Recensione di Ilaria Bagnati
Autore: Melissa Fleming
Traduzione: Annalisa Carena
Editore: Edizioni Piemme
Pagine: 210
Genere: Biografia
Anno di pubblicazione: 2018
La storia di Doaa è simile a tante altre storie di rifugiati, di persone che scappano dalla guerra che distrugge la loro vita, i loro sogni, i loro desideri e il loro futuro. Doaa è una ragazza come tante che sogna un futuro radioso nel suo amatissimo Paese, la Siria. Doaa è una ragazza ostinata, non vuole sposarsi e mettere su famiglia come hanno fatto le sue sorelle maggiori; vuole andare all’università e costruirsi il suo futuro. I suoi sogni e la sua tranquillità vengono spazzati via quando la guerra arriva anche nel suo Paese, che viene distrutto dai bombardamenti. Lì Doaa e la sua famiglia non sono più tranquilli e al sicuro così, con la morte nel cuore, fuggono in Egitto. In Egitto Doaa conosce Bassem, con il quale si sposa e insieme decidono di andare in Svezia per potersi costruire una vita tranquilla e coronare i loro sogni. Decidono quindi di pagare dei trafficanti per tentare la rotta del Mediterraneo e arrivare in Italia. Le cose purtroppo non vanno come sperano e la nave, attaccata da un peschereccio, affonda; Doaa e Bassem finiscono in mare così come tutti i cinquecento migranti. In pochi si salvano, compresa Doaa, che passa quattro lunghissimi giorni in mare aggrappata a un salvagente e alla sua forza d’animo.
La storia di Doaa è stata raccontata da Melissa Fleming, capo delle Comunicazioni per l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), che ha intervistato Doaa e ha reso pubblica la sua vicenda.
Ovviamente la storia di Doaa mi ha colpita profondamente; è una ragazza poco più piccola di me e mi sono chiesta più volte come mi sarei comportata al suo posto in una situazione simile, cosa avrei provato e se sarei stata in grado di sopportare tutto ciò che lei ha dovuto sopportare. Spesso in molti pensiamo che la Siria è lontana; ci facciamo bastare le notizie che ci arrivano dal telegiornale, diciamo “poverini” e andiamo avanti, senza fermarci un attimo a pensare a tutto l’orrore che hanno visto gli occhi delle vittime di guerra.
Quella di Doaa è una testimonianza preziosa che ognuno di noi deve conoscere, perché purtroppo ci stiamo “abituando” a sentire notizie tragiche provenire da altri Paesi e non siamo abbastanza bravi a provare empatia verso i protagonisti di queste tragedie.
Ringrazio quindi la Fleming per il suo prezioso contributo, perché Più profondo del mare è un libro che rimarrà sempre impresso nella mia mente.
Melissa Fleming
È capo delle Comunicazioni per l’Alto Commissariato per le Nazioni Unite (UNHCR). Visita costantemente le zone di guerra e i campi profughi per dare voce ai milioni di persone costrette ad abbandonare le loro case. Citata spesso sui media internazionali, il suo TED Talk sulla storia di Doaa è stato visualizzato un milione e mezzo di volte. Più profondo del mare è stato pubblicato in dieci lingue.