Qualcosa da tacere




Recensione di Loredana Cescutti


Autore: Massimo Ansaldo

Editore: Frilli

Genere: Noir

Pagine: 228 p. R.

Anno di pubblicazione: 2020

Sinossi. In una Genova definita da uno dei protagonisti impalpabile e perennemente distratta, la famiglia Sperlinghi viene sconvolta dallo stupro della figlia minore Michelle. Il padre, l’ingegner Giorgio, erede di una delle dinastie più influenti e facoltose della città, aiutato dal suo uomo di fiducia Gualtiero, scatena la caccia ai colpevoli. Sospetta che i mandanti siano da ricercare tra gli imprenditori rivali nei traffici internazionali, interessati a sottrargli il lucroso commercio delle Terre Rare. Durante le indagini dovrà fare i conti con il suo acerrimo nemico Charlie, un tempo amico e socio in affari. Michelle non è in grado di riconoscere i suoi aggressori. Viene infatti accertato che la ragazza è stata drogata con la “pillola dello stupro”, capace di cancellare la memoria dei fatti più recenti. Con difficoltà accetta il conforto della madre Annetta e di suo fratello maggiore Simone. Nel frattempo, due giovani balordi, Andrea Giuppini e Giulio Senese insieme ad alcuni personaggi underground dei vicoli di Genova, lo spacciatore Nuccio e i complici “Rugby” e “Bronzo”, si rendono conto di essere diventati inconsapevoli pedine di un gioco più grande di loro. I carabinieri Andusi, Scoglio e Romanazzi conducono le indagini ufficiali, rallentati da esasperati protagonismi e sospetti reciproci con la Procura. Finalmente la verità emergerà a poco a poco, in una alternanza di colpi di scena, rimescolando le certezze che tutti i protagonisti credevano di aver acquisito. Sarà per loro l’occasione di afferrare l’ultimo barlume di speranza, alla condizione, però, che rimanga qualcosa da tacere di sé e del proprio passato.

Le perle si formano a causa del dolore, sono il prodotto della penetrazione di una sostanza estranea o indesiderata dentro l’ostrica, un parassita o un piccolo grano di sabbia. Dentro la conchiglia si trova una sostanza luccicante che si chiama nàcar, la madreperla. Appena un granello di sabbia entra dentro di lei, il nàcar inizia a coprire il granello di sabbia con tanti strati al fine di proteggere il corpo in pericolo dell’ostrica. Il risultato di questa attività di difesa è una splendida perla. Un’ostrica che non è stata violata, non deve difendersi e quindi non produce alcuna perla.

La perla, infatti, è una ferita guarita e cicatrizzata.”

Recensione


In tutte le famiglie ci sono argomenti di cui non parlare al di fuori delle mura domestiche, di cui non far sapere. Talvolta perfino tra consanguinei vi sono non detti perché non vi è abbastanza fiducia e, già questo può apparire molto triste.

Ricordo che anche a casa, da piccola, mi veniva detto “Questo non devi raccontarlo in giro!”, “Gli altri non devono sapere!”, “Sono cose nostre!”, ma tutto sommato non erano dei segreti granché importanti, o meglio, era più un modo di sopravvivere alla vita di paese, ai microscopici paesi di montagna dove ognuno sapeva tutto di tutti e dove chi ne conosceva di più, poteva in qualche modo danneggiare nella facciata l’altro.

Ma si trattava di orgoglio. Si trattava di privacy all’interno di una piccola comunità. Si trattava di dignità in un luogo dove ogni minimo “segreto” poteva far additare l’interessato e tenerlo a distanza. E in fondo, forse forse è ancora così.

C’è sempre qualcosa da tacere, se si vuole salvare qualcosa di più grande…”

In questo romanzo, invece, il non detto, o meglio ciò che non dovrebbe MAI essere rivelato ha un peso altamente superiore.

Un libro dove i fatti di cui tacere saranno tantissimi, un romanzo che introduce, senza nemmeno tanti filtri il lettore all’interno di una verità atroce che non vuole essere svelata, se non dall’artefice di questa agghiacciante realtà.

Ansaldo colpisce e rapisce con una scrittura a tratti fredda e lucida che entra nel dettaglio del male dalla parte chi lo ha fatto e da chi lo ha subito. Il viaggio nella mente dei diversi personaggi risulta approfondito, vissuto, netto e arriva a noi lettori in pieno, ci coinvolge in ogni sfumatura delle loro emozioni.

Ma anche stupisce, perché fortunatamente vi è anche una parte più distesa che ridona il respiro, che fa rifiatare e che, anche se solo per un attimo, talvolta fa sorridere e mi riferisco alla squadra investigativa dei Carabinieri che si occuperà dell’intera indagine.

Attenta, a tratti anche acuta e ogni tanto con qualche scivolone che ci strapperà qualche piccola risata, ma d’altronde nessuno è perfetto. Aggiungo inoltre, fortuna che sia così, perché la presenza di questo tipo di umanità si rivela necessaria in certe storie altrimenti, le stesse, si rivelerebbero di difficile lettura.

I temi che spiccano sono quelli dello stupro, dei rapporti familiari, delle difficoltà di comunicazione e degli interessi personali ma anche quello della resilienza che ad un certo punto prende il sopravvento nel libro, grazie ad uno dei personaggi.

Perché chi l’ha detto che un carnefice non possa pentirsi, non possa voler migliorare, cambiare, senza nascondersi, senza necessariamente nascondere e ricominciare, bensì tentando di fare il tutto per tutto, pur esponendosi e seppur rischiando.

Sul tacere ve ne potrei parlare per ore, ma se lo facessi a voi non servirebbe leggere il libro.

Il finale dà molto su cui riflettere e onestamente, non saprei come io, da genitore, avrei potuto reagire, e francamente spero di non scoprirlo mai.

“… tutti avranno qualcosa da tacere, consapevoli e convinti che quella sia la strada giusta per poter ricostruire le loro vite.”

Una nuova scoperta per me, Massimo Ansaldo, nel panorama letterario, che mi auguro abbia ancora tante storie da raccontare e allo stesso modo in cui il libro dica che via sia qualcosa da tacere, io vi dico che questo libro è sicuramente da divulgare.

Buona lettura!

 

 

Massimo Ansaldo


nato a Varazze (Sv) nel 1959, vive a La Spezia. Esercita la professione di avvocato con studi a Genova e La Spezia. Presidente del Centro Culturale Don Alberto Zanini della Spezia è cofondatore dell’Associazione culturale Chesterton’s cigars and spirits club della Spezia. Membro del Comitato Regionale delle Comunicazioni (Corecom) della Regione Liguria. Ha pubblicato con Leucotea i romanzi Macerie e Il segno del sale. Per Fratelli Frilli Editori ha contribuito alle antologie Tutti i sapori del noir e Tutti i luoghi del noir con i racconti Il Coltello del cuoco e I cattivi sono buoni.

 

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