Recensione di Priscilla D’Angelo
Autore: Edna O’Brien
Traduzione: Giovanna Granato
Editore: Einaudi
Collana: Einaudi. Stile Libero big
Genere: Narrativa straniera
Pagine: 190 p., Brossura
Anno di pubblicazione: 2020
Sinossi. Nel buio della foresta, nel Nordest della Nigeria, Maryam è in fuga con la sua bambina. È stata tenuta in ostaggio per mesi, forse anni, insieme a un gruppo di altre ragazze, rapite come lei. Nel campo di addestramento dei miliziani hanno conosciuto solo orrore e brutalità. Sono state schiave, concubine. Qualunque cosa servisse. Poi Maryam, all’improvviso, è riuscita a fuggire e adesso non sa nemmeno da quanto tempo stia vagando in una natura selvaggia e impietosa. Né quale sia la direzione giusta in cui scappare. Ma se anche trovasse la strada per tornare dalla sua famiglia, come verrà accolta ora che non è piú pura, con quella sua bambina nata dalla violenza?
Recensione
Prima di intraprendere la lettura del libro dovete sapere che Edna O’Brien si è ispirata a fatti terribilmente accaduti in Nigeria nel 2014, riguardanti il rapimento di ben 275 studentesse ad opera del gruppo terroristico islamista Boko Haram.
La prolifica scrittrice ha esplorato tutti i luoghi menzionati nel romanzo, rischiando di gran lunga la propria vita.
È stata perfettamente in grado di riportare ogni sensazione, ogni percezione, attraverso i pensieri e le azioni della protagonista Maryam.
Maryam e le sue amiche furono rapite da un gruppo di jihadisti che rastrellavano ogni villaggio nigeriano, reclutando ragazzi con l’età giusta per il combattimento e promettendo grosse somme di denaro. Se non trovavano maschi allora si accontentavano delle ragazzine, portandole nei loro campi a ridosso della foresta Sambisa.
Lì vennero schiavizzate, costrette ad appagare militari vogliosi, a cucinare, a pulire, a pregare un Dio sconosciuto, a subire botte, umiliazioni, stupri di gruppo, e matrimoni combinati.
Infatti, Maryam dovette sposare un militare, Mahmoud, dando alla luce Babby.
Riporto uno dei discorsi toccanti rivolti alla neonata:
“Ti ho chiamata Maryam, due Maryam, come la madre di Gesù, solo che noi siamo Madonne Nere. Siamo associate ai miracoli. Perciò io e te siamo qui. Ci hanno schiavizzate, imprigionate nel fango e nella malta e costrette a rendere servizi di ogni genere nei campi e non solo. Perché mi guardi così? Non sono pazza. La nostra pelle nera riluce. Le nostre teste hanno l’aureola. Voglio che accetti il tuo nome, e che mi fai un piccolo sorriso. Domani mattina ce ne andremo di qui. Madonne Nere con i diademi d’oro.”.
Maryam riuscì miracolosamente a fuggire con la figlia ed un’amica, attraversando le insidie della foresta Sambisa per raggiungere il loro villaggio natio.
Il viaggio sarà un’estenuante lotta alla sopravvivenza, ma l’importante per Maryam è avere accesa la speranza di una nuova vita, una vita libera dalle barbarie e dalle torture di cui era sottoposta.
Ritroverà la sua famiglia, ma una famiglia spezzata, sia per le perdite subite sia per il disprezzo rivolto verso di lei, considerata da tutti come una
“moglie jihadi, con il lerciume della foresta ancora appiccicato addosso.”.
Riuscirà Maryam a cambiare il suo stato, a concedersi il libero arbitrio, a ricostruire una nuova identità e a garantire il benessere della figlia?
Ragazza è un libro coraggioso, crudo, imprevedibile: da divorare!
Edna O’Brien
(Tuamgraney, Clare, 1932) scrittrice irlandese. Ha esordito con Ragazze di campagna (The country girls, 1960), le cui protagoniste lasciano il ristretto ambiente di provincia per conoscere la vita di Dublino. Gli stessi personaggi compaiono in La ragazza dagli occhi verdi (The lonely girl, 1962) e Ragazze nella felicità coniugale (Girls in their married bliss, 1963). Tra le altre opere: Agosto è un pessimo mese (August is a wicked month, 1965, nt); Notte (Night, 1972, nt), racconto di una donna di mezz’età sola a letto; Uno splendido isolamento (The house of splendid isolation, 1994), sull’incontro di una vedova solitaria con un terrorista dell’IRA in fuga; Selvaggi mesi di dicembre (Wild decembers, 2000, nt); La luce della sera (The light of evening, 2006, nt).
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