Omicidio in parrocchia




Rev. Richard Coles


DETTAGLI:

Traduttore: Letizia Sacchini

Editore: Einaudi

Collana: Stile libero big

Genere: Giallo, cozy mystery 

Pagine: 552

Anno edizione: 2024

Sinossi. Champton è il tipico villaggio sonnacchioso della campagna inglese. Ma quando un ragazzo viene assassinato sull’altare di una chiesetta sconsacrata, il reverendo investigatore Daniel Clement è costretto a mettere da parte le beghe di paese e occuparsi del fattaccio. Il canonico Daniel Clement è angustiato dall’idea che la parrocchia caschi a pezzi, dalla sensazione che sua madre, gli nasconda qualcosa, nonché dalle continue discussioni con i fedeli. In piú, è arrivato Chris Biddle, il pastore evangelico con cui Clement dovrebbe collaborare, anche se, per quanto si sforzi, non riesce a digerirlo. Ma il precario equilibrio del paesino e del reverendo vanno definitivamente in pezzi di fronte a quello che sembra a tutti gli effetti un omicidio rituale.

 Recensione di Salvatore Argiolas

Nella famosa rubrica “La bustina di Minerva “ che teneva per l’Espresso, Umberto Eco nel 1989 pubblicò un articolo dal titolo “Come riconoscere un film porno”, dove esprimeva in modo ironico un principio che fornisse ai giudici il modo di decidere se un film fosse pornografico o meno.

Ebbene, c’è un criterio per decidere se un film è pornografico o no, ed è basato sui tempi morti.” (…) Ripeto dunque. Entrate in una sala cinematografica. Se per andare da A a B i protagonisti ci mettono più di quanto desiderereste, questo significa che il film è pornografico.”

Ho seguito il consiglio del semiologo di Alessandria, naturalmente a soli fini di studio, e devo dire che, contestualizzandolo al periodo e alla visione nei cinema, una certa ragione ce l’aveva.

Questo criterio però è valido anche per un eventuale articolo che volesse far riconoscere un “cozy mystery”. Anche per questo genere che sta andando per la maggiore, il calcolo dei tempi morti è determinante e, parafrasando Eco, se per scoprire un colpevole gli investigatori ci mettono più di quanto desiderereste, questo significa che il giallo è un cozy mystery.

Se ci fosse un premio per il cozy mystery più rappresentativo penso che non potrebbe sfuggire a “Omicidio in parrocchia” del reverendo Richard Coles, reso celebre dal primo libro della saga, “Delitto all’ora del vespro”.

Uomo dal multiforme ingegno, il reverendo Coles è stato in gioventù anche cantante, e assieme a Jimmy Sommerville, ex frontman dei Bronski Beat, fu il fondatore dei Communards. In seguito Coles divenne sacerdote e si impegnò con successo come conduttore radiofonico per poi dedicarsi alla letteratura gialla nel 2022 con “Murder Before Evensong”, primo giallo di una serie che per ora è programmata su cinque episodi, di cui tre già pubblicati, Il terzo, non ancora tradotto in italiano è “Murder at the Monastery”.

Il successo del gialli del reverendo Coles è dato sia dalle stretta osservanza dei punti salienti dei capolavori del genere, specialmente quelli di Agatha Christie, con un ristretto numero di sospettabili, un ambiente rurale strutturato in classi sociali che consente un ventaglio di moventi e la consuetudine dei religiosi alla frequentazione del crimine, spesso esplicata anche nei gialli sia come autori, sia come investigatori.

Il più famoso prete investigatore è senza dubbio padre Brown, nato dalla fertile fantasia di Gilbert Keith Chesterton, La sua visione del mondo viene svelata dal suo eroe, un

piccolo prete con un viso rotondo e piatto come le focaccette di Norfolk e occhi squallidi come il Mare del Nord”

che messo al riparo da questo aspetto dimesso riesce a risolvere ogni mistero grazie alla conoscenza delle anime dei peccatori.

Io mi sforzo di penetrare nella mentalità dell’assassino”

afferma Padre Brown,

Per la verità faccio ancora di più, mi immedesimo in lui al punto di riuscire a scorgere il mondo esterno attraverso i suoi occhi biechi e iniettati di sangue, fino al punto di diventare io stesso un criminale”.

Ogni indagine di Padre Brown è un lungo processo in cui il religioso tenta di ricreare la psicologia del colpevole in quello che può sembrare una seduta di confessione e questo metodo si discosta in modo netto da quello materiale di Sherlock Holmes basato su segni sul terreno, costruzioni logiche e “cani che non abbaiano”.

La rivelazione del mistero (dopotutto rivelazione è proprio un termine religioso) ci mostra un colpevole macerato dalla colpa e meritevole del perdono. Il suo segreto è la psicologia o, meglio la conoscenza dei peccatori, che Padre Brown, naturalmente considera un esercizio religioso.

Quando parlate di scienza della criminologia” dice ad un americano che gli chiede di rivelare il suo metodo, “voi intendete studiare un uomo dal di fuori, come se fosse un insetto gigantesco, o un fenomeno lontano da noi, mentre il più grande orrore del male sta appunto nel fatto che è così vicino a noi, che è in tutti noi.”

Anche il protagonista dei gialli di Coles è un prete, il canonico Daniel Clement, che in alcuni aspetti ricorda il suo autore, e viene coinvolto nelle indagini dal suo amico Neil Vanloo, detective della polizia criminale di Braunstonbury.

“Omicidio in parrocchia” è un perfetto cozy mystery perché l’indagine sull’omicidio di una ragazzo è qualcosa di lontano dall’intreccio principale, che è basato sulla vita quotidiana e sulle vicissitudini degli abitanti di Champton House e del villaggio di Compton.

L’omicidio avviene a circa un quarto del libro e anche in seguito l’inchiesta non decolla e anzi Neil Vanloo quasi non interviene, se non a sproposito, lasciando ampio spazio al canonico Clement che grazie alle sue conoscenze bibliche riuscirà a trovare il colpevole di un delitto che sembrava immotivato.

“Omicidio in parrocchia”, anche se ambientato nel 1989, è pienamente immerso nella cultura anglosassone che fa da cornice ai più grandi successi degli anni Trenta e Quaranta, come suggerito anche dal reverendo Coles in qualche accenno:

Mi sa tanto che ci stiamo trasformando in quel villaggio dei libri di Agatha Christie.”,

ma forse il vero senso del libro è nascosto in un’altra frase, che riferita alla Royal Shakespeare Company può anche alludere al significato del libro: “Gli spettatori venivano a vederci perché ci credevano i custodi di un’antica tradizione, quasi un ordine religioso, mentre noi eravamo convinti di fare tutt’altro.

Cosa eravate convinti di fare?”

Di esplorare le possibilità del presente.”

Daniel Clement è un uomo integerrimo, che somiglia molto a Padre Brown, visto che l’anno precedente, quando il delitto aveva fatto visita alla sua comunità “aveva capito cosa si era inceppato nei parametri vitali di Champton: l’irregolarità del battito, la zoppia inspiegabile, il pallore morboso.

Da lì era risalito non solo alla malattia ma alle cause. Era stato bravo: l’occhio del sacerdote e il suo talento naturale si erano rivelati particolarmente adatti al compito. Ma quando la verità era venuta a galla e l’ordine era stato ristabilito lui si era augurato più di tutto di tornare alla guida di un gregge che bisticciava per le solite inezie.”

Anche se l’aspetto prettamente poliziesco di “Omicidio in parrocchia” non è convincente, con un movente molto debole e un investigatore professionista spesso latitante, l’asso nella manica del Reverendo Coles è proprio quello descritto nell’ultima frase e, per citare ancora Umberto Eco (da “Apocalittici e Integrati”)

L’attrattiva del libro, il senso di riposo, di distensione psicologica che è capace di conferire, è data dal fatto che, sprofondato nella propria poltrona o nel divano dello scompartimento ferroviario, il lettore ritrova di continuo e punto per punto quello che già sa, quello che vuole sapere ancora una volta e per cui ha speso il prezzo del fascicolo.”

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Rev. Richard Coles


ha insegnato teologia al King’s College di Londra, conduce un programma radiofonico sulla Bbc, ha scritto diversi libri e attualmente vive a Friston, nel Sussex. Delitto all’ora del vespro (Einaudi 2023), il suo romanzo d’esordio, è stato a lungo in cima alle classifiche inglesi. Per Einaudi ha pubblicato anche Omicidio in parrocchia (2024).