Recensione di Sergio Mancuso
Autore: Valerio Massimo Manfredi
Editore: Mondadori
Genere: Avventura
Pagine: 348
Anno di pubblicazione: 2018
Sinossi. In una mattina di febbraio del 2004 un uomo fa irruzione in un ospedale di Imola. Il suo nome è Jean Lautrec. Incurante di sorveglianti e infermieri si precipita nella stanza in cui è sdraiato un uomo sedato e intubato. È un sacerdote, padre Marco Giraldi, che è riuscito a sfuggire ai sicari assoldati dalle multinazionali contro cui si è messo per fermare la distruzione della foresta amazzonica e dei suoi popoli. Ma la sua fuga ha avuto un prezzo. Ora giace nel letto, avvelenato e tenuto in vita dalle macchine. Ha continuato a combattere la causa dei deboli, a dare speranza a chi non ne ha. Jean Lautrec a denti stretti ringhia: “Cosa ti hanno fatto, comandante?”. Padre Marco e Jean si erano conosciuti tanti anni prima, in un altro continente, in un altro tempo. In Congo, proprio mentre il Paese stava per ottenere l’indipendenza dal Belgio. Ma gli eventi erano precipitati. Il discorso di un giovane rivoluzionario, Patrice Lumumba, aveva incendiato gli animi e il Congo aveva preso fuoco. Era scoppiata la guerra civile, gli scontri tra le etnie, la caccia ai colonizzatori. Padre Marco però decide di non scappare. Resterà in Congo a difendere i confratelli innocenti in quel Paese in preda al caos, le vittime di un odio e di una violenza feroce che non risparmia né vecchi, né donne, né bambini. Ma non può riuscirci da solo. Ha bisogno di una squadra, composta da quello che in quel momento può trovare.
Recensione
In un mondo che sembra andare sempre di più alla rovescia, Valerio Massimo Manfredi ritorna all’avventura e allo spionaggio, come in “Il Faraone delle Sabbie”, abbandonando il romanzo storico e dando vita a quello che potrei definire, almeno per le tematiche, il suo lavoro più attuale.
La storia inizia nel 1945, con la cornice della guerra in Italia, e vede protagonista padre Marco, un giovane missionario. Proprio dei missionari Manfredi dà una visione particolare e fuori dagli schemi, parlando di Giraldi: un giovane più votato all’azione e all’avventura, “arruolatosi” nelle forze della Chiesa più che per vocazione divina per la volontà di viaggiare, vedere il mondo e fare del bene; un personaggio sfaccettato con molte luci e diverse ombre quello che impareremo ad amare lungo la lettura, che ci farà appassionare a eventi storici recenti come l’indipendenza del Congo, le conseguenze politiche e sociali dell’ascesa di Lomumba e la lotta che gli ecologisti da sempre portano avanti per la protezione del mondo e delle persone che lo abitano: struggente è la descrizione della foresta che decade e muore sotto i colpi impietosi delle industrie, uno spaccato di realtà condito di fantasia spionistica che nulla toglie alla potenza delle emozioni che vengono provate.
Molto importanti nella storia saranno anche i comprimari, come il misterioso Lautrec che compare all’inizio della vicenda chiamando il protagonista con l’epiteto di “Comandante”, quasi fosse un capo militare più che un vecchio frate. Una vita oscura, quella di Padre Marco, un passato che si dipana davanti agli occhi del lettore con colpi di scena incalzanti ritmati all’interno di una narrazione che non lascia scampo, che scorre come un fiume in piena, veloce, trascinando via la mente nei suoi vortici, e immergendo il lettore in contesti sociali e politici che mai avrebbe potuto vedere se non attraverso gli occhi di uno scrittore così versato.
A colpire è anche la descrizione della Chiesa: un organismo statale e parastatale con le proprie spie e i propri informatori e dei missionari, uomini spesso portati ad agire in momenti di stress e pericolo, persone e non entità a sé stanti, con la loro buona dose di coraggio e codardia; persone che possono dimostrarsi amici fedeli o implacabili nemici, che possono essere buone di cuore o corrose dall’invidia e dal bisogno di potere.
Ispirato alla vera storia del missionario Pansa, Quinto Comandamento di Manfredi è un libro crudo e vero, pieno di lacrime, sudore e sangue; non certo una lettura da prendere a cuor leggero.
Valerio Massimo Manfredi
Valerio Massimo Manfredi: Valerio Massimo Manfredi, archeologo e scrittore italiano, dopo essersi laureato in lettere classiche all’Università di Bologna è subito entrato nel mondo dell’archeologia. Ha insegnato nella stessa università Cattolica dal 1980 all’86 per poi iniziare una intensa carriera accademica prima all’Università di Venezia (1987) e dopo presso la Loyola University of Chicago, all’Ecole Pratique des Hautes Etudes della Sorbona di Parigi e alla Bocconi di Milano. Tra gli anni Settanta e gli Ottanta ha progettato e condotto le spedizioni Anabasi per la ricostruzione sul campo dell’itinerario della ritirata dei Diecimila. Ha scritto romanzi di grande successo, tradotti in tutto il mondo come la trilogia Alexandros che è divenuta un film di successo così come è accaduto al suo libro “L’ultima Legione”.