Recensione di Alessio Balzaretti
Autore: Kathy Reichs
Traduzione: Luisa Piussi
Editore: Rizzoli
Genere: Romanzo
Pagine: 398
Anno di pubblicazione: 2020
Sinossi. Charlotte, North Carolina, è stretta nella morsa del caldo. In quest’atmosfera soffocante, l’antropologa forense Temperance Brennan sta facendo i conti con i postumi di un pesante intervento chirurgico, sballottata tra continui attacchi di emicrania, sogni ossessivi, visioni. Quando riceve quelle foto sconvolgenti da un mittente sconosciuto, per un attimo crede di essere piombata in un’altra allucinazione, di essere dentro l’ennesimo scherzo giocato dal suo cervello sfinito: le immagini mostrano un uomo in una sacca mortuaria, uno scempio di carne e ossa, il volto deturpato, mani e piedi amputati. Tempe non sa a chi appartengano quei brandelli umani, né perché quegli scatti siano stati inviati proprio a lei. Ma qualche giorno dopo, il ritrovamento in aperta campagna di un cadavere martoriato apre la pista a una serie di indizi, da cui emergono dei collegamenti con vecchi casi di bambini scomparsi: un mosaico dell’orrore che Brennan deve e vuole ricomporre, nonostante sia costretta a muoversi ai margini della scena per espresso volere del suo nuovo capo. Determinata a risalire all’identità dell’uomo senza faccia, Temperance si avventura così in una solitaria, azzardata indagine. Fino a toccare con mano quanto pericolosamente possa assottigliarsi il confine che separa la vita reale dalla realtà tumultuosa degli incubi.
Recensione. Kathy Reichs è un’autrice che negli ultimi anni ha diviso una parte dei lettori tra chi ha sviluppato un legame morboso con il personaggio di Temperance Brennan, nutrendosi letteralmente dei romanzi che ne raccontano le gesta, e chi invece definisce le sue ultime uscite delle operazioni commerciali sull’onda lunghissima di questa collana di romanzi infinita.
Personalmente credo che, le serie molto longeve, nel tempo, tendano a perdere un po’ di appeal e di freschezza, ma quando l’autrice è di questa levatura, meglio non dare mai nulla per scontato.
Il miglior modo per toglierci certi dubbi è fare la cosa che amiamo di più, cioè leggere.
In Predatori e prede la Reichs riesce infatti a rinnovarsi accostando alla consueta trama medical-thriller, un’interessantissima vena spy che pesca in un argomento tornato alla ribalta anche in alcune serie tv di successo che è il progetto MKUltra. Non mi addentro nel tema ma, per chi non conoscesse gli eventi risalenti agli anni sessanta, si aprirà un mondo legato ad esperimenti scientifici la cui eredità si ripercuote anche sui giorni nostri, soprattutto come base delle teorie complottistiche più vicine alla realtà.
Tra le caratteristiche della Reichs ci sono poi, senza dubbio, la precisione e l’attenzione maniacale verso il dettaglio. Questo deriva sicuramente dalle sue conoscenze di antropologia forense e consente al lettore di approfondire tecniche e argomenti scientifici spesso affrontati solo marginalmente da tanti altri autori.
Tale peculiarità tende a riflettersi su ogni passaggio del romanzo e, talvolta, toglie spazio all’immaginazione, tant’è che il lettore si troverà a leggere pagine di descrizione, attimo per attimo, di tutti i gesti che Temperance compie anche in contesti di quotidianità.
Questo potrebbe risultare per alcuni un piccolo escamotage per diluire leggermente la trama, ma va detto che sono proprio quelle pagine che caratterizzano molto il personaggio. Inoltre, queste pause descrittive, sono utili all’interno di una storia molto articolata e con tanti personaggi.
Ciò che poi rende la protagonista tanto amabile è l’auto ironia e il sarcasmo con cui si rapporta ai personaggi maschili a lei più vicini e la combattività con cui affronta gli avversari professionali di cui non condivide i metodi.
L’idea iniziale dell’uomo senza volto, di cui bisogna scoprire l’identità, non è una novità assoluta, ma la scelta di sviluppare l’indagine su argomenti top secret che abbracciano la sfera degli abusi sui minori è attualmente vincente perché tocca la sensibilità di un largo pubblico di lettori.
Oltre a questo, l’autrice ci porterà anche a conoscere le sfaccettature più oscure del Web, il mondo virtuale, che diventa la porta di accesso principale per le perversioni più estreme.
A farla da padrona rimane comunque questa guerra personale che la dottoressa Brennan porta avanti contro i delinquenti pedofili e il finale di questo romanzo rilancia, con ostinazione, una missione che per lei e per noi, non avrà mai fine: trovare tutti i bambini scomparsi.
Malgrado alcuni passaggi decisamente carichi di tecnicismi e uno stile di scrittura non scorrevolissimo, il mio personale voto a Predatori e prede è molto alto.
Non stanchiamoci mai di leggere Kathy Reichs perché la sua competenza, seppur resa digeribile all’interno di un romanzo, rimane sempre di altissimo livello e varrà, a vita, come una lezione di antropologia forense.
Kathy Reichs
Kathleen Reichs è nata il 7 luglio 1948 a Chicago, dove ha frequentato scuole cattoliche con le sue tre sorelle. Si è sposata all’età di vent’anni con Paul Reichs, procuratore e comandante dei Marines, con il quale ha avuto due figlie ed un figlio. Nel 1971 si è laureata in antropologia all’American University e nel 1975 ha conseguito un dottorato di ricerca in antropologia fisica presso la Northwestern University. Ha insegnato in diverse università statunitensi e canadesi: la Northern Illinois University, l’Università di Pittsburgh, la Concordia University, la McGill University e l’University of North Carolina a Charlotte. Al fine di perfezionare la sua conoscenza del francese, tra il 1989 e il 1990 si è trasferita a Montreal per studiare presso l’Università McGill e l’Università Concordia, ed è diventata l’unica antropologa forense con una certificazione in lingua francese in tutto il Nord America. Tra il 1997 e il 1999 è stata consulente del Casualty and Mortuary Affairs Operations Center’s Central Identification Laboratory (rinominato J.P.A.C.) a Oahu, Hawaii. Nel 1999 è stata consulente del Tribunale penale internazionale per il genocidio ruandese; nel 2002 con il dottor Clyde Snow e la Fondazione di antropologia forense del Guatemala si è occupata della riesumazione dei 23 corpi, principalmente donne e bambini, uccisi dai militari e sepolti in una fossa comune nell’area dell’altopiano del Lago Atitlan. Ha lavorato come antropologa forense per il National Disaster Medical System e nell’ottobre del 2001 in seguito all’attentato dell’11 settembre al World Trade Center, dove è stata membro del Disaster Mortuary Operational Response Team per identificare le vittime degli attacchi. Ha lavorato anche con il Pentagono, occupandosi dei cadaveri dei militari americani deceduti durante il secondo conflitto mondiale, la guerra del Vietnam e della Corea. Oggi la sua attività forense la porta a tenere conferenze in molte parti del mondo. Vive spostandosi tra l’ufficio del Chief Medical Examiner a Charlotte, in Carolina del Nord, e il Laboratoire des Sciences Judiciaires et de Medecine Legale a Montreal, in Québec. È docente di antropologia presso la University del North Carolina, a Charlotte. Le sue conoscenze in campo antropologico hanno influenzato la sua attività di scrittrice. La protagonista dei suoi romanzi, Temperance Brennan (detta Tempe), è un’antropologa forense le cui caratteristiche ricordano da vicino quelle della sua autrice; questo particolare è stato una potente strategia di marketing per migliorare la sua credibilità professionale e il linguaggio specializzato utilizzato nei suoi libri. Nel 2007 ha vinto nella sezione internazionale il Premio Piemonte Grinzane Noir. Kathleen Reichs ha ottenuto un enorme successo, ma ha ammesso in un’intervista che gestire le sue diverse carriere spesso è stato molto difficile.
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