Sinossi. Gabriele Malfitano è stato ucciso nel cortile del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, di notte in circostanze misteriose che hanno portato al furto della Venere Callipigia. Antonio Sanvitale, suo caro amico, non è un investigatore: vive a Napoli ma gestisce un B&B a New York che ha ereditato da suo padre, Archie Goodwin, colui che era stato il braccio destro di Nero Wolfe ed era rimasto l’unico proprietario della casa al 918 della 35esima Ovest, che Antonio ritrovò poco prima che morisse a sua volta. Con Lucrezia Sanvitale, sua madre, la sua amica Elisa Mascia, e con Elizabeth Gandolfini, chef e conduttrice di polso del B&B., formano una squadra per trovare l’assassino di Gabriele. Si imbatteranno in un mondo complesso: oligarchi russi che influenzano l’Occidente, rotte al centro del Mediterraneo, traffici di opere d’arte, vere e false, il potere dei soldi e la salvezza offerta dalla bellezza.
NERO ORCHIDEA
di Edoardo Guerrini
LFA Publisher 2023
Thriller, pag.204
Recensione di Salvatore Argiolas
La Venere Callipigia (dalle belle natiche) è una delle statue di epoca romana più belle e conosciute al mondo e quando viene rubata dal museo archeologico di Napoli, dove veniva conservata, il clamore del furto è enorme, dato che nell’edificio viene trovato il cadavere di Gabriele Malfitano, un collaboratore del museo che pare coinvolto nel crimine.
L’avvocato Antonio Sanvitale, amico della vittima, non è convinto della colpevolezza di Gabriele che conosceva da ragazzo e inizia ad indagare sullo strano omicidio e di conseguenza anche sull’incredibile furto.
Antonio ha l’indagine nel sangue perché è figlio dalla celebre attrice attrice Lucrezia Sanvitale e di Archie Goodwin, lo scaltro factotum di Nero Wolfe, che lo concepirono in una notte d’amore nella costiera amalfitana. Solo dopo molti anni Archie venne a conoscenza di avere un figlio in Italia e come pegno di risarcimento lasciò ad Antonio la vecchia casa di arenaria nella Trentacinquesima Strada Ovest che aveva ricevuto in testamento dal pachidermico investigatore.
Antonio ha trasformato casa Wolfe in un elegante bed and breakfast affidato alla volitiva Elizabeth chef di alto livello che cucina manicaretti molto apprezzati dai numerosi clienti ed è una vera ironia della sorte vista la misoginia del sedentario investigatore.
Sanvitale parte dalla constatazione che un’opera d’arte così famosa, illustrata in tutti i libri, non può essere stata rubata per rivenderla ma solo su incarico di un facoltoso collezionista e aiutato da un email postuma lasciata da Gabriele, trova una traccia che lo conduce sino a New York, dove anticipa l’arrivo di una nave che potrebbe trasportare la statua trafugata.
“Nero orchidea” è un trasparente omaggio ai romanzi di Rex Stout e ai suoi personaggi che hanno segnato la storia del giallo, coniugando azione, ironia, arte deduttiva e il sottile fascino di un epoca passata ma tocca diversi temi di scottante attualità come il traffico d’armi, la destabilizzazione della democrazia occidentale tentata dai russi e la tendenza di molti paesi a limitare in modo lento ma inesorabile le libertà individuali per fini egemonici.
Stupisce il fatto che “Nero orchidea” sia stato scritto nel 2020 ma preannuncia con precisione fatti che ora conosciamo nella loro dinamica:
“Un po’ di tensione c’è sempre, ma ti assicuro che sono stata in mezzo a scene ben peggiori, dove a parlare sono i Kalashnikov più che le urla. Sì, comunque ne ho già viste di tensioni del genere, l’America è piena di gruppi di questo tipo. Lo è sempre stata, ma quello che sento ora è un clima diverso. Questo paese sta prendendo una deriva che non mi piace per niente.
“Nel senso che questi gruppi aumentano?”
“Questo è sicuro, sono sempre più numerosi: neonazisti, anti musulmani, neo confederati, Ku Klux Klan…c’è solo l’imbarazzo della scelta. Ma quello che preoccupa è la collusione del potere: la polizia infiltrata, e forse anche peggio.
Abbassò ancora più la voce:
“Voglio dire che c’è una convergenza di interessi. Sembra che più forze mirino a dividere, a creare tensione. Sembra un film che noi abbiamo visto una quarantina di anni fa.”
dice Elizabeth ad Antonio Sanvitale dopo aver superato diverse vicissitudini e poi un sicario coinvolto in mille traffici ammette i tentativi di influenzare e plasmare in modo autoritario i governi occidentali:
“Noi non facciamo altro che far credere alle masse, quelle da cui proviene questo signore qui, che avranno una chance per sollevarsi, e intanto gli diciamo quello che vogliono sentirsi dire: faremo di nuovo grande l’America, chiuderemo i confini di latinos, cose del genere.
Funziona, non le pare?” (…) “La democrazie, un sistema che si può controllare, sapendoci fare. Basta individuare le facce giuste, e metterle all’opera, come in un teatro di burattini, con gli argomenti più facile, ed ecco che si hanno in tasca le elezioni.”
Edoardo Guerrini gestisce con grande bravura una trama costituita da tanti temi caldi, alternando scene d’azione ad altre più personali del narratore, l’avvocato Antonio Sanvitale, che ama letteratura, arte e cultura ed è solito infiorettare il suo racconto da citazioni e riferimenti culturale che è bello cercare di identificare uno per uno:
“Ci arrivai dalla Sesta Avenue e mi fermai presto, vicino allo stagno, dove c’erano già delle anatre. Chissà dove vanno le anatre d’inverno quando lo stagno gela?”
“Nero orchidea” è un romanzo delizioso che unisce vari generi tenuti assieme dalla passione di Edoardo Guerrini per Napoli, Amedeo Modigliani, Nero Wolfe e la letteratura, (forse non esattamente in quest’ordine) ed è veramente da consigliare per la fluidità della scrittura e per l’articolata architettura del romanzo.
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Edoardo Guerrini
è nato a Torino nel 1965, ma è molto legato a Napoli, città dei suoi genitori. Biologo, ha due figli, lavora come dirigente presso la Regione Piemonte, dedicandosi alla tutela dell’ambiente da venticinque anni. Lettore accanito, ama i classici, a cominciare da Cervantes e Shakespeare, e le detective stories. Il suo esordio letterario, “Senza fili”, è del 2017 acui sono seguiti “Il quaderno del fato” del 2019 e “Il lago verde” del 2020.