Sinossi. Londra, anni Novanta. Tom Hargreaves è un giovane giornalista in un tabloid della città, disposto a tutto per la carriera. Il destino sembra ascoltarlo quando, una sera, si imbatte in uno scoop: in un complesso residenziale in periferia, Mia Enright, una bambina di tre anni, viene ritrovata morta. Subito i sospetti cadono su Lucy Green, la ragazzina della famiglia “sbagliata”, arrivata anni prima dall’Irlanda. Gli uomini di casa sono disoccupati e schiavi dell’alcol, e Carmel, la giovane e bellissima madre di Lucy, non si è mai occupata della figlia e non è benvista dai vicini. Così Tom, convinto di avere per le mani la sua grande occasione, convince i Green a rifugiarsi in un albergo a spese del giornale, in cambio di interviste esclusive. Ma i racconti della famiglia rivelano una storia molto meno torbida di quanto credesse, una storia di speranze e fallimenti, di felicità negate e debolezze umane. Dopo “Atti di sottomissione”, il romanzo d’esordio candidato al Premio Strega Europeo 2022, Megan Nolan torna con una storia profonda e toccante dove uomini e donne sono intrappolati nel proprio dolore, in una società che si fa scudo dei pregiudizi per difendersi dall’infelicità degli altri. E racconta di rinascita e perdono, di segreti rivelati e silenzi sconfitti dalle parole e dall’amore.
PICCOLE UMANE DEBOLEZZE
di Megan Nolan
NN Editore 2023
Tiziana Lo Porto ( Traduttore )
Narrativa, pag.240
Recensione di Sara Zanferrari
Dopo il grande successo del suo esordio “Atti di sottomissione”, l’autrice irlandese Megan Nolan torna in libreria con un’altra storia complessa, cruda, che lascia ben poco spazio alla redenzione. La povertà, l’abbandono, la sconfitta la fanno da padrone in questo racconto alla ricerca disperata di una rinascita e dell’amore che tutto (purtroppo) non può.
Una protagonista e una famiglia anomale, ai margini della società, sospese in una condizione da cui potrebbero uscire in un qualsiasi momento se solo avessero la volontà e la forza di farlo, ma non lo fanno.
“Carmel sapeva che non funzionava così, che le cose che facevi o non facevi non potevano essere cancellate da niente, nemmeno dall’amore. Ma ci provavano comunque. Provarci sarebbe stato il lavoro della vita, lo avevano capito, e non ci sarebbe stato un giorno in cui avrebbero festeggiato il compimento di quell’impresa”.
Londra, 17 maggio 1990. Una bambina di tre anni, Mia Enright, viene trovata morta, dopo una notte di ricerche angosciose. I sospetti convergono su Lucy Green, una ragazzina di dieci anni, che è stata vista per l’ultima volta con lei. La famiglia di Lucy, i Green, sono il capro espiatorio perfetto per un delitto orribile al quale non si riesce a venire a capo. Sono irlandesi arrivati solo pochi anni prima, la madre Carmel non si occupa di Lucy (che è stata cresciuta dalla nonna, Rose, ora morta), mentre i due uomini della casa, padre e fratello di Carmel, sono disoccupati.
È in questa atmosfera torbida e desolante che si insinua un giornalista senza etica e senza scrupoli, Tom Hargreaves, che ha puntato la famiglia per fare lo scoop della sua vita. Li convince così a trasferirsi in un hotel di pessima categoria, a spese del giornale, per stare lontani dai riflettori e dalle malelingue, cose che serve a Tom per torchiarli a dovere nella speranza di cavarne qualcosa di grosso. In quale modo non importa: Tom decide che sarà l’alcol il suo mezzo per arrivare alla sua “verità”.
Parte così quello che è un viaggio di introspezione nella vita di questa famiglia, fra immaturità, solitudine, ignoranza. Niente però di così torbido ed eclatante come il giornalista sperava, anzi, al contrario, vite quasi banali nella loro disperata fragilità.
Ancora una volta a colpire è la scrittura di Nolan, giovanissima (classe 1990) eppure totalmente disincantata, abile nel descrivere con pacata onestà tutta la gamma di pensieri e atti poco edificanti che gli essere umani possono essere in grado di mettere in atto.
E’ in questi meandri di pensieri che risulta interessante perdersi nella lettura, al di là della storia, vera cifra a mio parere di un’autrice che già al suo esordio ha saputo catturare le scene letterarie d’Europa.
Attendiamo a questo punto la riconferma.
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Megan Nolan
Megan Nolan (1990) è nata in Irlanda e vive a Londra. I suoi saggi, fiction e articoli sono stati pubblicati su The New York Times, The White Review, The Sunday Times, The Village Voice, The Guardian e nell’antologia Winter Papers. Il suo primo romanzo, “Atti di sottomissione”, è stato salutato dalla critica come uno dei migliori esordi del 2021, è stato finalista al Premio Strega Europeo 2022. “Piccole umane debolezze” è il suo secondo romanzo.
A cura di Sara Zanferrari