Odio




Recensione di Francesco Morra


Autore: Daniele Rielli

Editore: Mondadori

Genere: Narrativa

Pagine: 528

Anno di pubblicazione: 2020

Sinossi. I giornalisti che oggi accusano Marco De Sanctis per una vecchia storia non sanno quanto avventurosa sia stata davvero la sua vita dal giorno in cui, anni prima, ha stretto amicizia con un eccentrico imprenditore del digitale, poi diventato il suo mentore. Non conoscono i dettagli della cavalcata che da lì in poi lo ha portato dalla provincia al cuore di una Roma di fine impero, fra palazzi opulenti e gabbiani che rovistano nella spazzatura; un viaggio drammatico, divertente e paradossale dietro le quinte del potere e dei media in cui Marco ha trovato e perso l’amore e si è dovuto ripensare da zero, accettando che la nostra è l’età della tecnologia, fino a fondare before, un’azienda di Big Data in grado di prevedere il comportamento di milioni di consumatori. I giornalisti non sanno nemmeno che al centro dei pensieri di Marco De Sanctis ora, più delle accuse e dei sospetti, ci sia il dispositivo che sta per lanciare sul mercato e la sua capacità di rivelare il cuore oscuro degli esseri umani. Non lo sanno perché non possono leggere “Odio”, la sua inaspettata e sconvolgente confessione. Daniele Rielli conferma l’abilità di unire commedia e tragedia, di creare personaggi profondi e iconoclasti e accompagnarli a un’analisi delle forze che attraversano il nostro tempo, dal tema dell’odio sociale e della sorveglianza digitale fino al riemergere del Capro Espiatorio. “Odio” è un’opera dove è facile riconoscere il crepuscolo dell’Occidente in cui viviamo ogni giorno; le conseguenze che ci attendono appena oltre l’orizzonte sono però quelle che non osiamo immaginare – anche se si nascondono dentro ognuno di noi dalla notte dei tempi.

Recensione

Quello che ho da offrire io è piuttosto la confessione di un animale che ha tentato di sopravvivere. Un approccio che a ben guardare ha solo un singolo, ma decisivo, vantaggio rispetto alle ricostruzioni cosiddette razionali a cui siamo abituati è più onesto

Daniele Rielli in questo suo romanzo dal titolo Odio, edito Mondadori fa raccontare al suo protagonista Marco De Sanctis la sua ascesa come imprenditore nel campo del digitale e di come la sua azienda Before sia stata un investimento redditizio e abbia condizionato tutta la sua vita e non solo essa.

E’ un lungo e corposo racconto che si dipana per più di 500 e passa pagine. DeSa, per gli amici, con franchezza parla dei suoi trascorsi e peregrinazioni di laureato in filosofia con un episodio nel suo passato che scatenerà di nuovo su di lui l’attenzione dei media e che di fatto lo porterà a scrivere questa “confessione”.

Tento la letteratura perché sola può provare a tenere silenziosamente assieme l’assoluto e l’indefinito proprio mentre parla sconnessamente di tutt’altro, cioè del particolare.

Il nostro protagonista si fa da solo e nel costruirsi si affida ad un capace e originale imprenditore che gli fa da mentore, scoprendolo e apprezzandolo perché DeSa viene da lui ingaggiato per scrivergli dei pareri e articoli come ghostwriter. Marco infatti tiene un blog dove si diverte con una pungente critica su tutto e tutti. Ebbene il successo lo conquisterà e soprattutto farà soldi grazie a Before la sua Startup che riesce ad acquisire dati dagli utenti e li cede ad aziende e li mappa così sempre di più anche e soprattutto a fini predittivi.

I dati sensibili che danno successo, soldi e potere. Lui sarà travolto da questa ascesa e ci racconta anche dei suoi amici: un amico scrittore di un unico libro di successo ammogliatosi con una donna bene che si lascia attirare dal lavoro di sceneggiatore e degni di nota sono il suo compagno di avventure nella startup Guido e il suo amico professore dalla vita sentimentale vivace. Tutte le sue frequentazioni dagli amici al Mastro, il suo mentore, alle sue donne sono specchi in cui si riflette il nostro DeSa e gli si così decodifica se stesso e il circostante.

Il  paradosso  rimaneva  quindi  uno  dei  miei  modi  di  elezione per percepire la realtà

L’inizio e preludio del libro, proprio le prime pagine sono chiarite dalla parte finale e nel mezzo c’è questo lungo racconto dove emergono profonde riflessioni sull’Occidente contemporaneo capitalista. Dove tutto è reificato e da cui si deve trarre profitto, ma declinato da una profonda incertezza e volatilità.  Interessante e attuale il tema del commercio dei dati finalizzato all’elaborazione di algoritmi con fini predittivi che inglobano le soggettività di ognuno di noi. Un Grande Fratello digitale che seguendoci riesce a condizionarci attraverso un circolo vizioso indotto quale il desiderio mimetico. Il libero arbitrio ancor più nell’era di internet è un’induzione artificiale. Questa umanità è prona sui devices. Rielli porta alle estreme conseguenze e racconta il nostro presente di annegati nell’essere iperconnessi e storditi dall’iperinformazione. DeSa arriva a teorizzare una democratura con annessa teoria del capro espiatorio facendone un inserto nel libro e poi nel corso delle pagine si vedrà quanto tutto ciò sia possibile e realizzabile.

Un testo questo di Odio, estremamente originale e scorre bene nella lettura senza risultare gravoso anzi complessivamente non ha punti opachi di caduta e si riesce a berlo, ovvero divorarlo e terminarne la lettura con celerità e attenzione. Una scrittura che riesce a far immergere il lettore anche fornendo contenuti non semplici quali ragionamenti filosofici, sociologici e antropologici oltre a numerosi rimandi a tanta letteratura contemporanea. Rielli ci racconta questo presente, ma facendoci vedere i paradossi e concretizzando letterariamente, indi artisticamente, le storture di un sistema della nostra era quella del Digitale.

Mi  assalì  la consapevolezza  che  una  vita  morale  era  impossibile  in  un’epoca  in cui la soddisfazione dei desideri era l’unica cosa a contare

A cura di Francesco Morra

www.youtube.com/user/Vetriera

 

Daniele Rielli


nato nel 1982 a Bolzano, Laureato in Filosofia, ha collaborato con Il Venerdì di Repubblica, IL Magazine ( Sole 24 ore), Repubblica, La Stampa, Il Foglio, Internazionale, Linkiesta e Vice, ed è autore anche di storie per la televisione e il teatro. Nel 2013 ha vinto il Macchianera ItalianAwards al “Miglior articolo dell’anno”. Nel 2014 ha pubblicato con Indiana Editore Quitaly, raccolta dei suoi reportage. Dopo aver utilizzato per anni lo pseudonimo Quit the doner, nel 2015 ha pubblicato il suo primo romanzo, Lascia stare la gallina con Bompiani con il suo vero nome. Nel 2016 ha pubblicato per Adelphi Storie dal mondo nuovo. Nel 2019 è uscito il suo primo documentario Hockeytown, dedicato alla vittoria dell’Hockey Club Bolzano nell’Erste Bank Hockey Liga 2017-2018 ed al legame tra la squadra e la città di Bolzano. Nel 2020 ha pubblicato per Mondadori il romanzo Odio in cui tratta il tema del capro espiatorio nell’era digitale.

 

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