Presente sospeso




PRESENTE

SOSPESO

Elisabetta Rossi


Editore: Golem Edizioni

Genere: Thriller

Pagine: 256

Anno edizione: 2024

Sinossi. Manhattan, terrazza di un grattacielo. Una donna si risveglia. Non ricorda il suo nome e non sa di essere già morta. Con lei un uomo che condivide il suo stesso destino. Una sanguinosa rapina è appena avvenuta nel quartiere di Chelsea, su cui indaga l’ispettore Michael Cox dell’11° Distretto della Polizia di New York e la sua squadra. Il caso diventa sempre più complicato, ma due delle vittime colpite a morte durante la rapina prendono coscienza di quanto accaduto e affiancano l’ispettore nelle indagini. Cox riuscirà a ricostruire che la rapina finita nel sangue racchiude tanti lati oscuri che si intrecciano con il mercato e lo spaccio della droga, in un quartiere dove mettersi contro criminali come Billy Miller può costare la vita.

 Recensione di Alessio Balzaretti

Per certi versi è stato piacevole rivivere quelle atmosfere, accompagnate da una trama non troppo impegnativa, attorno a cui l’autrice ha voluto comunque ricamare qualcosa di più complesso rispetto alle apparenze.

La miscela complessiva mi è parsa abbastanza soft, ben strutturata e ricchissima di nomi e personaggi anche marginali, ma povera di pathos e colpi di scena che in genere rendono un romanzo unico.

Il testo è scorrevole, quindi non mancano certamente le capacità, ma la trama manca di qualcosa.

Un ispettore di Polizia che nel mezzo di un’indagine inizia a sentire le voci di un’entità invisibile è qualcosa di estremamente insolito, oserei dire pazzesco e sostanzialmente incredibile.

Un passaggio che avrebbe meritato la sorpresa e il tormento di Cox nel convincersi di non essere impazzito ma di percepire davvero qualcosa di surreale.
Invece, questo importante punto nodale del romanzo, scivola via nella normalità quasi assoluta.

L’intento, credo fosse quello di non togliere ritmo all’indagine, ma da lettore avrei al contrario apprezzato uno o due capitoli introspettivi, che mi dessero modo di mettere a fuoco con più calma i tanti personaggi che invece si sovrappongono, come per esempio gli agenti a cui Cox fa capo, i quali finiscono per sciogliersi l’uno nell’altro.

Un altro aspetto, che per il mio gusto personale, si evidenzia in maniera preponderante è che una storia americana sia stata scritta da una mano italiana.

Questa cosa, in se, non avrebbe nessuna controindicazione, salvo per il fatto che molti autori sentano l’esigenza di inserire nel testo uno spiccato marchio di italianità, con richiami alle nostre origini territoriali che poco si armonizzano con la realtà d’oltre Oceano.

In definitiva è un romanzo ben scritto ma che ho trovato leggermente insipido.

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Elisabetta Rossi


Nata a Roma e cresciuta a libri e scritture, ha fatto mille studi e quasi altrettante professioni.
Dagli studi di filosofia e teologia al lavoro nel cinema, e poi la libraia e la giornalista.
Si è mossa molto su e giù per lo “stivale” e poi si è trasferita nel nord della Francia, dove ora vive in aperta campagna, insieme a tutta la sua biblioteca.