Non è tutto oro




Recensione di Marina Morassut


Autore: Valeria Corciolani

Editore: Amazon Publishing

Genere: Giallo

Pagine: 308

Anno di pubblicazione: 2018

RECENSIONE:

Seconda avventura per l’ispettore valdostano trapiantato in Liguria Jules Rosset e Alma la “super” colf.

Non devono ingannare i titoli di entrambi i romanzi, perché “Acqua passata” e soprattutto l’ultimo “Non è tutto oro”, nella nassa che la vita tira a riva ogni giorno, intreccia una malinconia di fondo con la quotidianità di persone e famiglie diverse per provenienza e scelte di vita, fatta sì di terribili attimi di smarrimento, ma anche di momenti divertenti e gioiosi. E come di consueto intessuta con una concatenazione di eventi che presi separatamente, forse, non avrebbero portato a ciò che invece si è concretizzato.

Siamo a Chiavari, in Liguria, territorio amato dall’autrice, che ci racconta la provincia scegliendo una vicenda che porterà il lettore a curiosare partecipe della vita di diversi personaggi, su cui spiccano i due protagonisti, l’Ispettore Rosset e l’umanissima Alma Boero con tutta la sua famiglia, figli e soprattutto suocera al seguito!

La vicenda parte con un avvistamento che l’anziana Elvira, insonne cliente di Alma, suo malgrado fa una notte dalla sua terrazza, tra la poltrona di vimini e il vaso di begonie, mentre, triste come può essere in alcuni frangenti la vecchiaia, riflette sulla morte. Ma proprio per la peculiarità di ciò che vede e di ciò che teme di dire a causa appunto del suo “stato avanzato di vita”, la sua preziosa testimonianza – che invero apre il romanzo – non verrà rilasciata subito, anche perché tra marche di auto, bracci penzolanti e scarpe mancanti… “bon, non è mica facile capirsi”!

Anche il cinquantaduenne Nestor Koplas, antiquario, immigrato di lungo corso a Chiavari, non trascorre in modo meno ansioso le sue notti. La bellissima moglie Elena, infatti – troppo bella, troppo giovane, troppo vitale e diversa da lui – non ha dormito nel suo letto. E lui, che si sente incrostato di tempo, che sente di non aver mai veramente vissuto, invece di denunciarne la scomparsa, mente persino ai vicini, fingendo che Elena sia andata via per qualche giorno con un’amica. Perché questa bugia? Forse perché ha origliato una telefonata della moglie e… ? All’improvviso però tutto precipita, perché quella che avrebbe potuto sembrare una scappatella si trasforma in tragedia e nessuno, nemmeno il marito che ha mentito sulla scomparsa della moglie, può essere ritenuto innocente.

Perché al largo di Punta Chiappa, grazie a un pescatore pensionato, viene ripescato il cadavere di una donna bellissima… E da questo momento la vita a Chiavari si tinge di giallo!

Questa volta nemmeno Alma, che manomette senza saperlo la possibile scena del crimine, sarà completamente innocente, tra rimorsi e pentimenti a cui si aggiungono i rimbrotti della suocera Alfonsina e i grattacapi causati dai figli.

Alma, capelli corti e un profilo fiero, che pare una divinità intagliata nell’ebano – che è stata il frutto dell’amore di sua madre per un uomo di colore e che ha avuto il coraggio di crescerla da sola; Alma che è stata abbandonata dal marito, che ha messo fra di loro un oceano e si è creato una nuova famiglia, lasciandola sola ad allevare i loro figli…

E poi ecco che alfine entra in scena anche il biondo ispettore Jules Rosset, di ritorno da un paio di giorni nella natia terra valdostana e che francamente “di rituffarsi nell’umido salmastro della riviera ne farebbe volentieri a meno”. Ma per stare vicino al figlio nei fine settimana stabiliti, figlio che la ex-moglie ha acconsentito andasse a Rapallo, l’Ispettore da due anni vive a Chiavari, con un equilibrio ancora instabile sia dal punto di vista “paesaggistico” (odia il mare!), sia lavorativo. Perché tra lui e il vicequestore non sono tutte rose e fiori, anche se con gli altri si trova a suo agio.

La persona con la quale si sente in assoluto più in sintonia, insomma il suo pezzo da novanta, è Alma, che non esiterà a ricattare per farsi aiutare in questo nuovo caso.

Tra caratteristiche e divertenti parolacce in francese, paura atavica del mare e incredulo rimpianto per il Professor Moriarty (gatto avuto in momentaneo prestito), questo ispettore ci regalerà spassose scene, sia in compagnia di Alma che del suo vice Solari, che non gli fa sconti nelle situazioni più incresciose.

Alma che ha quasi scelto di fare la colf; Alma che, con l’occhio allenato dalla sua professione, riesce a visualizzare dettagli importanti che agli altri, perfino all’ispettore, sfuggono.

Come di consueto per un romanzo giallo, non diremo di più della trama, per non incorrere in rivelazioni inopportune e quindi, dopo aver adocchiato la sinossi, via che si parte per un magnifico viaggio, in cui l’ispettore ci richiama alla memoria il più maturo ed esperto Maigret, di cui l’autrice è una appassionata estimatrice e che palesemente omaggia in questo artistico modo.

Alcune considerazioni sul romanzo, che vale la pena evidenziare, al di là della bellezza del congegno puramente “giallo”. In primis, la bellezza di scoprire la nostra Italia grazie a un’effervescenza di scrittori di nuova – e anche meno recente – generazione: penso ad Alice Basso e alla sua serie ambientata a Torino, Nora Venturini con la sua ambientazione a Roma – e ancora Camilleri e la sua Vigata, Antonio Manzini e la sua Roma/Aosta e ancora tanti altri bravi scrittori italiani cui aggiungiamo Valeria Corciolani, emiliana di stirpe ma chiavarese di nascita, che ci fa scoprire portici, vie, locali, palazzi e ambiente marino ligure.

E poi l’argomento lavorativo incentrato su Alma, che ha scelto, diciamo così, di fare la colf, nonostante questo venga considerato da tutti un lavoro “degradante” e che quindi dà il là a trattare un argomento spinoso (tra maldicenze, sospetti, ambienti poveri,ecc): il lavoro delle coraggiose colf o badanti, soprattutto emigrate dall’est Europa, che lasciano case, famiglie e affetti per cercare di ottenere uno standard di vita migliore soprattutto per i propri figli, e che dal punto di vista sociale vengono considerate meno di niente nel nuovo Paese dove emigrano e lavorano.

Altro argomento di scottante attualità e che si collega al lavoro delle badanti è la problematica legata alle persone appartenenti alla fascia della terza età (e del difficile rapporto con i familiari), così come il problema della generazione che ha sacrificato in toto la propria vita privata sull’altare del lavoro e del conseguente riconoscimento sociale

E ancora: “Tirchi, tirchi persino nella condivisione del patrimonio gastronomico”: è questo che l’ispettore Jules Rosset pensa dei liguri, parlando del basilico di questa stupenda regione, che cambia profumo al solo varcare il confine di questa regione – consentendo alla Corciolani di mettere ironicamente in evidenza pecche e curiosità di questo territorio, il suo territorio.

Tra citazioni poetiche tratte da De Andrè e da Shakespeare, la Corciolani ci fa intravedere uno scorcio della sua meravigliosa Liguria, dove purtroppo non è tutto oro ciò che luccica e dove Alma ha imparato che “non si può affrontare il futuro senza riempirsi lo zaino con il passato. Mai.”

Valeria Corciolani


Valeria Corciolani è nata e vive a Chiavari, con marito, due figli, il geco Attilio e un gatto che divora “pane bianco liscio” come Elwood dei fratelli Blues. Infatti è stato battezzato Elwood pure lui, ça va sans dire.Lavora come illustratrice e conduce corsi nelle scuole per avvicinare i bambini all’arte e alla creatività.

 

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