RIMPATRIATA
Autore: Simone Pavanelli
Editore: Mursia
Collana: Giungla Gialla
Genere: Thriller
Pagine: 360
Anno edizione: 2024
Sinossi. Matteo Pavani è un infiltrato della DIA, ma nell’ultima operazione la sua copertura viene bruciata. Costretto a tornare a Stienta, suo paese natale del Polesine dove nessuno sa che è un poliziotto, viene convinto a partecipare a una rimpatriata con gli ex compagni delle medie. Ma le ferie imposte non durano: il giorno successivo Pavani trova una delle compagne di classe in fin di vita a seguito di un’aggressione. Per sbrogliare la situazione, i carabinieri di Rovigo hanno bisogno del suo aiuto: Pavani si rimetterà in gioco, a fianco del maresciallo Fabiana Marotta, per capire chi poteva avercela con la vittima, mentre i ricordi dell’infanzia non gli danno tregua, facendo riaffiorare dalle acque del Po l’odio di una vita e dell’intera Stienta.
Recensione di Giusy Ranzini
Simone Pavanelli firma con Quella maledetta rimpatriata un thriller avvincente che si insinua nelle pieghe della provincia italiana, mescolando tensione narrativa e profondità emotiva. Ambientato nel Polesine, tra le atmosfere cupe di Stienta e le acque silenziose e cariche di simbolismo del Po, il romanzo riesce a tenere il lettore incollato dalla prima all’ultima pagina, costruendo una storia che non è solo un’indagine poliziesca, ma anche un viaggio nella memoria e nei segreti inconfessabili di una comunità.
Matteo Pavani, il protagonista, è un personaggio che cattura per la sua umanità sfaccettata. Agente della DIA, costretto a lasciare il lavoro dopo che la sua copertura viene bruciata, torna al paese natale, un luogo che sembra impregnato di un passato scomodo e doloroso. Pavani non è l’eroe classico e impeccabile, ma un uomo tormentato da ricordi ingombranti e conflitti interiori. La sua difficoltà a reintegrarsi in una comunità che lo considera ancora il “ragazzo di Stienta” si intreccia con un senso di estraneità verso il mondo che ha scelto di lasciare, quello della polizia. Questa dicotomia alimenta la tensione narrativa e rende il personaggio incredibilmente autentico.
L’idea di una rimpatriata tra ex compagni di classe, che inizialmente sembra un pretesto per esplorare dinamiche interpersonali del passato, si trasforma rapidamente in un incubo. La scoperta di una compagna di classe in fin di vita il giorno successivo al raduno porta il lettore al centro di una spirale di misteri.
La brutalità dell’aggressione costringe Pavani a rimettersi in gioco, collaborando con i carabinieri di Rovigo e, in particolare, con il maresciallo Fabiana Marotta, una figura che si distingue per il suo equilibrio tra determinazione professionale e sensibilità umana.
L’indagine si muove su due piani paralleli: il presente, con la caccia al colpevole dell’aggressione, e il passato, che emerge a poco a poco dai ricordi di Pavani e dai segreti che il paese di Stienta ha cercato di nascondere per anni.
Pavanelli è abile nel mescolare questi due livelli temporali, creando un’atmosfera densa e claustrofobica, in cui i confini tra vittima e carnefice, tra giustizia e vendetta, si fanno sempre più sfumati.
L’ambientazione gioca un ruolo cruciale nel romanzo. Il Po non è solo uno sfondo geografico, ma diventa un personaggio a sé stante, simbolo di memoria e oblio, di vita e morte. Le sue acque lente e profonde riflettono il carattere della storia: una superficie calma che nasconde correnti oscure e imprevedibili.
Pavanelli utilizza il fiume come metafora per il passato che non si può mai veramente dimenticare, un passato che riaffiora in modo inesorabile e devastante.
Lo stile di Pavanelli è asciutto ma evocativo, capace di restituire tanto la crudezza delle scene di violenza quanto la malinconia di un’infanzia spezzata. I dialoghi sono realistici e ben calibrati, contribuendo a definire i personaggi e a mantenere un ritmo serrato. L’autore ha il pregio di non perdersi in inutili divagazioni, concentrandosi sull’essenziale senza sacrificare la profondità emotiva della narrazione.
Oltre alla trama gialla, Quella maledetta rimpatriata affronta temi universali come il peso del passato, il desiderio di redenzione e la complessità dei rapporti umani.
Il romanzo esplora il microcosmo di un piccolo paese, dove tutti si conoscono, ma nessuno sa davvero tutto, evidenziando come i segreti e le rivalità possano avvelenare una comunità.
Un thriller che va oltre i canoni del genere, offrendo una storia ricca di sfumature e profondità. Simone Pavanelli dimostra una padronanza narrativa notevole, capace di intrecciare una trama avvincente con una riflessione più ampia sulla natura umana e sull’importanza del passato.
Consigliato a chi ama i romanzi di indagine che non si limitano al “chi è stato”, ma scavano nel “perché”. Un’opera che lascia il segno, come le acque del Po che scorrono lente, ma inesorabili.
Acquista su Amazon.it:
Simone Pavanelli
Simone Pavanelli (Torino, 1976) è un operaio metalmeccanico. Suona il basso e recensisce libri per il blog GialloeCucina. Da grande lettore, nel 2007 scopre la scrittura e da allora non riesce più a farne a meno. Vincitore di alcuni premi letterari, ha all’attivo nove romanzi. Con Mursia ha pubblicato La leggenda di Marinella (2022) e, con Alessandro Vizzino, L’ombra del lupo grigio (2023).