Non siamo mai stati qui




Recensione di Giulia Pillon


Autore: Lara Prescott

Editore: DeA Planeta

Traduzione: Chiara Baffa

Genere: romanzo storico

Pagine: 446

Anno di pubblicazione: 2019

Sinossi. Mosca, 1949. È notte fonda quando Olga Ivinskaja viene prelevata dall’angusta cella che divide con altre prigioniere. Quello che gli uomini in nero vogliono sapere – e che Olga rifiuta ostinatamente di confessare – è se davvero il grande Pasternak stia lavorando a un’opera sovversiva in grado di gettare cattiva luce sul regime sovietico. Ma invece di mettere nero su bianco le informazioni che l’interrogatore prova a estorcerle, Irina impugna la penna per raccontare la sua storia. La storia di un amore proibito più tenace persino della prigionia. E di un romanzo, “Il dottor Zivago“, più forte di ogni censura. A Washington, intanto, presso la sede centrale della CIA, la giovane Irina vienearruolata come dattilografa e presto promossa al ruolo di spia. In piena Guerra Fredda, tra i suoi obiettivi c’è quello, delicatissimo, di aggirare il bando che vieta la pubblicazione di “Zivago” in Unione Sovietica, e risvegliare la sete di libertà della popolazione sfruttando l’arma più micidiale e sottovalutata che esista: il potere delle parole. “Non siamo mai stati qui” è il racconto a più voci di un’epoca travagliata e di una formidabile avventura umana, sentimentale e letteraria. Un omaggio a un tempo in cui “credevamo che i libri potessero cambiare la storia”.

Recensione

Fino a che punto si può sacrificare la propria vita per amore?

Quanta paura può fare un libro?

Quanto siamo fortunati a vivere in un Paese libero?

Sono queste le domande che mi sono venute in mente dopo aver letto “Non siamo mai stati qui”. Il libro d’esordio di Lara Prescott è una lettura profonda e avvincente, di quelle che lasciano il segno, soprattutto perché narra di eventi realmente accaduti.

Due vicende parallele s’intrecciano nel corso degli anni Cinquanta. Siamo in piena Guerra Fredda e, come il mondo, anche il libro è diviso in due: l’Est e l’Ovest.

A Est della cortina Boris Pasternak scrive il romanzo più importante della sua vita, Il dottor Zivago, che fa tanta paura al regime sovietico perché narra di una Russia precomunismo, di liberta soppresse, svelando la verità sulla rivoluzione.

Sul piano privato, Pasternak è diviso tra la moglie e la giovane amante Olga Ivinskaja, a cui il personaggio di Lara è ispirato, che finirà in un gulag perché il regime vuole far pressione sullo scrittore. A parlarci qui sono le voci di Pasternak un sognatore, ma anche un uomo pieno di paure e debolezze e della sua musa Olga, che per lui ha sacrificato tutto.

A Ovest, intanto, la propaganda antisovietica procede senza sosta e le dattilografe della sede centrale dell’Agenzia (che diventerà poi la CIA) battono a macchina pagine e pagine di documenti riservati. Alcune di loro sono anche spie.

A Irina, una ragazza nata in America ma figlia di una coppia russa, viene chiesto di contribuire all’introduzione in Russia e alla diffusione del romanzo proibito di Pasternak. Le voci qui sono quelle delle dattilografe/spie, donne forti e coraggiose costrette a fare quotidianamente i conti con un ambiente maschilista: quella di Irina – che volente o nolente racchiude in sé l’Est e l’Ovest e quella di Sally, da prima sua mentore e poi qualcosa di più.

 Spie, missioni segrete, amori impossibili, donne coraggiose: ingredienti di una lettura consigliatissima!

Una lettura che ci fa riflettere sul diritto di libertà di pensiero e parola, e che, mettendo a confronto il passato e il presente, ci ricorda quale immensa fortuna sia non essere nati sotto un regime.

Lara Prescott


deve il nome che porta alla protagonista del Dottor Živago. Laureata in scienze politiche, ha conseguito un master presso il Michener Center for Writers. Non siamo mai stati qui (DeaPlaneta2019) è il suo primo romanzo.

 

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