Le inchieste di Maisie Dobbs
Recensione di Salvatore Argiolas
Autore: Jacqueline Winspear
Editore: Neri Pozza
Traduzione: Olivia Crosio
Genere: Mystery
Pagine: 352
Anno di pubblicazione: 2022
Sinossi. A volte il destino si presenta sotto spoglie inaspettate: così è stato per Maisie Dobbs, quando a tredici anni è entrata a servizio in casa Compton e la padrona, Lady Rowan, ha notato in lei un’intelligenza fuori dal comune. Maisie è stata sottratta alla vita grama riservata alle ragazze della sua condizione sociale, ha potuto studiare, è cresciuta sotto l’ala protettrice del grande investigatore Maurice Blanche, ha servito come infermiera in Francia per i soldati sul fronte occidentale ed è, infine, diventata lei stessa un’investigatrice. Con l’ausilio dell’insostituibile assistente Billy Beale, risolve i suoi casi, spesso battendo sul tempo l’ispettore Stratton di Scotland Yard, un po’ rivale, un po’ spasimante. Nella primavera del 1930, la crisi economica sta mettendo il mondo in ginocchio, anche se non tutti piangono miseria: Joseph Waite ha costruito dal niente un impero, ma ha un problema, la sua fortunatissima erede, la trentaduenne Charlotte, ha fatto sparire ogni traccia di sé, volando via dalla gabbia dorata del privilegio in cui il rude e anaffettivo magnate l’ha rinchiusa. Waite vuole che Maisie la ritrovi, in fretta e senza troppo clamore. Pur non apprezzando i modi spicci e imperativi dell’arrogante «nuovo ricco», Maisie di questi tempi non può certo rifiutare un incarico, sebbene non particolarmente stimolante. L’indagine però prende presto una piega inaspettata: dal passato di Charlotte emerge più di una ragione per la sua fuga, se di fuga si tratta. Inoltre – ultimo fatto ma non per importanza – tre delle sue migliori amiche di un tempo hanno subito una morte violenta, con un unico, piccolo dettaglio che accomuna le diverse scene del crimine. Seconda indagine per l’investigatrice-psicologa Maisie Dobbs, Piume bianche è un mistery intrigante che ci riporta in una Londra di inizio anni Trenta magnificamente descritta, con i suoi abitanti ancora alle prese con le ferite della Grande Guerra, e che pagina dopo pagina ci trascina verso un finale sorprendente.
Recensione
“Piume bianche” comincia come un tipico hard boiled, il giallo d’azione americano e in particolare come molti romanzi di Ross Macdonald, con l’investigatore privato che viene convocato da un magnate che gli chiede di ritrovare la figlia scomparsa.
Qui però non siamo a Los Angeles negli anni cinquanta o sessanta ma a Londra nel 1930 e non c’è neanche l’investigatore disilluso e malinconico ma chi indaga è una ragazza capace e volitiva,
Maisie Dobbs ex cameriera ed ex infermiera che, dopo aver studiato nei college, diventa titolare di un’agenzia investigativa sostitendo il mentore che è andato in meritata pensione.
Joseph Waite, il macellaio dei banchieri, nato poverissimo e poi diventato uno degli uomini più ricchi d’Inghilterra e dell’intera Europa, ha costruito la sua fortuna cominciando a dodici anni come umile apprendista macellaio e ingaggia Maisie Dobbs per rintracciare Charlotte la sua unica figlia scappata di casa in modo improvviso.
Maisie accetta l’incarico e durante l’indagine tenta di rintracciare le amiche della donna ma quando si reca a interrogare Lydia Fisher, la trova cadavere, accoltellata dopo essere stata avvelenata con morfina. Nella più strette conoscenze di Charlotte avvengono altre due morti inquietanti che costringono la giovane detective che sia avvale anche di approfondite conoscenze piscologiche, tanto che la targa d’ottone nel palazzo che ospita l’agenzia informava della presenza di Maisie Dobbs, Psicologa e Investigatrice, ad un inchiesta che porterà a focalizzare l’attenzione sul tragico periodo della Prima Guerra Mondiale.
Malgrado siano passati più di dieci anni dalla fine della Grande Guerra infatti, le conseguenze del tremendo conflitto di fanno sentire a distanza di tanto tempo e la stessa Maisie vi partecipò come crocerossina sul fronte francese dove fu ferita.
Seguendo labili indizi e alcuni piccoli oggetti trovati nelle scene dei delitti la giovane detective riuscirà ad imbastire una teoria investigativa audace ma piuttosto solida che le permetterà di capire i dolorosi retroscena dei delitti.
“Piume bianche”, vincitore del prestigioso premio Agatha nel 2004 è il secondo atto della saga di Maisie Dobbs, che sino ad ora si articola in ben sedici romanzi, tutti gratificati da un buon successo di critica e di vendite.
Il successo è giustificato dal caldo fascino di vecchia Inghilterra di questi gialli, con chiari riferimenti alle dinamiche upstairs/downstairs che richiamano atmosfere alla Downton Abbey e dall’abile costruzione che cuce con bravura diversi aspetti narrativi, tra cui anche non manca quello romantico e in cui la trama gialla viene associata a suggestioni potenti come quelle di un mondo al tramonto che però tenta di resistere all’inarrestabile progresso.
Maisie Dobbs è una donna irrisolta, con molte certezze nella vita professionale ma che nel privato si trova sempre in difficoltà e in questa indagine si trova ad identificarsi totalmente con le vittime e con la donna scomparsa, tutte a disagio in un ambiente che non consente loro di emergere e che avrebbero capacità per determinare il loro destino.
Come tutti gli investigatori che si rispettino anche Maisie Dobbs ha una spalla che la supporta nelle inchieste, l’ex caporale William Beale, conosciuto in un ospedale militare, che svolge i compiti più pesanti e costuisce con Maurice Blanche, mentore e tutor di Maisie, l’ispettore Stratton che indaga sui crimini, il dottor Andrew Dene e con il capitano Simon Lynch il gruppo di personaggi principali del libro.
Quest’ultimo in particolare è un medico militare, ex fidanzato di Maisie, ricoverato in un convalescenziario per reduci che durante la guerra aveva subito danni cerebrali molto gravi e che è un chiaro omaggio al marito di P. D. James che fu ferito nella Seconda Guerra mondiale e in seguto ricoverato in ospedale non riuscì a guarire.
Il primo episodio della serie viene presentato così: “Un semplice caso di infedeltà“ presenta al lettore l’investigatrice privata Maisie Dobbs:
geniale e intuitiva come Sherlock Holmes, decisa e determinata come Lisbeth Salander. “
ma apprezzereste e gradireste le avventure di Maisie Dobbs rimuovendo completamente questo strillo tanto clamoroso quando infedele perché la giovane detective è una donna capace che usa le sue capacità di approfondimento psicologico e di empatia per immedesimarsi con i soggetti dell’indagine in modo estremamente diverso sia da Holmes, sia dalla protagonista della serie Millennium.
“Piume bianche” è un giallo che lascia grandi interrogativi perché ha come tema principale le terribili conseguenze di azioni fatte a fin di bene che poi si dimostrano foriere di grandi dolori e mette in evidenza la difficoltà di giudicare il colpevole senza tentare di capirne le motivazioni.
Jacqueline Winspear
è nata nel Kent. Dopo aver studiato e lavorato a Londra, si è trasferita negli Stati Uniti. Con la serie che ha per protagonista l’investigatrice Maisie Dobbs ha ricevuto numerosi premi, tra cui l’Edgar Award per il miglior romanzo e l’Agatha Award per il miglior romanzo d’esordio. Il suo romanzo The Care and Management of Lies è stato finalista al Dayton Literary Peace Prize nel 2015.
Acquista su Amazon.it: