Non chiamatemi Jessica Fletcher




Alice Guerra


Autore: Alice Guerra

Editore: Rizzoli

Genere: Narrativa gialla

Pagine: 324 p. R.

Anno edizione: 2025


Sinossi. Tra incontri imprevedibili e vecchie conoscenze, una commedia esilarante, un giallo arguto, una storia profondissima.
«Chi potrebbe avere interesse a rubare qualcosa che come valore più grande ha quello affettivo?»

Un nuovo mistero avvolge Mestre. Dopo un primo furto “illustre”, impensabile e rocambolesco, che coinvolge acrobati ungheresi e monaci tibetani e che scardina gli equilibri internazionali, gli abitanti della città vengono investiti da un’ondata di altri furti – piccoli, ma inarrestabili. Dalla zia Rosanna a Piercoglione, non si salva nessuno. E tutti, prima ancora di rivolgersi al commissario di polizia Salvatore Lo Cascio, chiedono aiuto ad Alice Guerra, influencer mestrina con un passato (recentissimo e turbolento) come investigatrice improvvisata. Ma questa volta Alice non ne vuole sapere di vestire i panni del suo idolo Jessica Fletcher perché, orgogliosamente muso da can, vorrebbe stare sola e tranquilla sul suo divano. E invece prima viene travolta dall’arrivo inaspettato della sua ex migliore amica d’infanzia, Vespasiana – in piena crisi dopo essere stata abbandonata da una famosa popstar con cui è stata fidanzata per anni – e poi, suo malgrado, nella vicenda dei furti ci finisce in pieno. Lo Cascio ha comunque parecchio da fare. Con i capelli sempre più fuori controllo, ha il terrore di rispondere al telefono, preoccupatissimo che a chiamarlo possa essere il Dalai Lama, l’FBI oppure Alice. Intanto lei, in bilico tra una fortissima attrazione nei confronti del bel commissario siciliano e la più grande incazzatura degli ultimi anni, fa di tutto per aiutare Vespasiana e in qualche modo accetta anche di occuparsi dei misteriosi furti. Perché sa cosa significa perdere ciò a cui si tiene di più. Che sia un amore, un’amica o un pacco di Pan di Stelle.

“Lo so, che ci posso fare? Sono muso da can e sto bene da sola, a casa mia, con i miei gatti. Ma non è che potrei commettere un altro piccolo reato, così da farmi dare almeno una pena part-time in prigione e avere la scusa per non essere obbligata a scarrozzare la gente in giro? Basta portarsi una sciarpetta, qualche pacco di Pan di Stelle e sarebbe assolutamente perfetto. Là finalmente potrei stare tranquilla, in compagnia della guardia che non mi caga…”

 Recensione

di

Loredana Cescutti


Sono un po’ in difficoltà.

Come posso iniziare a parlare del nuovo romanzo di Alice senza rovinarvene la lettura e senza risultare invece stucchevole?

Sì, perché il libro mi è piacito e perdipiù, un sacco e una sporta porca paletta, perché un sacco solo sarebbe stato poco.

Qui ho riso all’inverosimile, anche più che nel precedente (potete trovare la mia recensione di Dieci cose che ho imparato da Jessica Fletcher qui sul sito) ma, allo stesso tempo, da un momento all’altro ho pure avvertito brividi profondi, la pelle d’oca.

“… ma tu pensi che sia facile far ridere la gente quando dentro sei morta? O quando non avresti nemmeno voglia di alzarti dal letto, ma devi cercare di essere sempre al massimo della tua ironia sennò la gente ti dice che sei cambiata, che non sei più la stessa, che ora te la tiri? No, non lavoro in miniera, ma non è tutto facile come pensi tu.”

Un’emozione fortissima, quadruplicata rispetto al precedente, arrivando, in alcuni momenti, a percepirmi completamente annichilita.

“… ritengo che potrebbero esserle utili un po’ di esercizi per portare alla luce i suoi desideri più autentici. Il punto non è sentirsi in colpa, ma semplicemente lasciarli emergere per quello che sono.”

Perché sì, Alice Guerra riesce a dire le cose in modo chiaro e schietto che poi, è sempre la cosa migliore, sputar fuori la verità senza rischiare di implodere.

Riconoscere i propri limiti ma, con l’intenzione di superarli, mettendo sempre davanti a tutto il nostro BENESSERE che poi, non vuol dire essere egoisti, bensì significa preoccuparsi di aiutare gli altri ma senza mettere in quarta fila noi stessi arrivando a subire tutto e togliendoci l’importanza che ci meritiamo.

Un vortice questo nuovo libro, che affronta temi complessi come la necessità di riscatto personale come simbolo del volersi bene, il distacco dalla “dipendenze”, inteso come non subire più l’ombra di qualcun altro per vedersi in modo completo, percependosi come un “io” che sono in grado di vivere anche senza che altri decidano per me e, riconoscere e godere di ciò che la vita ci offre, magari eliminando un pizzico di orgoglio che non guasta mai.

Dico solo un po’, perché lo so bene che è una brutta bestia.

“Cos’è sta roba?» le chiedo confusa.

Xe e prove, cara mia! Le prove de tutti i furti! No ghe xe scampo per sto ladro!

Aiuto. La psicosi del ladro è reale, posso toccarla con mano. Di nuovo, come quella per il serial killer. È ufficiale. Ma io non sono Jessica Fletcher, non so più come dirglielo! Da Jessica ho imparato un sacco di cose, tipo che chi fa da sé fa per tre, che basta un piccolo dettaglio per cambiare tutto, che si può conquistare il mondo anche in pigiama, che non puoi piacere a tutti, che nessuno fa niente per niente, che anche la tua più cara amica può essere un’assassina, che non è mai troppo tardi… ma adesso tutto questo non mi serve e non mi deve servire! Non finirò mai di ripeterglielo alla zia Rosanna che io NON VOGLIO INDAGARE…”

Una scrittura frizzante, che anche nelle situazioni più semplicistiche tiene in scacco il lettore con una passione travolgente.

I dialoghi fra Rosanna e la nipote oltre al “reparto geriatrico” di supporto e contorno spiccano all’ennesima potenza, con riflessioni che poi, tanto sbagliate non sono nemmeno.

L’invasione di casa, gli obbligati cambi di ruotine, i tanti problemi che sia andranno ad affastellare fra loro nel dover gestire un adattamento mai chiesto e ovviamente, un nuovo mistero.

“Piccole cose agli occhi di un estraneo, magari, ma molto importanti, estremamente importanti per chi le possedeva: dei veri tesori… perché poi è così che va la vita, ci si accascia, si impara a lasciare andare, sentendosi quasi in colpa per avere amato così tanto qualcosa che, in fondo, agli occhi del mondo non era niente di speciale.”

Tanti furti, partendo dal pezzo forte per poi passare a cosine di meno valore ma forse più preziose, in un’escalation che farà agitare tutti, compresa Alice quando anche lei verrà personalmente colpita.

“Okay. È il momento. Devo iniziare a indagare.”

Che dire, “Jessica” e la sua improbabile squadra si metteranno all’opera per capire anche se la “missione” non sarà per nulla semplice.

“Ci incamminiamo … con la grinta di chi sa di avere addosso gli occhi del mondo intero ed è pronto a tutto pur di far trionfare la giustizia.

Occhiali da sole, sialle stretto al collo, scarpe ortopediche, passo sicuro. Per quanto possa essere sicuro il passo de Ornella, col deambulatore. E della zia Rosanna, con la sciatica. E della Teresina, con l’alluce valgo. E il mio… che… Be’, sapete, non sono molto atletica.”

Una storia che parla molto di legami, di paura di affrontare i sentimenti, di amicizia autentica e solidarietà e perché no, anche di strade necessariamente da chiudere, per poi provare ad intraprenderne altre, magari incerte ma più propositive.

Insomma, Alice non mi ha delusa la prima volta e in questo secondo incontro mi ha pure sorpresa, perché non mi capacitavo di come fosse possibile passare dal ridere sfrenatamente al ritrovarsi emozionati e come ebeti davanti a certe parole e avvenimenti.

È evidente che la penna sa scrivere e soprattutto, cosa importantissima, è capace di TRASMETTERE.

Emozioni vere, reali, concrete.

Profondissime.

Mi complimento con l’autrice, perché ciò che emerge da queste pagine ha un valore e non credo di essere riuscita a restituirvelo tutto, anche se avrei voluto.

D’altronde non potevo spoilerarvi il libro.

Come nel precedente, ovviamente il richiamo a Jessica, dà quel in più che per gli appassionati come me della Signora in giallo che sanno le puntate a memoria ancora prima di aver letto il titolo, non possono fare altro che sentirsi a casa.

Ma non illudetevi, qui c’è sicuramente molta più Alice che Jessica, ed è stato giusto e bello così.

Lo capirete solo leggendo.

Alla prossima!

“Io ci metto il cuore in quello che faccio, la mia ironia è stata l’unica cosa che mi ha aiutata a sopravvivere…”

E guai a te se smetti.

Buona lettura!

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Alice Guerra


Vive a Mestre, è un’influencer e autrice italiana. Seguitissima sui social, la sua missione è quella di diffondere il veneto. Laureata in comunicazione, in poco tempo ha conquistato i social grazie ai suoi video e le sue parodie in veneto.
Nel 2024 esce per Rizzoli il suo primo libro, Dieci cose che ho imparato da Jessica Fletcher, Non chiamatemi Jessica Fletcher è il suo nuovo libro (Rizzoli – 2025).