Orgoglio tossico




Abusi sessuali e gerarchie del potere

di Martha C. Nussbaum

Il Saggiatore 2023

Laura Majocchi (Traduttore)

Società, politica e comunicazione, pag.352

Sinossi. “Orgoglio tossico” è un atto d’accusa alla cultura del potere maschile che giustifica e sostiene la violenza. In questa essenziale riflessione filosofica e pratica, Martha C. Nussbaum mostra come il vizio dell’orgoglio sia un fattore determinante nella tendenza ancora troppo diffusa a trattare le donne come oggetti, negando loro pari rispetto e piena autonomia. L’autrice concentra la sua indagine su tre «roccaforti dell’orgoglio» in cui gli uomini che si accaparrano il potere si considerano al di sopra della legge: il settore giudiziario, quello artistico e quello sportivo. Nussbaum ci mostra come l’orgoglio perpetui l’abuso sessuale sistemico, il narcisismo e la mascolinità tossica. Il coraggio di molte donne ha portato ad alcune riforme, ma la giustizia è ancora imperfetta, a volte ostacolata dal denaro, dal potere o dall’inerzia, altre volte da un desiderio collettivo di vendetta. Analizzando gli effetti della legge e delle politiche pubbliche sulle nostre definizioni di violenza sessuale in continua evoluzione, l’autrice chiarisce come le lacune normative permettano a questa violenza di proliferare indisturbata. Nussbaum offre però una speranza, immaginando un futuro in cui, mentre le sopravvissute agli abusi si mobilitano per raccontare le loro storie e le istituzioni attuano riforme eque, potremo riconoscere pienamente la pari dignità di tutte le persone.


Recensione di Marina Toniolo

Come ogni grande rivoluzione sociopolitica, la nostra è la migliore delle ere, nel senso che viviamo in un’epoca di belle speranze che ci fanno guardare al futuro in un’ottica di realizzazione di una piena giustizia. Ma è anche la peggiore, un periodo di dolore e di turbolenza, in cui i modelli prestabiliti sono stati messi in discussione, in cui le persone non sanno bene come muoversi e provano un vivo risentimento da entrambe le parti davanti alle ingiustizie del passato e alla portata dei cambiamenti”.

Cosa è avvenuto concretamente negli Stati Uniti dopo l’esplosione del movimento #metoo?
Quali sono state le premesse perché così tante donne e non solo si siano riunite sotto un unico hashtag ad invocare nuove leggi o la correzione delle precedenti per contrastare il capillare fenomeno dell’orgoglio maschile che si tramuta in abuso di potere?

Quali possono essere le proposte da presentare perché le leggi siano chiare e ben identificate da tutti?
Ce lo spiega la filosofa Nussbaum in questo saggio che definisce un libro sulla giustizia che mira non alla vendetta, bensì alla riconciliazione e a un futuro condiviso. Poiché il movimento #metoo è quasi prettamente sociale si presenta un problema: come garantire la giustizia e tutelare la pari dignità quando la condanna non viene inflitta da istituzioni legali imparziali bensì mediante l’umiliazione e la stigmatizzazione.
Descrivendo fatti di cronaca atti a semplificare la comprensione del pubblico recepisco come funziona l’ordinamento giuridico americano che si fonda sulla common law. Inoltre mi immergo, nella prima parte del libro, nel trattato filosofico vero e proprio, con la spiegazione di dove derivi questo orgoglio di supremazia. Passando per Lincoln, attraverso M.L.King e Dante, la Nussbaum tratta dell’oggettivazione delle vittime – attenzione: sia di genere femminile che maschile, qui si parla di persone – e dei vizi del dominio per concludere con i vizi della condizione di vittima. 

Nella seconda parte viene affrontato il tema di come la legge inizia a prendersi carico dei problemi. Qui entriamo nel territorio puramente americano che però io trovo fondamentalmente un buon sistema legislativo. Poiché si parte da un testo primario, dove vengono enunciati principi generali, è norma che le leggi si fondino su quel testo primario, aggiungendo, esemplificando e circoscrivendo in modo chiaro e netto i confini di cosa è lecito oppure no.

La legge parla a tutti. Anche quando è disomogenea e imperfetta nell’attuazione, e anche quando necessita con urgenza di profonde riforme strutturali, essa parla il linguaggio del senso civico e dei diritti”.
Nell’ultima parte la Nussbaum descrive in modo dettagliato tre istituzioni che ancora resistono ai cambiamenti, forti di un orgoglio e di un potere dettato anche dagli sponsor e dai consumatori finali: il mondo giudiziario, dell’arte e dello sport.

Saggio che riesce a far pensare anche e specialmente la persona comune. In fin dei conti, i veri cambiamenti si attuano quando proprio le persone normali chiedono a gran voce riforme e cambiamenti, forti dell’indignazione che sale quando certi comportamenti risultano vecchi, fuori luogo e carichi di pregiudizi.
Questi cambiamenti non avvengono dall’oggi al domani: devono essere ben regolamentati senza che ci sia la possibilità di incappare in un limbo normativo. Inoltre le nuove regole devono essere insegnate alle generazioni future per una sempre maggiore consapevolezza. Non è mera utopia. E non riguarda solo gli Stati Uniti. Possiamo benissimo analizzare la situazione presente in Italia.
Anche nel nostro Paese c’è molto da lavorare e stiamo vivendo un periodo difficile in cui le donne chiedono di essere trattate da persone e gli uomini resistono al cambiamento con le conseguenze che vediamo e leggiamo tutti i giorni. Solo quando la legge anche da noi sarà chiara e atta a tutelare chi subisce un abuso di potere potremo vedere un oggettivo miglioramento. Per ora, possiamo lavorare tutti nel nostro piccolo e contribuire al bene comune non volgendo dall’altra parte la testa, per esempio, quando vediamo comportamenti tossici.

Testo importante per sviluppare una capacità critica essenziale nel nostro tempo. Una lettura che entra nel profondo e smuove le parole “fratellanza e sorellanza”, intese come unità di persone che si rispettano vicendevolmente.

“Come le donne che esigono che la loro voce sia ascoltata, così anche noi dobbiamo decidere di ascoltarci a vicenda in tutte le nostre differenze e di ascoltare le voci degli uomini, sia quelli che concordano con noi sia quelli che dissentono, sia quelli che si sono comportati bene sia quelli che non l’hanno fatto, creando una natura dialogica che è anche una cultura dell’immaginazione empatica”.

Come mi hanno insegnato, essere femminista non è odiare o contrastare in qualunque modo il genere maschile. Si tratta più che altro dell’autodeterminazione, rivolta verso se stesse, di essere sempre e comunque allo stesso livello. Ne’ al di sopra, né al di sotto. Perché alla fine siamo tutti in egual modo persone. Dobbiamo, quindi, lavorare affinché anche le nostre leggi attuino in modo chiaro ed efficace questa eguaglianza.

Acquista su Amazon.it: 

Martha C. Nussbaum


Martha C. Nussbaum, New York 1947, è una filosofa statunitense, importante studiosa di filosofia greca e romana, filosofia politica ed etica. Protagonista di dibattiti su temi etici e sociali, ha insegnato Law and Ethics nell’Università di Chicago. Nel 1986 si è fatta conoscere con il suo libro ‘The fragility of goodness: luck and ethics in Greek tragedy and philosophy’, firmato con il nome dell’ex marito. Tiene inoltre corsi sui classici e sulle scienze politiche, è membro del “Committee on Southern Asian Studies”, ed è membro del consiglio direttivo del “Human Rights Program”. Ha precedentemente insegnato all’Università di Harvard e alla Brown University. Tra le pubblicazioni con il Mulino: ‘Diventare persone’ (2001), ‘Giustizia sociale e dignità umana’ (2002), ‘Le nuove frontiere della giustizia’ (2007), ‘Giustizia e aiuto materiale’ (2008), ‘L’intelligenza delle emozioni’ (2009), ‘Lo scontro dentro le civilt’à (2009), ‘Libertà di coscienza e religione’ (2009), ‘Creare capacità’ (2012), ‘La fragilità del bene’ (2013), ‘Non per profitto. Perché le democrazie hanno bisogno della cultura umanistica’ (2014), ‘La speranza degli afflitti. Il lutto e i fondamenti della giustizia’ (2016), ‘Rabbia e perdono. La generosità come giustizia’ (2017),  e  ‘Invecchiare con saggezza
Dialoghi sulla vita, l’amore e i rimpianti’ (2019).

A cura di Marina Toniolo

ilprologodiMarina