Sinossi. Salomea Künstler, detta Mamie, aveva solo undici anni quando era stata costretta a lasciare in tutta fretta Vienna con i genitori Otto e Ilse e il nonno. Era il 1939. I Künstler non avrebbero mai voluto abbandonare la loro città, capitale di quella Mitteleuropa colta e artistica di cui loro stessi facevano parte, ma l’invasione nazista li aveva convinti che non c’era più speranza per gli ebrei. E così, dopo un lungo viaggio, i Künstler si erano ritrovati in uno scenario totalmente diverso, accolti dalla variegata comunità di attori, registi, compositori e scrittori di fama a Los Angeles, California. La natura lussureggiante, il clima e le spiagge infinite erano lontanissimi dal loro mondo di riferimento, ma nonostante tutto avevano ricominciato a vivere. Moltissimi anni dopo, nel 2020, Mamie, ormai ultranovantenne, accoglie nella sua casa di Venice, dove vive con un’imperscrutabile governante tuttofare, il nipote di ventiquattro anni, Julian. Il dilagare improvviso della pandemia costringe il ragazzo a fermarsi dalla nonna più del previsto. Per passare il tempo durante il lockdown, Mamie gli racconta degli anni della sua infanzia e giovinezza, ancora molto vividi nella sua memoria, della sua carriera di violinista e del suo magico incontro con Greta Garbo. Julian, che è in piena crisi esistenziale e ancora non sa cosa fare della propria vita, si lascerà ispirare dalle parole della nonna. Definita dalla stampa americana, per il suo sguardo tipicamente ebraico, la “Jane Austen dei giorni nostri”, Cathleen Schine racconta l’ambiente artistico degli esuli ebrei partiti dalla vecchia Europa per ritrovarsi sulle coste californiane in un contesto affascinante e bohémien con ironia e un pizzico di nostalgia per un mondo che non c’è più.
QUI TUTTO È POSSIBILE
di Cathleen Schine
Mondadori 2023
Stefano Bortolussi ( Traduttore )
Narrativa contemporanea, pag.312
Recensione di Agnese Manzo
Ne è passato di tempo da quando Mamie, piccola esule ebrea sfuggita allo sterminio grazie al lavoro di sceneggiatrice di sua madre, è arrivata in America. È passata un’intera vita, vissuta sempre fuori dalle righe, ricca di alti e bassi e di vicende ai limiti del fiabesco.
Durante questa lunga passeggiata attraverso il Novecento e il secolo successivo l’intrepida ragazzina, poi divenuta musicista e ormai ultranovantenne, ne ha viste tante, non ultima una pandemia che ha messo in ginocchio anche il suo nuovo mondo.
Nel 2020, anno del lockdown, suo nipote Julian si ritrova casualmente bloccato in casa sua, impossibilitato a far ritorno alla propria caotica vita. In questi mesi di vita sospesa Julian, da solo con la nonna, la governante Agatha e i propri problemi, diventerà simile all’innesco che accende in Mamie una girandola di fuochi di artificio fatta di racconti, incontri incredibili, emozioni fantastiche di quelle che ti accompagnano per sempre.
Il 2020 è però anche l’anno della morte a Minneapolis di George Floyd, cittadino afroamericano assassinato per mano di un servitore dello stato, un poliziotto bianco che ha superato i limiti imposti dal proprio incarico e dalla sua condizione di essere umano: anche questo evento risveglia in Manie ricordi, ma più cupi, colorati dalle sfumature del dolore, del rimpianto, della nostalgia.
Tra amori inconfessabili, magiche avventure, delusioni e lutti, Mamie, violinista ormai in pensione che non ha dimenticato le proprie origini ebraiche, cerca ancora di capire.
Capire e spiegare al nipote ciò che lei stessa, nonostante lo sguardo attento con cui ha sempre osservato il mondo, non è mai riuscita a comprendere: come è finito, dove è finito, quel sogno americano di cui aveva visto i segni negli anni d’oro della sua vita?
Un romanzo nel quale è davvero possibile interpretare in mille modi diversi il pensiero che ha guidato la mano della scrittrice nella sua elaborazione.
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Cathleen Schine
Nata nel 1953 a Westport, Connecticut, vive e lavora a Los Angeles. Dopo gli studi di storia medievale compiuti all’Università di Chicago, ha esordito nella narrativa nel 1983 con Il letto di Alice, su una giovane donna costretta a rimanere sdraiata un anno intero a causa di un misterioso dolore agli arti inferiori. Dopo altri due romanzi, L’ossessione di Brenda nel ’90 e Le disavventure di Margaret nel ’93, ha raggiunto notorietà internazionale due anni dopo con la commedia romantica La lettera d’amore trasposta in pellicola cinematografica nel 1999. Autrice, al 2020, di 12 romanzi tutti tradotti in italiano, suoi articoli son apparsi in Vogue, Village Voice e The New Yorker. L’ex marito, con cui è stata sposata dal 1981 al 2000 e con cui ha avuto due figli, Max e Thomas, è il critico cinematografico David Denby. Oggi la Schine vive a Venice, in California, con la moglie Janet Meyers.