Quello che i morti




Quello che i morti non dicono


Autore: Ana Lena Rivera

Traduzione: Manuela Cusimano

Editore: Piemme

Genere: Giallo – Thriller

Pagine: 352

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi. All’ombra della maestosa cattedrale gotica di Oviedo di rado avviene qualcosa che sia degno di nota. Crimini, poi, ne succedono pochini. Forse è per questo che Gracia San Sebastián ha deciso di tornarci, per collaborare con le autorità locali come esperta di frodi, lasciandosi alle spalle New York e il lavoro nella finanza. Peccato che, da quando sua madre ha imparato a usare WhatsApp, di tranquillità ce ne sia poca, per Gracia. Anche adesso, mentre indaga sul caso di un militare franchista che percepisce ancora la pensione nonostante risulti avere centododici anni, il suo telefono vibra all’impazzata. Questa volta, però, sua madre ha davvero qualcosa da raccontare. Sofía, la vicina di casa, nota nel condominio come “la Contestatrice” per motivi che si possono facilmente intuire, si è buttata dal sesto piano. Il portinaio Evaristo, che ha trovato il corpo, è sotto shock, e solo la barboncina Lima sembra in grado di consolarlo. Eppure, come non si stanca di sottolineare la madre di Gracia, nulla nella vita della Contestatrice faceva pensare che volesse farla finita… Con l’aiuto di un molteplice, quanto sgangherato cast di vicini di casa, vecchiette, cagnolini e perfino una suora centenaria che, a Oviedo, sa tutto di tutti, Gracia comincerà a indagare, scoprendo, sul conto della Contestatrice, qualcosa che non avrebbe immaginato e che affonda le sue radici nel cuore nero del passato franchista del Paese.

Trama

Leggi la sinossi e sai di che cosa si tratta, per tanto, vista l’inutilità di ripetere le stesse cose mi limito a un sunto stringato. Gracia San Sebastian è un avvocato che lavora per conto della Previdenza Sociale col compito di “scovare” i truffatori che riscuotono le pensioni dei parenti deceduti. Il suo ultimo “caso”, è quello di don Marcelo Pravia il quale alla veneranda età di centododici anni riscuote ancora la propria pensione, a “insospettire” l’INPS spagnola, il fatto che da trent’anni e più l’arzillo pensionato non si sottopone a una visita medica e non ha neppure un medico. A movimentare ulteriormente la vita di Gracia ecco un “suicidio” sospetto nello stesso condominio dove abita la madre. Una vicina di casa di nome Sofia ma per tutti “la contestatrice” si è buttata dalla finestra. Sollecitata dalla madre, Gracia San Sebastian inizia delle autonome investigazioni che porteranno a collegare i due casi fino alla soluzione finale. Una nota finale, del “cuore nero del passato franchista” io non ho trovato alcuna traccia.

Recensione di Bruno Balloni

Dunque, chiamare Gracia San Sebastian una detective e questo romanzo un giallo o addirittura un thriller farebbe rivoltare nella tomba da Simenon e Agatha Christie, passando da Scerbanenco e Faletti e accapponare la pelle a Grisham, Carrisi, De Giovanni, solo per nominare i primi che mi sono venuti in mente.

Evidentemente in Spagna hanno un concetto decisamente diverso del genere, per cui, o avete conoscenza della letteratura moderna spagnola contemporanea sapendone inquadrare correttamente i generi oppure leggendo questa “prima indagine della detective Gracia San Sebastian” rimarrete profondamente delusi.

Vi consiglio invece, e umilmente lo avrei consigliato anche alla CE, di approcciarvi al romanzo come ad una commedia nel quale il giallo pallido ha l’unico scopo di cementare fra loro storie diverse, in questo caso, con una prospettiva di lettura del tutto differente scoprirete di avere tra le mani un gradevolissimo romanzo “abitato” da tanti simpatici personaggi che, a me, hanno ricordato molto quelli presenti nei film di Pedro Almodovar (soprattutto nei primi) senza averne, per fortuna, la drammaticità.

Ancor più apprezzerete questo lavoro se avete acquisito una certa esperienza di telenovela o soap (che dir si voglia) perché la quantità di personaggi e le parentele dirette e indirette che li legano mettono a dura prova la capacità di mantenere viva l’attenzione su “chi ha fatto cosa e perché”.

Piacevoli e caratteristiche le descrizioni del quotidiano vivere della comunità nella quale viene ambientata la vicenda e, soprattutto, simpatici i dialoghi tra i personaggi nel momento in cui si raccontano i “lazzi e intrallazzi” che animano la vita di una città di medie dimensioni, rappresentativa a trecentosessanta gradi della provincia spagnola.

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Ana Lena Rivera


È nata a Oviedo nel 1972. Dopo vent’anni come manager in una grande multinazionale, ha esordito nella narrativa con Quello che i morti non dicono il primo di una serie di gialli con protagonista Gracia San Sebastián. La serie è di grande successo in Spagna, dove ogni volume ha raggiunto i primi posti delle classifiche. L’autrice è stata finalista al prestigioso premio Lara e ha vinto il premio Torrente Ballester per la narrativa.).