Recensione di Antonella Bagorda
Autore: Francesco Fioretti
Editore: Piemme
Genere: Narrativa letteraria
Pagine: 249
Anno di pubblicazione: Aprile 2021
Sinossi. “Aprite a caso la “Divina Commedia” e leggete pochi versi. Cercate di capirli con l’aiuto delle note, e rileggeteli finché non siete in grado di recitarli con buona intonazione. Domani mi racconterete cosa avete letto e cosa fantasticato. Parleremo di due cose, quest’anno, con particolare intensità, come Dante e Guido Cavalcanti a Firenze nelle notti stellate. Parleremo quasi solo d’amore. D’amore, e di felicità.” Il professor Deaglio, insegnante di lettere in un liceo di provincia, ha da sempre una grande passione per Dante. Non si tratta solo del timore reverenziale di un “prof” nei confronti del Vate, né di una fascinazione acquisita col lavoro. Dante gli ha salvato la vita, durante l’adolescenza, gli ha fatto comprendere di non essere l’unico a pietrificarsi davanti alla donna amata, né di essere poco normale perché considerava la letteratura un rifugio. E, da quel momento, la sua esistenza è stata scandita da letture e riletture per cercare spunti sempre nuovi sul suo modo di concepire il mondo. Ora, quarantenne, autore di un romanzo di successo, ha deciso di provare a condividere ciò che Dante gli ha insegnato, e non si tratta solo delle sublimi parole con cui lo ha strabiliato, ma di veri e propri consigli per raggiungere la felicità, consigli modernissimi ed efficaci. Anche perché è Dante stesso, nella dedica della sua opera più celebre, “la Commedia”, che Boccaccio eternò come “Divina”, a dire di voler far dimenticare ai lettori la “miseria della loro condizione” e far raggiungere la beatitudine in “hac vita”, in questa vita, e non solo in quella eterna di cui narra nelle tre cantiche. L’amore, le parole, il dolore, la perdita, la spiritualità, tanti sono i temi affrontati da Dante con profondità ed efficacia rarissime. Così come il cielo stellato che possiamo rimirare fuori dalle nostre finestre oggi ci incanta e ci fa esprimere desideri pur essendosi spento centinaia di anni fa, così queste parole vecchie di 700 anni si rivolgono proprio a noi che oggi andiamo cercando una scintilla di felicità.
Recensione
Stefano Deaglio è un uomo adulto, orgoglioso di portare la cravatta perché orgoglioso di essere un uomo adulto. È stato uno sten, è un prof e questo suo essere prof l’ha portato a essere anche uno scrib. Ed è in crisi. Principalmente con la sua felicità. E lo è proprio nel momento in cui avrebbe la necessità di esserci dentro, di viverla appieno quella felicità. Ha pubblicato un romanzo di successo e ora è immerso nella stesura del secondo, che già di per sé pare essere l’impresa più difficile da affrontare per uno scrittore. Ad aumentare le difficoltà c’è appunto il fatto che, in questo momento, il professor Deaglio sta vivendo una crisi familiare che lo allontana di molto da quella felicità che dovrebbe essere protagonista del suo nuovo lavoro.
In questo romanzo le vicende personali del prof si alterneranno a delle vere e proprie lezioni con cui il protagonista andrà ad esaminare, principalmente, i passi più importanti della Divina Commedia e poi, più in generale, il personaggio di Dante Alighieri e i suoi altri scritti.
Mentre il prof perde pian piano il controllo sulla propria vita e assiste a dei cambiamenti familiari radicali e spiazzanti che lo porteranno anche a mettere in dubbio alcune tra le sue più forti convinzioni, analizza con lucidità le due strade che ha deciso di percorrere durante l’anno con i suoi studenti di liceo: quella dell’amore e della felicità.
La commovente storia d’amore di Paolo e Francesca, il ritorno spiazzante di un ex allieva che risveglia pensieri creduti ormai sopiti, le ipotesi sui fatti che riguardano il Conte Ugolino e i suoi figli, la tremenda traversata dell’inferno, la scoperta di sentimenti intimi e nuovi, l’estenuante e infinita ricerca della felicità, giovani studenti che si tuffano in nuove esperienze che non sanno ancora controllare, crisi, famiglie complicate, genitori assenti o troppo presenti, affetti lontani, fino ad arrivare al tanto atteso incontro nel paradiso creato dal Sommo Poeta e all’inaspettata reazione di Beatrice alla sua vista; tutto questo e molto di più è contenuto in queste pagine che sono una via di mezzo tra un romanzo e un saggio sulla vita di Dante. Il protagonista sfrutta le sue profonde conoscenze sull’Alighieri per cercare di non perdere la retta via e per dare i giusti consigli ai suoi studenti (e l’autore ai suoi lettori) nel tentativo di non farla smarrire nemmeno a loro. E ci riesce. Anche con risultati sorprendenti a volte.
Alternando Lezioni e avvenimenti della vita del prof, e collegando ovviamente le cose tra loro, l’autore ci accompagna in un percorso mai casuale in cui ci dimostra quanto sia importante lo scopo che Dante si era prefissato già 700 anni fa: la necessità di far dimenticare ai suoi lettori la “miseria della loro condizione” per fargli raggiungere la beatitudine in “hac vita”, in questa vita.
Basta cercare online il nome di Francesco Fioretti per rendersi subito conto di quanto, come uomo e come scrittore, lui si senta legato a Dante e di quanto, negli anni, la sua vita si sia più volte intrecciata con quella del Sommo Poeta; sono infatti svariati i romanzi che gli appartengono che riportano il nome di Dante fin dalla copertina. Ed è il motivo per cui questo romanzo va preso sia come tale, cioè come il racconto di personaggi interessanti come il prof Deaglio e tutti gli altri, più o meno importanti, che gli ruotano attorno, che come vera e propria lezione su Dante e il suo pensiero.
Non di solo amore non è certo una lettura facile e veloce che si fa fuori in un paio di giorni. Leggendo questo libro viene voglia di mettersi accanto carta e penna e di prendere appunti, di fare ricerche, di leggere i capitoli delle Lezioni e subito dopo chiudere il libro per assimilare i concetti e lasciarli decantare, quasi sperando che qualcuno ci interroghi sull’argomento.
Ma, soprattutto, leggendo questo libro viene voglia di conoscere Dante molto meglio di come molti prof siano stati in grado di farcelo conoscere a scuola, e quindi vien da sé anche la voglia di tuffarsi nella libreria a tirare fuori e spolverare quella vecchia edizione della Divina Commedia che in molti non tocchiamo più da troppo tempo.
Questo libro contiene una lettura che per me è stata inaspettata. Credevo di ritrovarmi davanti a un romanzo che mi piazzasse qua e là citazioni di Dante e versi a caso della sua Commedia, invece mi sono ritrovata in un vero e proprio libro di storia. Storia spiegata in maniera eccellente da un bravissimo e reale autore nascosto dietro un bravissimo e immaginario prof che mi sarebbe piaciuto avere come insegnante di italiano al liceo. Il tutto accompagnato dalla leggerezza di una narrazione scorrevole che crea una necessaria empatia tra lettore e personaggi.
Dunque, per concludere, mi sento di sconsigliare la lettura a chi è in cerca di un romanzo che scorra via liscio, breve e indolore, e che si possa leggere spensieratamente sotto l’ombrellone. Chi, invece, come me, ama Dante e la Divina Commedia e sente di non saperne mai abbastanza, e ha voglia di approfondire l’argomento, e di leggere considerazioni nuove e talvolta illuminanti, e non si spaventa davanti a tante date e troppi nomi che fanno vivere la sensazione di trovarsi sui banchi di scuola, direi che non può assolutamente perdersi questo libro di Francesco Fioretti.
Aggiungo una breve postilla, un pensiero personale che ho voglia di condividere con voi: ho letto per caso la trama de La selva oscura, Il grande romanzo dell’inferno, ovviamente sempre di Fioretti, e sono troppo curiosa di scoprire come un grandissimo estimatore di Dante come lui possa aver avuto il coraggio di mettere le mani sull’Inferno e romanzarlo, affrontando quindi l’ambiziosa operazione letteraria che viene promessa nella sinossi. Lo leggerò senz’altro. E molto presto.
Francesco Fioretti
Francesco Fioretti è nato a Lanciano, in Abruzzo, nel 1960. Siciliano e apulo toscano d’origine, si è laureato in Lettere a Firenze e ha insegnato in Lombardia e nelle Marche. Nel 2012 ha conseguito il dottorato presso l’Università di Eichstatt in Germania, con una tesi sullo Stilnovo di Dante e Cavalcanti. Ha pubblicato saggi critici e antologie scolastiche. Ha esordito con la Newton Compton nel 2011 con Il libro segreto di Dante, che ha subito scalato le classifiche italiane, vendendo i diritti di traduzione in 7 paesi.
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