Questa nostra strana storia




Claire Messud


Traduttore: Prinetti Castelletti Costanza

Editore: Bollati Boringhieri

Genere: Narrativa contemporanea

Pagine: 432

Anno edizione: 2024


Sinossi.Giugno 1940. Parigi cade nelle mani dei tedeschi e Gaston Cassar, pied-noir fedele servitore della Francia, marito e padre devoto, addetto della Marina militare francese a Salonicco, dice addio alla moglie e ai figli, affidandosi alla volontà divina di ritrovarli alla fine della guerra. Ma sfuggire alla violenza del conflitto non è la stessa cosa del venirne risparmiati. Nel corso di settant’anni – tra il 1940 e il 2010 –, la famiglia di pieds-noirs Cassar vivrà in maniera itinerante, separata dal caos della Seconda guerra mondiale, in fuga da una complicata terra madre coloniale, e, dopo l’indipendenza algerina, privata del tutto della propria patria. Questa nostra strana storia ci racconta soprattutto la storia di una famiglia: del patriarca Gaston e di sua moglie Lucienne, il cui mito di “amore perfetto” sostiene la loro coppia e soffoca i figli; di François e Denise, fratelli affiatati resi ancor più uniti dalla stranezza della loro famiglia; del matrimonio tra François e la canadese Barbara, così diversi da un punto di vista culturale che a stento riescono a comprendersi; e della loro figlia Chloe, convinta che solo raccontando la loro storia tutta la loro famiglia riuscirà a trovare un po’ di pace. Ispirandosi alle vicende realmente vissute dalla propria famiglia, Claire Messud raffigura la ricca vita interiore dei suoi protagonisti sullo sfondo dei sommovimenti sociali e politici di un mondo recentemente scomparso, tra Salonicco e l’Algeria, gli Stati Uniti, Cuba, il Canada, l’Argentina, l’Australia e la Francia. Con questo romanzo profondamente intimo, e insieme di ampissimo respiro, Messud – oggi tra le migliori autrici della narrativa contemporanea – ci tramanda, con una scrittura magistrale, le vicende di tre generazioni appartenenti a una famiglia nata sul lato sbagliato della Storia.

 A cura

di

Marina Toniolo


‘Se l’avessi saputo non ti avrei sposato’ ‘Nemmeno io lo sapevo’

Intensa storia familiare che si snoda attraverso tre generazioni tra la Seconda Guerra Mondiale e il 2010. Protagonisti indiscussi sono i Cassar i cui capostipiti, Lucienne e Gaston, si sposano nell’Algeria anteguerra con la speranza di poter costruire qualcosa di grande in quel paese che considerano la loro Patria.

Ma la guerra spazza via ogni speranza e si ritrovano, con i figli Denise e Francois, in una Francia che non li considera francesi. Le scelte di vita li porteranno attraverso i cinque continenti, sempre esuli, in un mondo che economicamente e tecnologicamente avanza a ritmo spedito. Con la voce della la figlia di Francois, Chloe, la storia familiare viene svelata, ogni retroscena e scheletro nascosto alla vista portato alla luce.

Questo è un romanzo che, fino quasi alla fine, non mi stava lasciando grandi impressioni nonostante l’ottima traduzione e lo stile essenziale ed asciutto. Bisogna arrivare alle spiegazioni finali per avere il colpo di scena e restare basiti di fronte all’immensità di ciò che si legge. Tutto allora si incastra alla perfezione e si comprende il perchè dell’amore viscerale tra Gaston e Lucienne che condiziona i figli, alla ricerca della stessa intensità e condivisione dei genitori.

Ma i tempi sono diversi e si trovano alla ricerca di qualcosa che è irrealizzabile. Finissima l’introspezione psicologica di ognuno di loro: dalla giovinezza piena di speranze ad una vecchiaia di demenza fino al momento della morte vissuta con grande partecipazione da tutti. Perché, nonostante le incomprensioni, i Cassar sono una famiglia unita e si sostengono vicendevolmente.

L’essere nati dalla parte sbagliata della Storia porta Denise e Francois a rinchiudere i ricordi spiacevoli nell’intimo, ergendo un muro che difficilmente può essere abbattuto. Il ricordo, poi, del mar Mediterraneo, della luce africana e dei colori li accompagna ogni istante rendendo l’Algeria una figura mitologica.

Se si ha la pazienza necessaria di lasciarsi immergere letteralmente in questa lunga storia si rimane affascinati dalla potenza evocativa dell’autrice. Non si pone limiti nel raccontare anche i fatti più intimi e che dovrebbero rimanere celati.

Una virtuosa lente di ingrandimento ingrandisce un mondo quasi sconosciuto: quello dei ‘piedi neri’ che abitarono l’Algeria per un secolo e che ne furono scacciati, un milione, verso la Francia, che li considerò di grado inferiore.

Se si ha la pazienza di arrivare alla fine una luce di comprensione illumina tutto il percorso intrapreso e, posso assicurare, rimarrà l’eco per molto tempo.

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Claire Messud


Nata nel 1966 nel Connecticut, Claire Messud è cresciuta tra Stati Uniti, Australia e Canada e vive a Boston con il marito, il critico letterario James Wood, e due figli. Con il romanzo When the World Was Steady e la raccolta di racconti The Hunters è arrivata finalista al PEN/Faulkner Award; The Last Lifeè stato il Miglior Libro dell’Anno per «Publishers Weekly» e per «The Village Voice». I figli dell’imperatore (Mondadori, 2007) è stato selezionato come Miglior Libro dell’Anno dal «New York Times», dal «Los Angeles Times» e dal «Washington Post». In Italia ha inoltre pubblicato L’ innocenza perduta di Sagesse  (Piemme, 2001) e, con Bollati Boringhieri, La donna del piano di sopra (2013), La donna del martedì (2015), La ragazza che brucia (2018) e I figli dell’imperatore (Bollati Boringhieri 2019). È stata inoltre premiata con lo Strauss Living Award dall’American Academy of Arts and Letters e ha ricevuto Fellowship Guggenheim e Radcliffe.

A cura di Marina Toniolo 

https://ilprologomarina.blogspot.com/