Omicidio al faro




Un’indagine

Amneris Magella & Giovanni Cocco


Editore: Marsilio

Genere: Giallo/noir

Pagine: 240

Anno edizione: 2024

Sinossi. Nella casa di un ex notaio in pensione sulla collina di Brunate, a poca distanza dal celebre Faro Voltiano che si erge a picco sul lago di Como, è stato commesso un duplice omicidio, tanto efferato quanto inspiegabile. Il dottor Pietro De Marchi e la moglie Augusta Carli, ultrasettantenni, sono stati ritrovati morti sul divano di casa, uccisi da due colpi di pistola alla nuca. Nell’abitazione, al momento del delitto, c’erano solo la domestica e il figlio Alessandro, quarantotto anni, ex aspirante artista affetto da gravi disturbi psichiatrici. Nella parte centrale del lago, intanto, una ragazza di trent’anni, Margherita Rolandi, ha preso il traghetto a Menaggio come tutte le mattine, ma non è mai giunta a destinazione. Di sicuro c’è solo una cosa: a Bellagio non è mai arrivata. Il commissario di polizia Stefania Valenti si ritrova alle prese con un caso più spinoso di quanto appaia a prima vista: perché Alessandro avrebbe ucciso i genitori, come tutti ritengono? E perché la sorellastra, rientrata precipitosamente dall’Olanda, appare così poco interessata alle questioni ereditarie? Quale rancore o follia avrebbe spinto l’uomo fino a quel punto? Indagini, referti autoptici, relazioni psichiatriche discordanti: tra continui colpi di scena, Stefania Valenti è alle prese con l’indagine più difficile della sua carriera, un vero rompicapo in cui non è semplice distinguere le vittime dai carnefici, i manipolatori dai manipolati. Nel frattempo, i fidi Piras e Lucchesi provano a fare luce sul caso della ragazza scomparsa: che fine ha fatto Margherita Rolandi? Se non si tratta di un suicidio, come ha fatto a scomparire nel nulla? Sullo sfondo degli scenari memorabili disseminati tra la città di Como e il ramo occidentale del Lario, l’investigatrice, coadiuvata dal commissario capo Giulio Allevi e sostenuta dal pubblico ministero Michela Russo, dovrà far luce su un’intricatissima matassa familiare e amorosa fatta di odio, tradimenti e menzogne maturate all’interno di un claustrofobico e patologico quadro d’insieme.

 A cura di Edoardo Guerrini


Questo romanzo è il sesto episodio della serie “I delitti del Lago di Como” della ditta Cocco & Magella. Non conoscevo questi due autori, ed è la prima volta che leggo un loro romanzo, che ha suscitato in me impressioni contrastanti.

Una serie di elementi positivi:

una scrittura molto efficace, ricca di impressioni visive con descrizioni molto belle dell’ambiente lacustre in cui si svolge la trama; lo stesso faro voltiano, che dà il titolo al libro, svolge un ruolo esclusivamente panoramico, molto presente nella visuale degli “attori” della storia che vivono molto vicino a quel manufatto; i protagonisti, specialmente il commissario Stefania Valenti, ma anche i suoi colleghi: il commissario capo Giulio Allevi, i subordinati Piras e Lucchesi e la nuova collega Alessandra Schiavon: sono tutti molto ben caratterizzati; e Stefania è un personaggio che tiene molto alla scoperta della verità e della giustizia nelle indagini che svolge; la descrizione dell’attività poliziesca e i rapporti con il sostituto procuratore sono descritti con grande competenza sulle procedure penali del diritto nazionale, e anche gli aspetti medici e psichiatrici, molto rilevanti nella trama, sono raccontati con competenza, d’altra parte la coautrice Magella di mestiere è un medico legale, perciò non c’è da stupirsi.

Tuttavia, questo romanzo mi ha anche generato grosse perplessità per quanto riguarda la trama, di cui tuttavia potrò dire solo il giusto senza svelare il finale. Innanzitutto, nella trama si svolgono due differenti indagini, infatti la Valenti le segue entrambe ma personalmente si interessa in particolare del primo caso, ovvero l’omicidio della coppia di anziani, il notaio De Marchi e sua moglie Augusta Carli; la seconda indagine, relativa alla scomparsa di una ragazza, Margherita Rolandi, che è salita su un traghetto e poi è sparita, viene seguita essenzialmente dal toscano Lucchesi e dalla nuova collega Schiavon, che si rivela molto efficace nel risolvere l’indagine; ma questa seconda indagine, in realtà, si risolve abbastanza presto, verso la metà del libro, senza rivelare alcun tipo di reato; come lettore pensavo che si sarebbero ritrovati degli elementi che accomunassero queste due vicende, e invece mi sbagliavo; di fatto, non si capisce bene a cosa serva nell’insieme della trama questo secondo filone, se non a occupare un po’ di pagine.

L’unico messaggio trasferito da tale vicenda, con elementi comuni a quelli della prima, è una certa tipologia di malessere interno a un nucleo familiare, elemento essenziale addirittura nella prima vicenda.

L’indagine di maggior rilievo in effetti è la prima, nella quale non è che si trovino “colpi di scena” come indicato nella sinossi; semplicemente, passo dopo passo, la commissaria approfondisce il tema dei rapporti interni a questa famiglia nella quale è avvenuto il duplice omicidio, rapporti assai malati e pieni di brutte storie, a partire dalla figura dell’ex notaio, personaggio che in realtà ha compiuto nella sua lunga vita una serie rilevante di brutti errori; non solo nei confronti della moglie, che peraltro non si capisce bene come mai continuasse a vivere con lui pur avendo subito brutte cose e pur essendo anche più ricca di lui, per cui non avrebbe avuto necessità di dipendere economicamente dal marito; ma il notaio, soprattutto, si è comportato assai male nei confronti del figlio Alessandro, personaggio assai problematico per una serie di patologie psichiche, e che ha anche avuto col padre grandi problemi causati dall’omosessualità, che al padre non piaceva affatto, e problemi legati alla volontà di fare carriera come artista/pittore e non come laureato in legge/notaio come avrebbe voluto il padre.

Fin dall’inizio della trama è Alessandro il principale accusato della morte dei genitori, e la Valenti si spende per tutto il libro per trovare la verità, indagando con cura e attenzione su tutti i membri del nucleo familiare, tra cui in particolare la domestica Zanetti, e la sorellastra di Alessandro; ma quello che lascia più perplessi è il fatto che in realtà la verità non è che appaia davvero; semplicemente arriverà una verità giudiziaria, all’esito del processo, e una verità ritenuta da Stefania Valenti, non del tutto corrispondente. Insomma, è come se gli autori lascino al lettore la facoltà di scegliere.

Certamente il tema principale del libro, quello dei difficili rapporti all’interno di una famiglia, è un tema di grande attualità, in particolare in questi giorni di fine agosto 2024 nei quali si leggono sui giornali vicende anche più drammatiche e traumatiche, e questo è un elemento che attribuisce agli autori una buona capacità di interpretare la realtà che stiamo vivendo inserendola in una trama romanzesca; ma l’impressione complessiva lasciata da questo giallo non è molto rilevante, non è che sia qualcosa che resta impresso, ecco.  

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Cocco & Magella


Giovanni Cocco è nato a Como nel 1976 ed è un insegnante di lettere nella scuola secondaria.

Amneris Magella è nata a Milano nel 1958 ed è medico legale. La loro serie a quattro mani sui delitti del lago di Como, con protagonista il commissario Stefania Valenti, è stata tradotta negli Stati Uniti e nei principali paesi europei.