali potremmo essere i vicini di casa. Compenetrarsi di queste vite per risalire dalle vittime agli assassini affidandosi alla conoscenza del cuore umano, alle sensazioni, all’intuito – pur utilizzando tutti gli indizi materiali che la moderna criminologia consenta di vagliare – è per lui l’aspetto forse più coinvolgente di un’indagine: vedere le facce, sentire le voci, conoscere i luoghi. Per arrivare alla verità. Così, mentre la duplice inchiesta condotta dal commissario capo Michele Iurilli sulla morte di un uomo senza identità e su due anziane casalinghe uccise con identica bizzarra modalità in due quartieri lontani fra loro segna il passo, Melis non esita a indagare personalmente su un altro omicidio, tanto violento da poter essere dettato soltanto da un odio profondo. Il tutto mentre si avvicina, livido e al tempo stesso smagliante di luci, il Natale.
Recensione
Per Norberto Melis quello del 1990 è un Natale inquieto. Mentre Milano si prepara alla festa, degli insoliti delitti si susseguono a breve distanza l’uno dall’altro. Il primo è quello del ragionieLoris Calamatta, un losco personaggio che viveva di piccoli espedienti e truffe.
Poi è la volta di due donne anziane e insospettabili uccise nello stesso modo ed entrambe in possesso di una cospicua somma in contanti. Delle indagini si occupa Michele Iurilli, a lui spetta il compito di trovare testimoni, movente, sospetti e di frugare nelle vite delle vittime alla ricerca di un possibile collegamento. Nel frattempo si verifica un altro duplice e brutale omicidio: l’avvocato Galeotti viene ritrovato morto in casa assieme a una donna. Sarà Melis a dover risolvere il caso, spulciando tra le cause civili di cui si occupava il defunto.
Melis si muove nella Milano che non dorme mai degli euforici anni Novanta, anni in cui sembrava che l’Italia si fosse ormai lasciata alle spalle le tensioni degli anni di piombo mentre incombeva la crisi politica che avrebbe trovato il suo climax nell’inchiesta Mani Pulite. Come sempre nei libri di Tuzzi, i personaggi si muovono in un’ambientazione ben precisa, sia dal punto di vista geografico che temporale.
Tutto è ricostruito fedelmente, l’atmosfera, il clima politico, lo stile di vita di un’epoca così vicina a noi eppure già così lontana, quasi incomprensibile se vista con gli occhi di un giovane nato dopo il 2000. Scavare nel passato, sia pure recente, non è un inutile esercizio. Le ragioni dell’oggi sono racchiuse nei comportamenti e nelle vicissitudini di ieri.
Gli intrecci tra mafia, politica e imprenditoria, la corruzione, le stragi, il clientelismo sono tutti mali che affliggono il paese e che vengono passati in rassegna nei pensieri di Melis. Anche le indagini incarnano a loro modo lo Spirito del Tempo e le piccole truffe dei protagonisti diventano figura delle grandi truffe perpetrate dal mondo politico e imprenditoriale.
I colpevoli a loro volta sono lo specchio delle vittime: piccoli, insignificanti, avidi e moralmente deboli. E il pericolo si nasconde proprio lì, nella debolezza morale che rende possibile qualsiasi scelleratezza in nome del proprio tornaconto o piacere. A rafforzare i dettagli e conferire un aspetto ancora più tridimensionale ai personaggi c’è poi il dialetto meneghino, con le sue locuzioni sbrigative e incisive, cantilenante e spesso canzonante.
Gli occhi di Melis osservano con disincanto la città inquieta e trovano riposo solo nel ricordo della Genova dell’infanzia, del mare ligure e dei suoi colori. E altrettanto accade per la moglie Fiorenza che scioglie la propria paura del futuro ritornando al passato della sua Trieste e a un altro mare, l’Adriatico, in cui allo stesso tempo perdersi e trovare rifugio.
A cura di Cristina Bruno
http://fabulaeintreccio.blogspot.com/
Hans Tuzzi
Hans Tuzzi: autore – oltre che di saggi sulla storia del libro e sul suo mercato antiquario, e del romanzo Vanagloria (2012) – dei celebri gialli ambientati a Milano che hanno come protagonista il commissario Melis: Il maestro della Testa sfondata (2002 e 2016), Perché Yellow non correrà (2005 e 2016), Il principe dei gigli (2005 e 2012), Casta Diva (2005 e 2013), Fuorché l’onore (2005 e 2017), La morte segue i magi (2009 e 2017), L’ora incerta fra il cane e il lupo (2010 e 2017), Un posto sbagliato per morire (2011), Un enigma del passato (2013 e 2017), La figlia più bella (2015), La belva nel labirinto (2017), La vita uccide in prosa (2018) e Polvere d’agosto (2019). È autore anche della trilogia dedicata all’agente segreto Neron Vukcic: Il Trio dell’arciduca (2014), Il sesto Faraone (2016) e Al vento dell’Oceano (2017). Tutti i suoi libri sono pubblicati da Bollati Boringhieri.
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