per Hercule Poirot
Traduttore: Sophie Hannah
Traduttore: Alessandra Petrelli
Editore: Mondadori
Genere: Giallo
Pagine: 300
Anno edizione: 2024
Sinossi. Il più grande detective del mondo, Hercule Poirot, leggendario protagonista di moltissimi romanzi di Agatha Christie, si trova alle prese con uno sconcertante mistero natalizio. È il 19 dicembre 1931. Hercule Poirot e l’ispettore Edward Catchpool sono chiamati a indagare su uno strano omicidio, avvenuto all’interno di un ospedale nel Norfolk. La madre di Catchpool, l’incontenibile Cynthia, insiste affinché Poirot e il figlio soggiornino a Frellingsloe House, una vecchia villa a picco sulla scogliera e a rischio di crollo imminente, di proprietà dei suoi amici Arnold e Vivienne Laurier, in modo da trascorrere tutti insieme il periodo festivo mentre il celebre detective belga si occupa del caso. Arnold sarà presto ricoverato nello stesso ospedale e la moglie teme possa essere la prossima vittima dell’assassino, anche se si rifiuta di spiegarne il motivo. Poirot ha meno di una settimana per risolvere il caso e prevenire altri omicidi, se vuole tornare a casa in tempo per festeggiare il Natale con il suo amico Catchpool come da programma. Intanto, qualcun altro, qualcuno di molto spietato, ha idee ben precise su come confondere le acque e neutralizzare il fiuto infallibile di Hercule Poirot. Il nuovo romanzo di Sophie Hannah, con protagonista l’indimenticabile detective, conferma l’autrice come la vera e incontrastata erede di Agatha Christie.
Recensione di Salvatore Argiolas
Agatha Christie scrisse l’ultimo giallo con Hercule Poirot durante la seconda guerra mondiale ma lo pubblicò nel 1975, ormai stanca dell’investigatore belga con i baffi impomatati e “Sipario.
L’ultima avventura di Poirot” fu il trentatreesimo romanzo con Poirot concepito dalla Regina del giallo ma si sa che i personaggi letterari iconici non muoiono mai e che gli avidi lettori vogliono vederli coinvolti in sempre nuove indagini.
Gli apocrifi di Sherlock Holmes sono ormai tantissimi, cresciuti notevolmente da quando sono scaduti i diritti d’autore che, invece nel caso di Agatha Christie sono ancora in capo alla famiglia che ha gestito con accortezza ogni opera con i personaggi creati dalla scrittrice di Torquay.
Per scrivere gli unici apocrifi autorizzati fu infatti scelta Sophie Hannah che dal 2014 al 2020 ha fatto rivivere il detective dalla testa a uovo per quattro indagini prima di questo nuovo giallo, “Omicidio di Natale per Hercule Poirot”.
Nel canone ufficiale c’è già un’indagine natalizia di Poirot, “Il Natale di Poirot” del 1938, (Hercule Poirot’s Christmas), pienamente immersa nell’atmosfera festiva del 25 dicembre quando, dice il detective è molto più facile che un delitto avvenga durante il Natale perché “c’è molta ipocrisia… e lo sforzo per essere amabili crea un malessere che può essere in definitiva pericoloso.”
Il romanzo di Sophie Hannah è invece ambientato nel 1931 e anche se l’indagine avviene a ridosso del Natale, i riferimenti alla festività e alle conseguenti celebrazioni non sono così stretti e immediati come nel giallo della Christie.
Edward Catchpool è un poliziotto amico di Poirot che racconta l’indagine su un misterioso omicidio avvenuto in un ospedale del Norfolk a cui alcune premonizioni fanno temere che possa seguire un altro assassinio nella persona di Arnold Laurier, marito di un’amica della madre di Catchpool.
Arnold Laurier è un malato terminale, fan di Poirot che vuole scoprire l’assassino di Stanley Niven, paziente dell’ospedale dove dovrà essere ricoverato e la sua fissazione preoccupa la moglie che ha paura che possa essere anche lui vittima di un serial killer.
Come ogni giallo che si rispetti gli indizi principali sono da individuare dove sembra che non accada niente, nelle chiacchiere che paiono oziose o in dialoghi all’apparenza banali ma che contengono piccoli tasselli che, saputi incastrare, mostrano teorie investigative coerenti e convincenti e Poirot è un maestro nell’interpretare fatti e discorsi diversissimi ma utili alla sue capacità deduttive.
Nel suo esordio in “Poirot a Styles Court” del 1920 l’investigatore belga spiega perfettamente il suo metodo d’indagine
“i fatti, ognuno al proprio posto. Passeremo in esame i vari elementi, e scarteremo quelli che non c’entrano. Terremo da parte quelli importanti […]. Un fatto ne provoca l’altro, e via di seguito. Il secondo collima con il primo? A merveille! Bene. Si può procedere. E quest’altro particolare? Ah, guarda che strano! Manca un anello della catena. Passiamo in rassegna i fatti, e aggiungiamo quel piccolo particolare, l’anello mancante della catena” e anche in “Omicidio di Natale per Hercule Poirot” l’investigatore belga utilizza la medesima procedura, immagazzinando dati, fatti e discorsi per stilare una teoria investigativa solida che resista anche alla falsificazione che attua incessantemente nelle sue “celluline grigie”.
“L’omicidio è stato commesso in un ospedale? Eh bien, qualche domanda alle infermiere lì, altre al commissariato…Qualche risposta vera o falsa, probabilmente entrambe. E poi aspettare in tutta tranquillità che le celluline grigie facciano il loro lavoro. Dall’inizio alla fine il processo per dare un senso all’accaduto potrebbe durare fino a quindici ore. Difficilmente si protrarrà più a lungo.”
“Grazie al cielo non ho bisogno di basarmi sulla buona sorte, monsieur. Ho le mie celluline grigie. Poirot indicò la propria testa. “Non mi hanno mai deluso.”
L’inchiesta si complica quando Poirot viene avvelenato e diventa intricatissima dopo la profetizzata uccisione di Arnold Laurier perché tutte le inchieste escludono ogni legame tra le due vittime e tra i loro ambienti familiari ma proprio tali difficoltà stimolano Poirot e lo guidano a risolvere il caso perché dice al fido narratore Catchpool:
“Ve l’ho già detto in passato, ma forse non lo ricordate: è quando i particolari mistificanti di un caso cominciano a proliferare, quando le contraddizioni si accumulano e ogni fatto che viene a galla fa esplodere il quadro appena abbozzato invece di completarlo… è allora che sono consapevole di andare inesorabilmente verso il momento della completa comprensione.”
“Omicidio di Natale per Hercule Poirot” è il primo giallo di Sophie Hannah che leggo e devo ammettere che avevo dei pregiudizi, credendo che si discostasse di molto dal canone stabilito da Agatha Christie e temevo di restare deluso, invece mi sono ricreduto subito perché anche se Poirot assume caratteristiche diverse da quelle conosciute, il giallo soddisfa tutte le aspettative degli appassionati dei gialli deduttivi pur con due grandi criticità; la grottesca parodia dell’ispettore Mackle che conduce le indagini, un minus habens che insiste a chiamare Poirot Prarrow e non ne azzecca una neanche per sbaglio e il movente dei due omicidi che non mi pare abbastanza forte da renderli plausibili.
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Sophie Hannah
si è laureata all’università di Manchester e vive nello Yorkshire con il marito e due figli. Pubblicata in più di venti paesi nel mondo, è una delle più importanti autrici inglesi di crime novel. Il suo romanzo The Carrier ha vinto il National Book Awards Crime Thriller of the Year. È Honorary Fellow del Lucy Cavendish College (Cambridge) ed è stata nominata finalista al TS Eliot Prize. I suoi libri sono editi in Italia da Garzanti. Ha pubblicato con Mondadori il primo romanzo della serie dedicata a Hercule Poirot, Tre stanze per un delitto (2014), La cassa aperta (2016) e Il mistero dei tre quarti (2018).