Nelle profondità del lago
Recensione di Loredana Cescutti
Autore: S. K. Tremayne
Traduzione: Claudia Marseguerra
Editore: Garzanti
Genere: Thriller psicologico
Pagine: 336 p., R
Anno di pubblicazione: 2020
Sinossi. È una gelida giornata d’inverno quando Kath si risveglia in ospedale, scampata per miracolo a un terribile incidente. Non ricorda nulla dell’accaduto e non vede l’ora di tornare a casa per riabbracciare il marito Adam e la figlia Lyla, le persone cui tiene di più al mondo. Ma non appena mette piede nella proprietà immersa nella silenziosa brughiera del Dartmoor, niente è come prima. Non c’è più traccia della tranquillità che credeva di aver trovato. Adam è distante e sfuggente; amici e conoscenti continuano a ripeterle che non si è trattato di un semplice incidente, ma di un tentato suicidio. Kath non riesce a crederci: non sarebbe mai stata capace di abbandonare la figlia, che vive del suo affetto e delle sue cure. Eppure, anche il comportamento di Lyla, all’improvviso indecifrabile, la mette in allarme: la bambina le chiede ossessivamente «Perché l’hai fatto mamma? Non mi vuoi bene?», e dice di vedere l’ombra di un uomo nella brughiera. Un uomo che le sta osservando e che assomiglia come una goccia d’acqua a Adam. Kath inizia a dubitare di tutto e di tutti, persino di sé stessa e della memoria che non smette di tradirla e di confonderla. Anche se sa bene che non può lasciarsi paralizzare dalla paura, ma deve trovare il coraggio di scoprire come sono andate davvero le cose la notte dell’incidente. Solo così potrà sperare di uscire dall’incubo in cui la sua vita si è trasformata quasi senza che lei se ne accorgesse.
“Non dovevo fare quel che ho fatto; non dovevo farlo entrare nel mio cuore.
Perciò adesso me ne vado.
Me ne vado per sempre.
Dimenticatemi se potete.
So che non mi perdonerete.”
Recensione
“…i ricordi sono ancora a brandelli, ancora stracciati, ma stanno tornando, e il corpo sta guarendo, i lividi sul viso sono quasi scomparsi.”
Ciò che da subito si avvertirà come mancante è proprio quello che non si potrà vedere perchénascosto, perché rinchiuso da qualche parte, perché inconsapevolmente, forse, omesso in tutta la sua brutalità piuttosto che trasformato in mezze possibilità.
La verità.
Ma chi la sa la verità, chi ha deciso che quella doveva essere tale oppure chi la racchiude da qualche parte nella sua mente, ma non riesce a ricordare?
Non è bello non ricordare tutto, ma al contempo sentirsi dire di aver compiuto delle azioni negative di cui tu non ti saresti ritenuta capace. Sentirsi addosso gli occhi diffidenti e colmi di pietà degli altri, oltre a subire il disprezzo totale di tuo marito e a trovare difficoltoso parlare con tua figlia, che pensa che tu volessi abbandonarla, definitivamente.
Per scrivere questa recensione non ho avuto molto tempo per pensare, per riflettere sui fatti, perchéla lettura si è rivelata a tal punto rapida e totalmente avvolgente, da non permettermi di soffermarmi qua e là per iniziare ad abbozzare qualcosa prima di perderlo fra le molte idee. Il libro si è letteralmente esaurito nell’arco di circa due giorni, lasciandomi lì sconvolta e stupefatta.
Ritengo di poter definire Tramayne, in questo frangente, come un abile coltivatore che con grande esperienza ha gettato un seme nella terra, che poi ha amorevolmente coltivato, nutrendolo con acqua, sole, ombra, amore ma anche con una “giusta” quantità di odio e cattiveria che purtroppo è propria della natura umana, altrimenti una storia così incredibile non avrebbe mai potuto prendere vita.
L’ha osservata germinare, crescere, ingrandirsi fino a quando si è trasformata in un romanzo con una grande carica emotiva che va a stravolgere ogni certezza, ma anche con una quantità ben dosata di adrenalina che ha contribuito a rendere questa lettura così estremamente invischiante.
Una trama ambigua e malata, che fin da subito si mostra per ciò che è, ovvero una storia di disagi familiari reali reiterati nel tempo per mentalità e tradizioni, che però lui è stato in grado di trasformare, plasmare con le sue parole fino a renderceli sottoforma di un ottimo thrillerpsicologico.
Il non detto, la fiducia che viene a mancare, l’amnesia che invece di migliorare peggiora, e tanti piccoli avvenimenti che trascinano il lettore in un vortice di bugie dove apparentemente, nessuno ha la coscienza completamente pulita ad eccezione, forse, di Layla, la dolce bimba di Kath e Adam.
La brughiera del Dartmoor descritta in modo sublime, tanto scura e inospitale che contribuisce a nascondere la verità e proteggere i colpevoli e che, si rivela in tutta la sua selvaggia natura finendoper rendere l’atmosfera del libro ancora più angosciante ma allo stesso tempo, catalizza l’attenzione del lettore in modo ancora più morboso.
Una trama che di pagina in pagina si arricchisce di particolari, racconta di tradizioni e credenze anche sanguinarie che finiscono per inserirsi proprio all’interno della trama principale, perché chi è nato in quei luoghi non può farne a meno, per alcuni appare come l’unica fede anche se oramai i tempi delle streghe sono finiti.
Si giunge al finale in un vortice di dubbi, di flash della protagonista che un po’ alla volta riuscirà a ricordare, ma il cosa, ciò che è accaduto, potrebbe anche non piacerle.
Leggetelo!
S. K. Tremayne
è nato nel Devon, vive a Londra con le sue due figlie e scrive regolarmente su giornali e riviste internazionali. “La gemella silenziosa” è il suo primo romanzo pubblicato da Garzanti (2015). Sempre con Garzanti ha pubblicato “Il bambino bugiardo” (2017).
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