Recensione di Elena Spadafora
Autore: Henning Mankell
Traduttore: G. Puleo
Editore: Marsilio
Pagine: 409
Genere: Giallo
Anno Pubblicazione: 1999
Nono libro della serie di Wallander, questo Piramide si articola in cinque racconti molto eterogenei fra loro e ordinati cronologicamente.
Si inizia con “Il primo caso di Wallander”, in cui un giovanissimo Kurt Wallander prova a farsi notare dal capo del nucleo investigativo (al quale ancora non appartiene). Troviamo un bel focus sul processo di apprendimento di Wallander che pian piano, errore dopo errore, impara tutti i segreti del buon investigatore.
In “Morte di un fotografo” un Wallander più maturo trova la propria foto coi tratti deformati dentro il cassetto di un fotografo che è stato ucciso; in “L’uomo sulla spiaggia” un uomo sale su un taxi e muore improvvisamente: toccherà a Wallander scoprire chi sia e dove stesse andando, mentre in “La spaccatura” troviamo una bellissima storia, disperata e violenta, che ci parla di immigrazione.
Infine “Piramide”, racconto dalla struttura più complessa che dà il titolo alla raccolta: due vecchiette gestiscono una merceria che va a fuoco, i loro corpi vengono ritrovati fra le macerie dell’incendio ma non è stato il fuoco ad ucciderle. Sullo sfondo di tutto, la vicenda personale di Wallander che viene mostrato da Mankell in tutta la sua fallibilità umana.
Wallander non è certamente un poliziotto-supereroe: i suoi rapporti affettivi sono instabili e lontani, il suo modo di vivere nel mondo è spesso impacciato ma mai fuori luogo. Wallander non è invulnerabile ma ci si affeziona veramente a questo personaggio, forse proprio per sua ingombrante umanità.
Henning Mankell
Viveva tra la Svezia e il Mozambico, dove a Maputo dirigeva il teatro Avenida. È l’autore della fortunatissima serie del commissario Wallander, pubblicata in molti paesi. Tra i riconoscimenti internazionali al suo lavoro, ricordiamo The Academy of Swedish Crime Writers’ prize per Faceless Killers (1991); Scandinavian Crime Society prize, The Glass key, per Faceless Killers (1991); The Academy of Swedish Crime Writers’ prize per Sidetracked (1995); the British Crime Writers’ Association prize, the Golden Dagger, per Sidetracked (2001).
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