Recensione di Christian Floris
Autore: Lia Levi
Editore: Edizioni E/O
Genere: Narrativa ebraica
Pagine: 181
Anno di pubblicazione: 2021
Sinossi. Roma nel periodo delle leggi razziali. Come è possibile che Giulio Limentani, commediografo di successo, si trovi a seguire un proprio lavoro di scena in un teatro, nascosto in incognito in un angolo del loggione? E come riusciranno a vivere il loro amore i due quindicenni Colomba e Ferruccio, lei ebrea e luifiglio di un gerarca fascista? Infine un tragico dilemma: la classe dirigente ebraica di quegli anni è forse colpevole di aver sottovalutato il pericolo? E se è un figlio ad accusare di questa inadeguatezza il proprio padre? Tre vicende diverse se pur collegate in cui Storia e Destino intrecciano il loro enigmatico gioco.
Recensione
Un libro che rappresenta un crocevia. Il crocevia di tre storie e tanti destini, confluenti in uno dei periodi più atroci del secolo scorso.
In una grigia giornata di pioggia Doriana, Gisella e Saul si ritrovano quasi per caso all’interno di un vecchio casolare toscano: non sembrano avere nulla in comune, tranne la frequentazione di un corso d’inglese.
E invece, mentre la sibillina Fiammetta orchestra i loro racconti, viene fuori una parentela segreta, quella di dolenti ricordi segnati dalle persecuzioni verso gli ebrei.
Lia Levi sa cucire e ricamare gli abiti giusti ai numerosi personaggi che popolano la Roma del periodo fascista e delle ritorsioni naziste. Ambientazioni, dialoghi e descrizioni sfondano lo scenario del presente per congiungersi con i gangli sospesi nel tempo e misteriosi della Storia, senza impantanarsi in una retorica ridondante.
La lingua offre al lettore uno strano contrasto: molto vicina al parlato la voce narrante, con l’uso quasi ossessivo dell’anacoluto a doppio soggetto; più ricercata e quasi teatrale la scelta delle parole nei dialoghi, come se tutte le vite prendessero forma e azione davanti a un palcoscenico.
La scelta di un finale simbolico sottintende la possibilità di una nuova nascita: i tre protagonisti potranno fare i conti con il loro passato, soltanto adesso che il dolore è stato fraternamente condiviso, in una commozione che è, infine, com-muoversi, muoversi con.
La frase che io avrei voluto scrivere è:
”Molte volte le sembra di essere un bicchiere che qualcuno ha incautamente appoggiato sull’orlo di un tavolo.”
Lia Levi
Lia Levi, di famiglia piemontese, vive a Roma, dove ha diretto per trent’anni il mensile ebraico Shalom. Per le Edizioni E/O ha pubblicato: Una bambina e basta (Premio Elsa Morante Opera Prima), Quasi un’estate, L’Albergo della Magnolia (Premio Moravia), Tutti i giorni di tua vita, Il mondo è cominciato da un pezzo, L’amore mio non può, La sposa gentile (Premio Alghero Donna e Premio Via Po), La notte dell’oblio, Il braccialetto (Premio Rapallo) e Questa sera è già domani, vincitore del Premio Strega Giovani 2018. Nel 2012 le è stato conferito il Premio Pardès per la Letteratura Ebraica.
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