Fabrizio Marras
Editore: Horti di Giano
Genere: Narrativa gotica
Pagine: 163
Anno edizione: 2024
Sinossi. Notturni condensa nel suo titolo una promessa. Le profondità più oscure dell’animo umano si fondono in queste pagine, in un intreccio tra il gusto di un periodo di fioritura dell’immaginario oscuro e romantico di due secoli fa e sussurri intriganti di contemporaneità. Ombre inquietanti danzano con la luce della luna, segreti sepolti si agitano sotto la superficie, mentre le superstizioni si fanno largo nella razionalità umana. La penna di Fabrizio Marras spazia dall’inconsapevolezza del trapasso agli incubi che volano sulle ali di corvi neri, dalla vita difficile, complessa e libera di un ragazzo nomade e dolorosamente romantico agli omicidi soprannaturali di una piccola città di provincia, da un capotreno fin troppo arrabbiato ad un antico specchio che vendica la morte violenta e immotivata di una giovane donna, dalla sindrome di Stendhal alla santa inquisizione, passando per una seduta medianica fatta con una candela ed uno specchio. Un excursus completo in quelli che sono gli aspetti salienti del macabro, dell’insolito e del grottesco. Omicidi misteriosi, essenze mostruose e folli ossessioni si intrecciano in un arazzo di paura e suspense. Preparati a confrontarti con l’orrore più puro, che si nasconde in una raccolta che esplora gli angoli più tenebrosi e noir dell’immaginario gotico.
Recensione di Gabriele Loddo
Non è sempre facile recensire una raccolta di racconti: in un compendio di storie ci sono sempre trame in grado di colpire per argomenti e profondità, come narrazioni che non convincono perché distanti dal gusto del lettore. Anche “Notturni, racconti gotici” non si esime da questa considerazione, ma per quanto concerne il mio parere devo dare atto all’autore Fabrizio Marras d’aver proposto un lavoro coerente con i propri intenti e d’essere in possesso della capacità per concretizzarlo su carta.
Leggere “Notturni” coincide con l’intraprendere un lungo viaggio verso l’ignoto, con l’attraversare strade impervie e sconosciute che conducono a mondi macabri e cupi, spesso interiori. Il lettore si accomoda sulla carrozza di un vecchio treno e si lascia trasportare. La stazione iniziale è la medesima da cui sono partiti i poeti maledetti del passato, per poi intraprendere un viaggio con un proprio percorso, raggiungere le proprie tappe e accompagnare il viaggiatore verso mete proprie.
Il filo logico propende verso uno stato d’animo che, via via e in modo sempre più serrato e incalzante, mira alla costruzione e alla percezione di paure e ossessioni che tutti conserviamo negli angoli più remoti dell’anima. Tende a illuminarle, come farebbe l’occhio di bue su un palcoscenico in grado di rivelare l’attore protagonista nella sala buia di un teatro. Con tali premesse, sta tutto nella sensibilità del lettore il poter percepire contenuti e messaggi delle varie storie. Dipende dalle esperienze, dal proprio vissuto, dalle proprie paure, come se un medesimo racconto potesse essere vissuto a seconda della prospettiva o dell’angolazione da cui è ammirato.
Punto comune rimane la capacità lessicale e l’ottimo stile narrativo dell’autore, capace di creare il climax più consono per il genere affrontato e in grado di far emergere dagli abissi quelle emozioni e quei turbamenti che siamo soliti tenere sopiti e ben nascosti dentro di noi.
In un mix di elementi soprannaturali e fantastici, l’autore miscela la realtà del vivere quotidiano con i suoi dubbi, con gli amori non corrisposti, le gelosie, il desiderio di vendetta, la paura della morte. Tutto è reso asfittico e, al contempo, cardine, divenendo inquietante come nei momenti di debolezza della vita.
Non sempre nel pieno delle mie corde, ammetto senza difficoltà che l’autore può diventare un riferimento moderno per gli amanti del genere gotico.
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Fabrizio Marras
(Iglesias, 1977) vive e lavora a Roma dal 1999. Ha esordito giovanissimo, a 17 anni, con la pubblicazione di una serie di saggi storici sulle chiese della sua Sardegna. Pubblica il suo primo romanzo nel 2001 (Le quattro stagioni) e l’ultimo in ordine di tempo nel 2021 (Quel che resta di Lui). Negli anni scrive e raccoglie anche numerosi racconti brevi dal sapore gotico-noir, che ispirandosi alla vena dei Poètes Maudits (Poe, Hoffman, Lovercraft, Verlaine) vedono la luce per la prima volta in questa raccolta di “Notturni”.