Sinossi.
Nostra signora delle nuvole è un libro poetico, commovente, universale, che racconta la vita di un uomo e della sua famiglia attraverso gli occhi colmi di stupore di un bambino, e la storia d’amore tra una madre e i suoi figli attraverso la letteratura, l’immaginazione, l’irrealtà. La storia di un destino scritto nelle nuvole.
Mirko ha sette anni e sette nomi. Ogni nome una storia, una vita, un sogno, un destino che gli ha donato sua madre Annarita. Per lui ha inventato una lingua capace di trasportarli in un universo mitico e fiabesco. Insieme, hanno creato una fortezza di storie e di parole per difendersi dal più terribile dei mostri: la realtà. Attraverso l’infanzia nel pittoresco quartiere romano di Città Giardino – punteggiata dalle visite dell’elegante nonna materna, del bizzarro nonno ungherese e dal rapporto difficile con il padre – la voce narrante muta con l’arrivo della sorellina e con il sofferto trasloco a Latina. Con lo stesso sguardo svagato e favoloso di Annarita, Mirko trasforma le ansie in una narrazione picaresca che sfida le trappole dell’adolescenza, la scoperta dell’amore, e del dolore più grande. Finché, inesorabile, la realtà non s’insinua tra le mura di casa, portando con sé il fantasma dell’età adulta e della fantasia che si sfalda come le nuvole. Tra le inevitabili macerie dell’esistenza resta però intatto l’obelisco della madre a testimoniare una storia meravigliosa e a tramandare le splendide illusioni di una vita. Mirko Zilahy, dopo il successo nel thriller, accorda la voce a un registro letterario e scopre una gamma di colori, stili e sensazioni che lo proietta nella grande tradizione del romanzo familiare e di formazione. Nostra signora delle nuvole è un libro poetico, commovente, universale, che racconta la vita di un uomo e della sua famiglia attraverso gli occhi colmi di stupore di un bambino, e la storia d’amore tra una madre e i suoi figli attraverso la letteratura, l’immaginazione, l’irrealtà. La storia di un destino scritto nelle nuvole.
NOSTRA SIGNORA DELLE NUVOLE
di Mirko Zilahy
HarperCollins Italia 2023
Narrativa, pag.384
Recensione di Sabrina De Bastiani
Perché se il mondo di fuori ha le sue regole, nel nostro la parola viene prima della vita.
Le nuvole prima del cielo. La voce prima della carne.
Non ho potuto scrivere subito di “Nostra signora delle nuvole”.
E nemmeno di altro, per un po’.
Non ci sono riuscita.
Perché dinanzi ad un libro così si perdono le parole, si rimane ammutoliti , colmi di una pienezza tale che anche proferire una sillaba sembra inopportuno. Sembra essere “di troppo” davanti a quello che è, semplicemente, uno tra i libri più belli, potenti, abbacinanti che abbia mai letto.
In un certo senso abbiamo abbandonato le branchie. Viviamo finalmente respirando.
Sognando a cuore pieno come si fa nei sogni più banali.
Chi è un lettore di Mirko Zilahy lo sa.
Sa di trovarsi di fronte ad un autore dalla caratura umana e artistica poliedricamente e letteralmente rarissime, dalla sensibilità lancinante, dalla cultura profonda, dal talento smisurato.
I suoi thriller, forgiati con la penna imbevuta in tutti questi “inchiostri” si sono conquistati uno spazio proprio all’interno del genere e fuori da esso, rimodulandolo e rendendosi di fatto inconfondibili così come il loro autore.
Si sa, dunque, cosa aspettarsi, leggendo Mirko Zilahy. Ed è tantissimo.
A tutti quelli che credono nelle Cose che non esistono. Perché il vero non si copia. Il vero si inventa.
Ma è anche sempre qualcosa di nuovo.
E infatti, con “Nostra signora delle nuvole”, scopriamo cosa succede quando Zilahy scrive di vita, della propria vita.
Ci puoi fare tutto quello che vuoi con le parole.
Ci posso fare le storie?
Tutte le storie che vuoi, come vuoi tu.
Quando sente sia arrivato il momento di lasciare la parola, l’esprimersi, a quel bambino, ragazzo, uomo che è stato. Quando ritrova e restituisce la voce dei suoi sette anni.
Ecco, allora, “Nostra signora delle nuvole”.
Ma chi è, innanzitutto, la signora del titolo? Impareremo che si chiama Annarita. Che è la madre di Mirko. Che è l’anima, il cuore, la passione di tutte le storie che ha prima ascoltato da lei e poi messe nelle pagine.
Mi dice così mamma, Mirko, tu hai i piedi per terra e la testa tra le nuvole. (…)
Allora le chiedo delle nuvole, se mi racconta qualcosa del cielo, che conosce a picchiadito.
Non sono giorni, anni, idilliaci, pacificanti, accoglienti quelli che ci vengono raccontati.
E meno lo sono, più si guarda al cielo per disegnare una nuova narrazione nella trama delle nuvole e farla propria.
«Le nuvole sono emozioni, parole. La lingua del cielo» diceva mamma in giardino, le mollette in bocca, le braccia laboriose tra le lenzuola e il filo.
Le viscere d’ovatta s’allontanano, disperdendosi come le luci d’un fuoco d’artificio, s’aggrumano e si fanno ancora cose, animali, anime morte.
Usano l’energia inesausta dei venti per raccontare, all’infinito, quello che vogliamo noi. Perché siamo noi a cercare un segno tra le goffe volute dei nembi.
E meno lo sono, più ci si rifugia nelle pagine di quei libri come “Il principe felice” di Oscar Wilde, più si guarda alla Storia e la si ammanta di epica. Più si cerca Annarita, (…)Perché so che i nomi ci difendono dalle cose brutte. E mamma conosce il nome di tutte le cose.
Non sono affatto giorni, anni, idilliaci, pacificanti, accoglienti quelli che ci vengono raccontati, no.
Eppure brillano in tutta la loro vividezza e toccano magistralmente tutti i registri della narrativa.
Parole, gesti, accadimenti, la realtà a farsi romanzo, il romanzo a farsi realtà.
Poi, tutto si capovolge, si fa epifania, e questo termine pertiene più che mai a Mirko Zilahy, la voce ritrovata di un bambino, poi di un ragazzo, sì.
Ma la chiave sta nella parola restituire.
Che siano le nuvole, che siano i giochi inventati, che sia un albero piantato in un nuovo giardino.
Che sia la voce, l’umanità che non si spezza nonostante i nonostante.
Che sia, che è, lei. Annarita.
lo me ne sto sulla porta ma prima che scompare mi viene un dubbio:
«Quindi noi siamo il tuo onore?».
Non mi risponde, fa solo due passi indietro.
Il cartone in braccio come un neonato, il viso rosso, acceso di stupore, felice in un modo semplice.
«Mirko, voi siete la mia testimonianza.»
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Mirko Zilahy
ha insegnato lingua e letteratura italiana a Dublino ed è cultore di lingua e letteratura inglese presso l’Università per stranieri di Perugia. Molto attivo su vari fronti editoriali, è stato fra l’altro editor per minimum Fax e traduttore dall’inglese di testi molto importanti, quali per esempio Il cardellino di Donna Tartt. Nel 2015 è uscito per Longanesi il suo romanzo d’esordio, È così che si uccide, a cui seguono La forma del buio (2017), Così crudele è la fine (2018), L’uomo del bosco (2021) e Nostra signora delle nuvole (HarperCollins, 2023).