Recensione di Sara Pisaneschi
Auture: Vincenzo Padovano
Editore: ZeroUnoUndici
Genere: thriller
Pagine: 282
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. Mancano pochi giorni a Natale, quando il terrore irrompe nel centro di una città di provincia addobbata a festa. Al grido di Allahu akbar!, un uomo con il volto coperto da un passamontagna nero comincia ad accoltellare i passanti, ferendo gravemente una ragazzina e uccidendo una professoressa sotto gli occhi del marito. Poi, quando cerca di fuggire, viene abbattuto a colpi di pistola da un ispettore fuori servizio. Cinque mesi più tardi, per gli inquirenti il caso è chiuso. L’attentato è stato il gesto folle di un lupo solitario, un siriano richiedente asilo, radicalizzatosi sul web dopo l’arrivo in Italia. Una mattina, però, Michele Colizzi, il marito della donna uccisa, riceve un’inquietante telefonata che lo lascia sconvolto. Da quel momento in poi, per l’uomo comincia un incubo che, in meno di quarantotto ore, lo porterà a rivedere tutte le proprie certezze. Fin da subito appare chiaro che sua moglie aveva una doppia vita. E forse, oltre ogni evidenza, non si è semplicemente trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Recensione
Poche volte mi è capitato di leggere un libro stando col fiato sospeso dall’inizio alla fine. Ad ogni capitolo un colpo di scena, quasi mai voltavo la pagina con la certezza di cosa sarebbe successo. La cosa incredibile è che a tenerti lì appeso è forse l’antieroe per eccellenza.
Un uomo comune, fatto di grandi fragilità e debolezze che trova nella bottiglia la risposta ad ogni suo male. Che bello quando l’alcol, la sera, spegne i pensieri e le preoccupazioni come se fossero di qualcun altro. È Michele Colizzi, cardiochirurgo stimato, che vede finire la sua vita quando un uomo all’urlo di “Hallah Akbar” si porta via quella di sua moglie di fronte ai sui occhi inermi.
Salvare la vita a sconosciuti ogni giorno in sala operatoria e poi non riuscire a fare altrettanto per la donna che ami… Neanche la responsabilità di una figlia adolescente riesce a scuoterlo dal suo torpore. Beve appollaiato sulle macerie della sua vita. Poi arriva quella telefonata e tutto cambia, tutto si mostra in una luce diversa, oltre ogni evidenza.
Ora tocca a lui andare fino in fondo, capire di chi può fidarsi e di chi no, cercare di fermare la sua mano tremolante e impugnare la pistola che non ha mai usato, che non ha neanche mai visto da vicino.
Con una scrittura molto elegante e raffinata Vincenzo Padovano ci accompagna verso la ricerca della verità con un ritmo sempre incalzante e spietato, pagina dopo pagina.
Intervista
Benvenuto in Thrillernord, Vincenzo. Sono curiosa di sapere come è nato il tuo romanzo. All’inizio avevi già ben impresso tutto nella mente, trama e personaggi, o ti sei lasciato un po’ trasportare dalla storia in itinere?
Vincenzo Padovano
Vincenzo Padovano, classe 1978, è avvocato e professore di scuola superiore. Tre lauree (Giurisprudenza, Pegadogia, Scienze della Pubblica Amministrazione), vive e lavora nel bel mezzo del Gargano, con qualche capatina nell’altrettanto bel mezzo del Tavoliere. Questo suo secondo romanzo è finalista al premio “un giallo x mille”.