Omicidio a Mizumoto Park




 Omicidio a Mizumoto Park

di Tetsuya Honda 

Piemme 2022

Cristina Ingiardi (Traduttore)

Thriller, pag.350

Sinossi.

Nome: Reiko Himekawa. Età: 29 anni. Segni particolari: lentiggini d’estate, un intuito formidabile, un’adolescenza difficile, una passione un po’ morbosa per le autopsie ben fatte. Professione: la più giovane detective della sezione Omicidi di Tokyo.

Quando nei pressi del laghetto artificiale di Mizumoto Park, in un tranquillo sobborgo di Tokyo, viene ritrovato un cadavere, Reiko Himekawa è ben felice di ricevere la telefonata che – in quanto detective della polizia metropolitana di Tokyo, sezione Omicidi – la convoca immediatamente sul posto. L’alternativa sarebbe stata passare un’altra serata con genitori e zia, a sentirsi dire che a ventinove anni è ora di smetterla di giocare a guardie e ladri e cercarsi un marito. Arrivata a Mizumoto Park, che già pullula di suoi colleghi, Reiko si trova davanti una strana scena del crimine: un corpo avvolto in un sacco di plastica blu è stato lasciato sul ciglio della strada, tra i cespugli, in piena vista, quasi come se l’assassino volesse a tutti i costi che qualcuno lo trovasse… Più tardi, si scoprirà che anche le molte ferite inferte alla vittima presentano delle stranissime caratteristiche; e quando, proprio nel laghetto del parco, un secondo corpo viene ritrovato nello stesso tipo di sacco, per Reiko è chiaro che la caccia al più enigmatico serial killer di Tokyo è appena cominciata… Da un autore di culto in Giappone, finalmente in Italia il primo volume di una serie poliziesca che diventerà la vostra nuova ossessione.


Recensione di Salvatore Argiolas

Reiko Himekawa è una giovane ispettrice della polizia di Tokyo, sezione Omicidi. Sulla trentina, dal carattere abrasivo e con un vissuto difficile Reiko ama il suo lavoro e le piace discorrere di morti bizzarre pranzando con l’amico patologo Kunioku.

La poliziotta ha al suo attivo diversi successi ma anche qualche battuta a vuoto e quando viene chiamata ad indagare sulla strana morte di uno sconosciuto, trovato cadavere nelle vicinanze dello splendido Mizumoto Park comincia a mettere in mostra le sue doti investigative, costruendo da pochi indizi una valida teoria che le consente di capire i retroscena dell’omicidio.

Le piaceva pensare a se stessa come a una poliziotta che riusciva a farsi un quadro d’insieme dei casi grazie al proprio intuito. Era il suo modo, l’unico grazie al quale poteva davvero dare prova delle sue capacità e guadagnarsi il rispetto dei colleghi. Se avesse affrontato le indagini servendosi dei metodi classici a cui ricorrevano gli altri, non avrebbe mai ottenuto i riconoscimenti che raggiungevano loro.”

I fili fecero improvvisamente contatto nel cervello di Reiko. Il risultato fu una pioggia di scintille. Allo loro luce l’ispettrice intravide un’ombra. Era ancora vaga, indefinita.”

L’inchiesta si prospetta molto difficile perché la vittima non ha nessun documento e presenta tantissime ferite incomprensibili ma lentamente Reiko riesce a convincere i superiori della sua intuizione che le fa intravedere un serial killer spietato e inafferrabile.

Reiko deve convivere con dei colleghi invidiosi e arroganti come l’ispettore Kensaku Katsumata, uno degli investigatori più spregevoli della storia del giallo, a pari (de)merito con Backstrom creato da Leif G. W. Persson e la sua indagine viene distorta e ostacolata proprio dai colleghi in vista di riconoscimenti ufficiali.

Attraverso la narrazione dell’inchiesta sull’”Omicidio di Mizumoto Park” ci presenta un’immagine quanto mai oscura della polizia giapponese, composta da agenti corrotti, incapaci e raccomandati, succubi della rigida struttura sociale che li inchioda ad una cieca subordinazione: “Otsuka lo guardò velocemente, gli occhi nei suoi. Quindi, chinata la testa, scese dallo sgabello, si strizzò nell’esiguo spazio di fianco alla parete e si prostrò ai piedi di Tatsumi.

Tatsumi, ti imploro. Non mi fare domande. Accetta il lavoro. Ti prego.” “Ti imploro” rincarò, premendo la fronte sulla logora moquette rossa. “Per favore, accetta il lavoro.”

Sotto accusa viene messa anche la città e la società nipponica “Solo lui sapeva che quella metropoli così sgargiante e luccicante non era altro che una facciata di cartapesta da due soldi. E, nel frattempo, nel retroscena succedevano cose incredibili come la messa in scena di un delitto.”

Il centro di gravità di questo noir, romanzo d’esordio della serie dedicata a Reiko Himekawa che sinora si articola in sette romanzi, è costituito dall’inchiesta partita dal ritrovamento del cadavere nei pressi di Mizumoto Park per estendersi in una discesa negli abissi di un nichilismo senza speranza dove giovani professionisti di successo cercano un senso nella vita sfidando la morte in un vortice di violenza e follia.

Attraverso l’inchiesta di Reichi, Tetsuya Honda ci mostra le linee di faglia della società giapponese come la corruzione, la misoginia e la dedizione assoluta al lavoro che porta alla solitudine ed allo spaesamento totale pur in una metropoli immensa come Tokyo, la più grande area matropolitana al mondo, e presenta un’investigatrice forte delle sue debolezze ma caparbia e capace di intuizioni decisive.

Hai un istinto incredibilmente affilato” le dice un collega molto critico “come profiler hai un vero e proprio dono. E’ innegabile, ed è il motivo per cui hai messo dentro così tanti delinquenti. Questo te lo concedo senza problemi. Ma il tuo approccio e il giusto approccio non coincidono affatto. Tu identifichi i criminali estrapolando il risultato da una montagna di dati. No, quello che fai, e forse neanche sei consapevole, è sintonizzarti sul loro modo di pensare. Cercare di comprenderli. Il motivo per cui riesce a identificare i cattivi e capire i modi e le ragioni del loro agire è che il tuo cervello si ritrova sulla stessa lunghezza d’onda del loro.”

E’ questo particolare metodo d’indagine che le consente di capire molti retroscena oscuri ma è anche un azzardo perché non corroborato da prove univoche e la porta a scontrarsi con colleghi e superiori ligi alle regole e non disposti a fidarsi sino in fondo di una valida ma giovane detective.

Contrariamente alla copertina colorata e che richiama immagini di manga “Omicidio a Mizumoto Park”, ispiratore di un film e di una popolare serie TV, è un noir potente che esplora gli abissi dell’animo umano con uno sguardo analitico da entomologo che studia le strane creature che popolano la Terra.

Investigatrice ricca di contraddizioni ma interessante e con grandi prospettive di crescita, Reiko Himekawa porta una ventata di novità nel giallo giapponese e attendiamo di leggere la traduzioni dei successivi noir per immergerci nuovamente nella conoscenza della realtà nipponica riflessa dalle sue indagini.

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Tetsuya Honda


Classe 1969, è uno dei maggiori autori giapponesi, pluripremiato e con quasi cinque milioni di copie vendute solo in patria. I gialli della serie con protagonista la detective della Omicidi di Tokyo Reiko Himekawa sono tradotti in molti Paesi, e hanno ispirato diverse serie tv e film. Honda vive a Tokyo ed è membro dei Mystery Writers of Japan.