Recensione di Francesca Marchesani
Autore: George Gissing
Traduzione: Chiara Vatteroni
Editore: Fazi
Genere: Narrativa
Pagine: 574
Anno: Marzo 2020
Sinossi. Grub Street è la via di Londra in cui furono aperte le prime stamperie e dove nacque il mestiere di scrittore in senso moderno. Resa celebre da Alexander Pope nella sua satira del mondo letterario, da allora definì l’ambiente in cui si svolgeva l’oscuro e ingrato lavoro di un esercito di scribacchini costretti a sbarcare il lunario. Nella Londra di fine Ottocento, Edwin Reardon è uno scrittore di grande talento ma dallo scarso successo commerciale. Sebbene la continua incertezza economica e la povertà incipiente minaccino il suo matrimonio con Amy, è incapace di piegare la sua arte alle logiche del mercato e porterà avanti la sua coerenza fino alle estreme conseguenze. Al contrario, Jasper Milvain, giornalista rampante e giovane sfrontato, in cambio di ricchezza e affermazione sociale è disposto a tutto: curerà sempre e solo le relazioni convenienti, scriverà ponendosi come obiettivo primario di ottenere fama e denaro, romperà la promessa di matrimonio fatta a Marian Yule, figlia dello scrittore Alfred Yule e scrittrice a sua volta, preferendole un’altra donna che può portargli maggiore vantaggio.
Recensione
C’è una piccola semplice cosa che distingue la storia dalla preistoria, una linea grossolana le divide.
L’invenzione della scrittura, il desiderio di tramandare ai posteri stralci di vita quotidiana, pensieri e riflessioni. Le storie si sono sempre raccontate e poi abbiamo iniziato anche a scriverle e da lì non abbiamo più smesso.
Per questo la Londra di fine Ottocento raccontata in questo romanzo non è molto diversa dalla Londra di oggi. Ci sono queste figure mitologiche, gli scrittori.
Si dividono in diverse categorie ma quelle più importanti sono i mercenari, che scriverebbero qualsiasi cosa pur di vendere. Loro vanno col favore del mercato come le banderuole girano col vento.
E poi ci sono gli scrittori veri.
Quelli che pensano tutto il giorno a come farsi venire delle idee e finchè non sono convinti di quello che hanno scritto non vanno dall’editore.
Anche se questo volesse dire morire di fame. Come primo caso troviamo Jasper. Lui scrive quello che serve al mercato. Va bene qualsiasi cosa, basta che paghino. Addirittura vorrebbe scrivere un libro su quanto sia tempo perso quello passato a leggere.
I suoi superiori gli hanno detto così, che dopo un lavoro, magari sedentario bisognerebbe svagarsi non concentrarsi su stupidi fogli stampati.
Mentre Edwin dopo un esordio col botto piano piano si spegne e con lui anche le sue idee geniali. In questo libro troviamo scorci di attualità anche nella distinzione fra ricco e povero. L’artista difficilmente parte ricco, ogni giorno pensa a cosa dovrà fare per sopravvivere e tortura la sua mente per ideare piani geniali per cavarsela, è questo che attizza la creatività. Il ricco invece deve solo preoccuparsi di come far passare la giornata.
Insomma, questo libro è uno scorcio sul lavoro dello scrittore da tempi non sospetti. Come scrivere qualcosa che soddisfi il lettore deve passare anche da una soddisfazione dell’autore.
Quanti davvero possono percepire quanta fatica, quanto lavoro, quanta fame ci sia dentro una semplice pagina scritta?
Un libro per interpretare meglio quello che è scritto fra le righe.
George Gissing
Nasce a Portsmouth nel 1828. Vince una borsa di studi presso l’Owens College ed ha una carriera universitaria assai brillante. Qnde redimerla comprandole una macchina per cucire e procurandole un lavoro onesto, a tal scopo sottrae denaro ai suoi compagni. Viene scoperto ed espulso, si fa anche un mese di lavori forzati e dal 1876 si trasferisce per sei mesi negli Stati Uniti, tra Boston e Chicago, dove si guadagna da vivere scrivendo racconti brevi su quotidiani. Tornato in Inghilterra, sposa la sua Marianne e si trasferisce a Londra a scrivere romanzi. Quando però nel 1880 il suo scritto d’esordio, Workers in the Dawn, si rivela un clamoroso fiasco, Gissing deve lavorare anche come insegnante privato per scacciare i fantasmi della povert? Nel 1883 divorzia dalla moglie, divenuta nel frattempo alcolista, ma la mantiene per cinque anni fino alla morte di lei. Nettamente migliore per stile e caratterizzazione, nel 1884 il suo secondo romanzo, The Unclassed, incontra un moderato successo di critica. Dopo questo Gissing continua a pubblicare all’incirca un romanzo all’anno, ma per gli scarsi guadagni deve continuare a lavorare anche come precettore. Sebbene molto sfruttato dai suoi editori, nel 1889 riesce a recarsi in Italia per cedere i diritti di The Nether World. Tra il 1891 ed il 1897 produce quelle che sono stimate come le sue opere migliori, tra cui New Grub Street, Nato in esilio e The Odd Woman. Nel 1891 sposa Edith Underwood e si trasferisce ad Exeter. Nel 1897, dopo aver divorziato visita l’Italia meridionale e, in particolare, Crotone dove conosce Giulio Marino che descriverà nelle pagine di By the Ionian Sea. Incontra Gabrielle Fleury, francese traduttrice delle sue opere, e si sposa per la terza volta restando in Francia. Nel 1901 pubblica Il giornale intimo di Henry Ryecroft, muore due anni dopo.
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