James Hadley Chase
Traduttore: Maxidia srl
Editore: Time Crime
Genere: Noir
Pagine: 176
Anno edizione: 2025
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Sinossi. Dave Fenner è l’investigatore privato che ha risolto il caso Blandish, salvando la ragazza dalle sadiche grinfie dei suoi aguzzini. È spietato, cinico, e si muove soprattutto per i soldi. Ma porta sempre a termine i suoi casi, in modo a dir poco esplosivo. Il brutale giro d’affari che ha luogo a Key West, in Florida, viene posto alla sua attenzione da un’avvenente giovane donna con la schiena ricoperta di lividi che fa irruzione nel suo ufficio, offrendogli un anticipo di seimila dollari per aiutarla a uscire dai guai in cui lei e la sorella si sono ritrovate. Be’, in casi simili è difficile rifiutare. Ma dopo essere stato picchiato a sangue e costretto a cavarsela in una serie di situazioni pericolose a pistole spianate, si rende conto che la cavalleria, anche se ripagata con una grossa somma di denaro contante, non è il modo migliore per rimanere vivi.
Recensione di
Salvatore Argiolas
Nel suo saggio “Ancora sul giallo” Raymond Chandler dice dell’Hard boiled, il genere che ha contribuito in modo determinante a lanciare, “Quanto alla base emozionale della narrativa hard boiled, è chiaro che non si può credere alla scoperta del colpevole e al compiacimento della giustizia, a meno che a far trionfare la medesima non ci si metta qualcuno di temperamenti deciso. Le nostre storie parlavano, appunto, di questi individui. Erano rappresentati come duri, e quanti facevano, fossero agenti di polizia o investigatori privati o giornalisti, era lavoro duro, pericoloso.”
Chandler esigeva che le storie fossero realistiche, descrivendo un mondo “in cui i gangster possono governare le nazioni e per poco non governano le città, un mondo in cui gli alberghi, le case albergo e i famosi ristoranti appartengono a individuo che si sono arricchiti con le case chiuse.”
L’hard boiled, la scuola americana dei duri, ha avuto proprio questo compito, mostrare che il mondo era marcio e “restituì il delitto alla gente che lo commette per ragioni vere e solide, e non semplicemente per provvedere un cadavere ai lettori (…) e mise sulla carta i suoi personaggi com’erano e li fece parlare e pensare nella lingua che si usa, di solito, per questi scopi.”
Queste parole di Chandler, dedicate a Dashiell Hammett, possono essere usate anche per James Hadley Chase, uno degli esponenti principali del genere, che paradossalmente gli Stati Uniti li conobbe dapprima solo sulla cartina geografica, essendo nato in Inghilterra, ma folgorato dal romanzo di James M. Cain “Il postino suona sempre due volte”, venne travolto dalla passione di raccontare storie dove il realismo fosse evidente e la violenza e la tragedia non fossero edulcorate o nascoste ma esposte in primo piano.
Il suo esordio letterario, con “Niente orchidee per Miss Blandish” (No Orchids for Miss Blandish) del 1939 fu un successo insperato che lo convinse a scrivere storie dove il mondo fosse rappresentato in tutta la sua crudezza e, come scrisse lo stesso Chase, “Dopo tutto, noi viviamo in un mondo violento e la gente vuole la violenza.”
Già il titolo del suo primo noir, con la negazione iniziale lascia presagire che non si tratta di una trama con il lieto fine e anche una rapida occhiata alla lunga lista di suoi libri, quasi cento, ci fa capire la temperatura emotiva che Renè Lodge Brabazon Raymond, il suo nome all’anagrafe, ha saputo sprigionare e riflettere nella sua narrativa.
Da “Sciacalli si muore” a “In nome della violenza” i titoli rendono bene la cifra stilistica che contraddistingue Chase che ha evitato di utilizzare un personaggio fisso proprio per non dare niente per scontato, facendo a volte morire dei personaggi che rischiavano di diventare troppo presenti.
L’unica eccezione Chase le fece proprio con “Piombo e tritolo” (“Twelve Chinks and a Woman” o “ The Doll’s Bad News” dove compare l’investigatore privato Dave Fenner, ex giornalista protagonista di “Niente orchidee per Miss Blandish”.
Il titolo italiano è un palese riferimento a “Piombo e sangue” (The Red Harvest) di Dashiell Hammett a cui assomiglia anche come trama ma Chase apporta una carica dirompente all’azione del detective che, come avviene di solito negli hard boiled, viene ingaggiato da Marian Daley, una giovane donna, per rintracciare la sorella di cui non ha più notizie.
“Era un po’ più alta della media, e flessuosamente snella. Le sue gambe erano lunghe, le mani e i piedi stretti e il suo corpo era rigido. I suoi capelli, che si arricciavano sotto il capellino con visiera, erano corvini. Indossava un severo completo a due pezzi e sembrava molto giovane e molto spaventata.”
La donna lascia come acconto seimila dollari e si lascia scappare un commento riguardo dodici cinesi che incuriosisce Fenner e lo spinge a cercare Marian per saperne di più ma la trova orrendamente massacrata nella vasca da bagno del suo appartamento.
“Fenner era un duro. Era nel giro dei giornali da anni e la morte improvvisa non significava molto per lui. La violenza era solo un altro titolo, ma questa faccenda lo scosse. Lo scuoteva di più perché la conosceva. Era una sua cliente e solo poche ore prima era viva.”
La sua etica lo porta ad assolvere l’incarico a tutti i costi e, in base a un biglietto trovato sul luogo del delitto capisce che il bandolo della matassa di trova a Key West in Florida e che nell’intrigo siano coinvolti dei cubani e dei cinesi.
L’impatto di Fenner sulla città costiera della Florida è esplosiva nel pieno senso della parola e il detective sfrutta appieno i contrasti tra i malviventi che sfruttano gli immigrati cinesi portando il conflitto al massimo livello.
Il detective infatti si infiltra in una gang dedita al reclutamento degli operai in Cina e durante l’indagine riesce a trovare la sorella di Marian, Glorie, una dark lady che lo irretisce mettendolo al centro di un intrigo che si risolverà con una mattanza e un colpo di scena sorprendente.
Caratterizzato da una scrittura veloce e febbrile, come febbrile fu l’attività di Chase che dal 1939 al 1941 scrisse sette noir di grande impatto, “Piombo e tritolo” risulta un vero punto di svolta nell’hard boiled, allontanandosi dalla malinconia di Philip Marlowe per mostrare una realtà segnata dal cinismo e dall’avidità e dalla bramosia.
In Francia il nome di James Hadley Chase è spesso accostato a quello di Dostoevskij perché i suoi romanzi mettono in scena tipiche storie di caduta dove non c’è traccia di redenzione e di catarsi e, come scrisse Andrea G. Pinketts, “se Raymond Chandler e Ross Macdonald raccontano della morte dell’innocenza, Chase ne fa addirittura l’autopsia”.
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James Hadley Chase
René Lodge Brabazon Raymond nacque il 24 dicembre 1906 a Londra, figlio del colonnello Francis Raymond dell’esercito coloniale angloindiano. Lasciò la casa all’età di 18 anni e divenne in tempi diversi un venditore di enciclopedie per bambini, un libraio e un dirigente per un grossista di libri prima di dedicarsi alla carriera di scrittore. Ha scritto 90 romanzi firmandoli come R. Raymond, James Hadley Chase, James L. Docherty, Ambrose Grant e Raymond Marshall. Nel 1956 si trasferì in Francia e nel 1969 in Svizzera, dove morì il 6 febbraio del 1985. Di lui Timecrime ha pubblicato Niente orchidee per Miss Blandish, Sciacalli si muore, La strage dei potenti e ora Piombo e tritolo. Di prossima uscita, sempre nella collana Piccola Biblioteca del Crimine, i titoli Sul mio cadavere e La tratta delle bianche.