Recensione di Laura Salvadori
Autore: Romano De Marco
Editore: Piemme
Genere: noir
Pagine: 352
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. Una villetta abbandonata da anni, alla periferia di Milano. Due cadaveri carbonizzati, nessun indizio, nessun movente. È questa la matassa che il commissario Luca Betti deve sbrogliare, in uno dei periodi più complicati della sua vita. La separazione dalla moglie e il difficile rapporto con la figlia fanno crollare quelle deboli certezze di poter contare su degli affetti stabili. Ma non c’è tempo per i dolori personali, risolvere l’indagine è l’unica priorità che può dare uno scopo alla sua vita e farlo sentire ancora vivo. Marco Tanzi è diventato un investigatore privato di successo. Sembra essersi lasciato alle spalle le tremende esperienze vissute negli ultimi anni, ma la realtà è ben diversa. Per sfuggire ai suoi fantasmi personali, accetta un caso che rischia di farlo ripiombare negli incubi del suo passato più oscuro. Deve rintracciare un diciottenne con problemi mentali, figlio di una coppia dell’alta borghesia milanese, fuggito per andare a vivere fra i clochard. E quando uno spietato serial killer inizia a far strage di senzatetto a colpi di rasoio, la sua indagine si trasforma in una corsa contro il tempo. Mentre sulla città incombe un cielo più nero che mai, le strade dei due amici ed ex colleghi torneranno fatalmente a incrociarsi. E si troveranno, ancora una volta, davanti a scelte dolorose destinate a segnare per sempre le loro vite.
Recensione
Il nero è un colore congeniale a Romano De Marco, autore abruzzese che da diversi anni sta ritagliandosi una sua fortunata nicchia nel mondo dei romanzi thriller. Diversi sono stati i suoi successi, come diverse tra loro le sue storie, ma accumunate dal male di vivere la nostra epoca e da una sete di giustizia sempre più acuta.
In particolare, la serie “Nero a Milano” che peraltro presta il titolo al suo ultimo lavoro, merita di essere letta da tutti gli amanti del genere e non solo. La serie, che conta tre romanzi, “Io la troverò”, “Città di polvere” e l’ultimo lavoro di De Marco, “Nero a Milano”, appunto, è una delle più belle, a mio avviso, del panorama thriller italiano: in essa azione e adrenalina si sposano con trame articolate e ottimamente strutturate, mai banali, con rimandi ai temi più scottanti del nostro tempo.
I suoi protagonisti, Luca Betti e Marco Tanzi, sono personaggi vividi e dannati, simili ma talvolta anche distanti tra loro, che insieme formano un connubio di acume, perseveranza, coraggio ma anche grande umanità, fatta di debolezze, scelte sbagliate, discese negli inferi più bui e risalite repentine e dolorose verso la ribalta. Luca a Marco, che forse rappresentano due facce della stessa medaglia, (o forse dell’autore stesso, chissà), volteggiano sull’altalena della vita, l’uno in basso l’altro in alto, consapevoli che non appena la gravità porterà in basso l’uno, l’altro sarà pronto a porgergli la mano per riportarlo su.
In “Nero a Milano” entrambi i protagonisti sono impegnati nella loro personale battaglia. Luca alle prese con un’indagine che riguarderà uno dei crimini peggiori e deplorevoli, ostacolato da un superiore ottuso e ambiguo e affiancato da una nuova collega che gli insegnerà il coraggio di affrontare la malattia e l’estrema dignità della morte. Luca si trova in un momento di profonda crisi, è scostante, irascibile e imprevedibile, tanto da dover essere seguito da uno psicologo. In Luca si agita l’incertezza di riuscire ancora a distinguere concetti come l’applicazione della legge e la smania, spesso irrefrenabile, di seguire il desiderio di una giustizia sommaria e brutale.
Marco, risorto dalla sua personale palude di abbandono, dovrà riportare a casa un giovane disabile e dovrà resistere alla tentazione di tornare ad amare, lasciando andare le sue difese per riuscire nuovamente a credere in se stesso e a mettersi in gioco. Dovrà inoltre smascherare un killer che miete vittime tra i senzatetto milanesi, senza un apparente motivo. E dovrà fare i conti con il suo difficile passato, quando anch’egli si aggirava tra i clochard, in giorni neanche troppo lontani.
Entrambe le storie corrono in parallelo, dando voce ora all’uno ora all’altro protagonista. La scrittura semplice ma di grande effetto è capace di far accelerare i battiti del cuore del lettore, che si trova catapultato in vere e proprie azioni cariche di effetti speciali. L’uso del tempo presente, i periodi brevi, il linguaggio senza ridondanze, fanno del romanzo un’opera da leggere in un soffio, poiché leggera e accattivante quanto i suoi personaggi.
E mentre il lettore di appassiona alle vicende di Luca, ecco che il testimone passa a Marco. Insomma, non ci si annoia mai leggendo “Nero a Milano”. Anzi, ci si appassiona e proviamo il costante desiderio di vedere cosa succederà nelle prossime pagine. E di scoprire quando le due storie andranno ad intrecciarsi tra loro.
La cosa che però mi sorprende sempre nei romanzi di Romano De Marco è la capacità di inserire nella storia alcune riflessioni di grande impatto emotivo. Nel suo ultimo lavoro vi sono, tanto per dare un esempio, le voci dei clochard, che raccontano come siano discesi nel loro personale infermo fatto di freddo, indifferenza e solitudine. Vi sono alcuni pensieri di Davide, il giovane disabile che è fuggito dalla necessità di dover essere normale e dalla delusione di non essere accettato per com’è nemmeno da suo padre. Vi è la forza e il disincanto di Luisa, la nuova collega di Luca, che non è disposta ad arrendersi neanche davanti alle prove più difficili.
Insomma, “Nero a Milano” è un gran bel romanzo! Mi piace molto la scrittura di De Marco: è il tipo di scrittore che immagino non fare alcuna fatica a scrivere così bene! Non trovo, nella sua scrittura, alcuna ostentazione, né noto alcun sforzo stilistico o ricercatezza che lo allontani, nemmeno per un attimo dalla spontaneità e dalla freschezza di chi scrive di getto, nell’incapacità oggettiva di frenare il suo impeto creativo e di tacitare la voce mai ridondante dei suoi personaggi.
Non vi rimane, dunque, che abbandonarvi alla lettura di questo bel romanzo, senza dimenticare di leggere anche i due precedenti della serie, per un piacere a tutto tondo!
Romano De Marco
Abruzzese, classe 1965, esordisce come autore nel 2009 con FERRO E FUOCO (Giallo Mondadori n. 2974 ripubblicato per le librerie, nel 2012 da Pendragon edizioni). Nel 2011 esce il suo MILANO A MANO ARMATA, (Foschi Editore, premio Lomellina in giallo 2012). Nel gennaio 2013 è la volta di A CASA DEL DIAVOLO (Time Crime, Fanucci -secondo classificato premio Nebbia Gialla 2013). Nel 2014 pubblica con Feltrinelli IO LA TROVERO’ (collana Fox Crime, 2014) cui fanno seguito CITTA’ DI POLVERE (Narrativa 2015) e MORTE DI LUNA (Zoom Filtri, 2015). Dal 2017 passa all’editore PIEMME col quale pubblica L’UOMO DI CASA (premio lettori al noir festival, premio Scerbanenco 2017) e SE LA NOTTE TI CERCA (Premio Fedeli 2018). E’ tradotto in spagna, ha pubblicato racconti e articoli su Linus, Il Corriere della sera e sulle collane del Giallo Mondadori. Collabora con vari blog e i suoi racconti sono inseriti in oltre venti antologie.
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