Omicidio in libreria




Anita Davison


DETTAGLI:

Traduttore: Carlo Prosperi

Editore: Mondadori

Genere: Thriller

Pagine: 328

Anno edizione: 2024

Sinossi. Londra, 1915. In Europa infuria la guerra, e i bombardamenti degli Zeppelin stanno devastando le strade della città. Da anni il movimento delle suffragette lotta per l’emancipazione femminile e ora, con la maggior parte degli uomini al fronte, tante donne ne hanno assunto i ruoli e le professioni lasciati vacanti. Anche la giovane Hannah Merrill è decisa a rivendicare la sua indipendenza e a rendersi utile: invece di ritirarsi nella casa di famiglia in Surrey, lontana dai pericoli della capitale, la ragazza è rimasta a vivere con sua zia Violet, una donna energica e fuori dagli schemi, e ne gestisce la libreria a Covent Garden. Una mattina, però, arrivando al lavoro, scopre con orrore il cadavere della sua amica Lily-Anne nascosto tra gli scaffali stipati di libri. Sapendo di essere tra i principali sospettati, Hannah intende indagare per proprio conto così da convincere l’ispettore Farrell della sua innocenza, ma capisce di non poterlo fare da sola. Con l’aiuto dell’irriverente zia Violet e dei suoi metodi poco ortodossi, tra malintesi, colpi di scena, spie tedesche e segreti di famiglia, Hannah deve scoprire la verità prima di entrare lei stessa nel mirino dell’assassino.

“Come in un movimento al rallentatore, il braccio cadde dalla poltrona e rimase sospeso sul pavimento, le dita fisse e innaturali… si ritrasse di scatto, con lo sgomento che le correva nelle vene come una vampata di calore alla vista di un manico d’argento che sporgeva dal petto della sua migliore amica. Il manico del tagliacarte che suo padre le aveva regalato quando aveva iniziato a lavorare nella libreria.”

 Recensione di Loredana Cescutti

Atmosfera d’altri tempi, contesto storico non indifferente e una location d’eccezione, delle protagoniste contro corrente, una libreria nel cuore di Londra e a corredo un gatto guardiano.

“Perché stiamo combattendo? La guerra è una terribile falcidia di vittime.”

Che dire se non che questo romanzo si è rivelato un piccolo gioiello: giallo al punto giusto, storico in modo realistico e anche perché no, un po’ cosy che ultimante ricerco a gran voce.

Le due protagoniste incarnano molte delle donne che in quel periodo hanno scelto di non abbassare la testa trasformandosi in figlie e mogli ubbidienti, senza diritto di replica alcuna e private delle loro libertà, intellettuali e anche pratiche.

Perché nel 1915 o una ragazza si sposava o doveva rimanere in famiglia sotto lo sguardo attento dei genitori oppure, alla peggio, se a portata non vi erano un marito e un matrimonio, dovevano trasformarsi in tate per le sorelle già sistemate.

Ma perché?

Hannah non se lo è chiesto, come nemmeno sua zia Violet tanto tempo prima di lei.

Hannah, ha semplicemente deciso che la sua vita non avrebbe dovuto essere per forza trasformata dagli altri, senza chiederle il permesso, in ciò che lei non desiderava, meno che mai in qualcosa che l’avrebbe privata della libertà di scelta e di parola.

Ed è così che la libreria, assieme a sua zia assumono un ruolo importante, la prima perché la rende sempre più consapevole delle sue capacità e la seconda, perché pur lasciandola libera è sempre presente nel momento del bisogno, ma senza soffocarla con inutili manifestazioni ansiose e fuori contesto.

La libertina e la suffragetta, due donne non sposate, che lavorano, guidano, vivono in modo indipendente da sole e senza un appoggio maschile.

“Qualcuno mente sempre… Tutto sta a capire chi, e perché.”

Ma dall’omicidio tutto cambierà e sarà una corsa contro il tempo, in modo misto e variegato, alla ricerca della verità, per capire, per conoscere e per difendersi.

“… ora preparo il tè e mi racconti tutto… Non perché io sia una ficcanaso col gusto del macabro. Oddio, un po’ lo sono, ma perché hai bisogno di parlare con qualcuno, e chi meglio della tua scandalosa zietta?…”

Uno stile che da subito si rende amico, una scrittura che da subito abbraccia il lettore da un mondo lontano ma anche estremante familiare e un’atmosfera tipicamente british con tanto tè, qualche dolcetto e una buona dose di irriverenza e humor freddo come il ghiaccio, ma estremante divertente.

Il contesto storico e l’indagine, però, affronteranno temi sufficientemente seri da riportare il lettore al fulcro delle questioni costringendolo a riflettere.

“Dopo un anno di guerra, con i tedeschi in posizione di vantaggio, in Inghilterra si era diffuso il panico.”

Oscurantismo, il rischio concreto di bombardamenti improvvisi, gli scaffali semi vuoti dei negozi, le materie prime centellinate, la conta dei morti inarrestabile, gli abusi fra le mura domestiche: tutto ciò farà da sfondo, non troppo sfumato, sull’intera storia che nonostante la drammaticità del periodo, riesce a regalarci un bel giallo, che profuma di libri, di eccentricità e di quel pizzico di brio che renderà la lettura ancora più piacevole per il lettore.

E ora rimango in attesa del prossimo.

In un caso o nell’altro, la realtà è quella che è… Noi siamo rimaste illese. Questa guerra toccherà tutti. Prima della sua fine ci saranno storie di lutto e di strazio ben più dolorose delle nostre.

Ma come possiamo dare un senso a tutto questo?

Forse un senso non lo troveremo mai.”

Allora, come oggi.

Buona lettura!

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Anita Davison


é un’autrice britannica, cresciuta a Londra e da sempre affascinata dalla storia della città, dove ambienta molti dei suoi gialli storici. “Omicidio in libreria” è il primo capitolo della serie “Miss Merrill and Aunt Violet Mysteries”.