Per il mio bene




Recensione di Stefania Ceteroni


Autore: Ema Stokholma

Editore: HarperCollins Italia

Genere: biografie

Pagine: 200

Anno di pubblicazione: 2020

Sinossi. “Non sei mai al sicuro in nessun posto”, questo ha imparato Morwenn, una bambina di cinque anni. Perché Morwenn ha paura di un mostro, un mostro che non si nasconde sotto il letto o negli armadi, ma vive con lei, controlla la sua vita. Un mostro che lei chiama “mamma”. La persona che dovrebbe esserle più vicina, che dovrebbe offrirle amore e protezione e invece sa darle solo violenza e odio. La picchia, la insulta, le fa male sia nel corpo che nell’anima. A lei e a Gwendal, suo fratello, di pochi anni più grande. Morwenn prova a fuggire, ma la società non lascia che una bambina così piccola si allontani dalla madre, e tutti sembrano voltarsi dall’altra parte davanti alle scenate, ai “conti che si faranno a casa”, ai lividi. Così, aspettando e pregando per una liberazione, Morwenn imparerà a mettere su una corazza, a rispondere male ai professori, a trovare una nuova famiglia e un primo amore in un gruppo di amici, a usare la musica per isolarsi e proteggersi. Finché, compiuti quindici anni, riuscirà finalmente a scappare di casa e a intraprendere il percorso, fatto di tentativi ed errori, che la porterà a diventare Ema Stokholma, amatissima dj e conduttrice radiofonica. Per la prima volta Ema Stokholma racconta il suo passato, il tempo in cui il suo nome era ancora Morwenn Moguerou. E lo fa scrivendo un libro che attraverso la sua esperienza individuale riesce a raggiungere sentimenti universali, a insegnare che dal dolore si può uscire, che si può sbagliare e cambiare, che il lieto fine è possibile. Perché Per il mio bene è una storia vera ma anche un romanzo indimenticabile, che riesce a raccontare il dolore e il male con una lingua immediata e diretta, con uno stile allo stesso tempo durissimo e dolce che colpisce il lettore al cuore e tocca le corde più profonde e vere dell’animo umano.

Recensione

Morwenn Moguerou è una bambina che vive in casa con suo fratello Gwendal e con un mostro: la loro madre. Una donna dal carattere instabile che picchia costantemente i suoi figli (mai insieme) e che all’esterno appare una persona come tante altre.

Per Morwenn e per suo fratello è “il mostro”.

Nel libro “Per il mio bene” l’autrice – diventata un’amatissima dj e conduttrice radiofonica di successo – propone ai lettori la sua infanzia. Un’infanzia fatta di calci, pugni, schiaffi, docce fredde, e ancora calci, pugni, schiaffi, segni in ogni parte del corpo lasciati dalle mani di una madre che si sentiva dovere di fare tutto ciò, per il bene dei suoi figli.

Morwenn subisce in silenzio, non parla con nessuno della situazione che vive in casa, è accondiscendente e spesso conferma le accuse insensate di sua madre per la paura di subire di peggio ad ogni risposta che il mostro potesse considerare sbagliata. Abbandonati dal loro padre che è andato a vivere in Italia, i due bambini crescono in una costante paura di essere il prescelto per i trattamenti imposti da una madre che è incapace di guardare loro con amore.

Morwenn odia sua madre e prega affinchè muoia. Lo fa quotidianamente, sperando nell’intervento divino per poter essere liberata da quel fardello troppo pesante per lei e suo fratello. Ma quando capisce che Dio non può aiutarla in questo smette di credere in lui e di fare appello al suo intervento.

Continua a portare con se’ un odio profondo per quella donna che chiama mostro, anche quando lascerà definitivamente casa dopo diversi tentativi andati falliti. Ed anni dopo quell’odio cederà il passo ad una consapevolezza diversa, davanti ad una vita che chiede il conto ad una donna a sua volta lasciata sola con la sua pazzia.

L’autrice racconta la sua storia in modo diretto e senza filtri. Non c’è alcuna volontà di romanzare quanto accadeva tra le quattro mura della loro casa di turno, nessuna voglia di muovere a compassione il lettore. No. Ho letto altro tra quelle righe. Ho letto la voglia di mostrare il proprio passato affinché non succeda più che un bambino o una bambina venga picchiato da colui o da colei che, invece, dovrebbe essere la fonte del suo amore più profondo. Nessuno dovrebbe picchiare un bambino, sia chiaro, tantomeno se un genitore che gli ha dato la vita.

In quel racconto a tratti ipnotico, psichedelico, che rischia di andare fuori controllo, che l’autrice propone ai lettori ho visto questo: la volontà di alzare il velo su una realtà che troppo spesso è all’ordine del giorno e che resta nell’ombra…perché non sono affari miei”.

Mi sono anche fatta parecchie domande…

Come mai nessuno aiuta quei due bambini?

Nessuno che sente?

Nessuno che vede i segni su quei corpicini?

Magari vedono pure, sentono pure, ma tacciono. Ecco, è qui la missione di Ema Stokholma che si legge tra le righe: è ora di interessarsi agli altri e  dare voce a quello che non è certo un modo per impicciarsi dei fatti altrui ma  è la voglia di aiutare chi ha bisogno di essere aiutato, soprattutto quando si tratta di un bambino.

Il libro si legge in fretta. Non c’è da aspettarsi uno stile ricercato e sottile quanto, piuttosto, un racconto vero, istantaneo, schietto.

A cura di Stefania Ceteroni

https://libri-stefania.blogspot.com

 

Ema Stokholma


Ema Stokholma, nata a Marsiglia e cresciuta a Parigi, esordisce nel mondo della moda già all’età di 15 anni, lavorando per firme prestigiose tra cui Valentino, Dolce&Gabbana, Versace, Yamamay e Fendi. In questi anni vive nelle capitali più cool d’Europa come: Londra, Parigi, Berlino, Roma e Milano e proprio nel corso di questi viaggi nasce e cresce la sua passione per la musica. Il suo è un bagaglio di suoni multietnici che miscelano hip hop, electro, Funky e Deep House, che l’ha portata a diventare in breve tempo una delle Guest Dj nei migliori locali d’Italia e d’Europa. Esordisce negli anni successivi come conduttrice radiofonica nella trasmissione Back2Back su Rai Radio 2 a fianco di diversi rapper italiani tra cui Don Joe dei Club Dogo, Emis Killa, Ensi, Fabri Fibra, Luchè e tanti altri. Dal 2016 su Instagram si diletta a dipingere. Nel 2017 partecipa a Sanremo Giovani con il ruolo di giudice, e nello stesso anno esce vittoriosa dalla sesta edizione di Pechino Express su Rai 2, insieme a Valentina Pegorer come coppia #leclubber. Nel 2018 e 2019 racconta il Sanremo su Rai Radio 2 insieme a Gino Castaldo e prende parte ogni sera anche al dopo festival. Nel 2019 commenta anche i Brit Awards per Rai 4 insieme ad Andrea Delogu e per la stessa rete potremo vederla a Tel Aviv nel contesto del’Eurovision insieme a Federico Russo. Oggi continua a condurre Back2Back tutti i giorni in diretta alle ore 21:00 insieme a Gino Castaldo, firma storica del giornalismo musicale.“Per il mio bene” è il suo primo libro.

 

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