Regina rossa




a cura di Loredana Gasparri


Autore: Juan Gómez-Jurado

Editore: Fazi

Pagine: 430

Genere: thriller

Anno pubblicazione: 2021

Sinossi. Primo capitolo di una trilogia che domina le classifiche spagnole da anni, Regina Rossa è un vero e proprio fenomeno. Preparatevi a conoscere Antonia Scott, la nuova regina del thriller spagnolo. Antonia Scott è speciale. Molto speciale. Non è una poliziotta né una criminologa. Non ha mai impugnato un’arma né portato un distintivo. Eppure ha risolto dozzine di casi. Ma è da tempo che non esce dalla sua soffitta a Lavapiés. Dotata di un’intelligenza straordinaria, è stanca di vivere: ciò che ha perso contava molto più di ciò che l’aspetta là fuori. Jon Gutiérrez, quarantatré anni, omosessuale, ispettore di polizia a Bilbao, è nei guai: su Internet circola un video in cui, nell’intento di aiutare una giovane prostituta, introduce nell’auto del suo protettore una dose di eroina sufficiente a mandarlo dritto in prigione. A farli conoscere è Mentor, la misteriosa figura a capo dell’unità spagnola di Regina Rossa: un programma segreto volto alla cattura di criminali di alto profilo in Europa. Così, loro malgrado, Antonia e Jon si trovano a collaborare a un caso spinoso: il cadavere di Álvaro Trueba, il figlio della presidentessa della banca più grande d’Europa, è stato ritrovato in una villa immacolata con un calice pieno di sangue in mano. La stessa notte, anche Carla Ortiz, figlia di uno dei più ricchi imprenditori del mondo, è scomparsa. Entrambe le famiglie hanno ricevuto una telefonata da un uomo che dice di chiamarsi Ezequiel, ma non vogliono rivelare i dettagli della conversazione avuta con lui: evidentemente, ci sono dei segreti così grandi da non poter essere sacrificati nemmeno in nome di un figlio. Chi è Ezequiel? Si tratta di uno psicopatico o dietro c’è qualcosa di più? Per Antonia e Jon scatta così una disperata corsa contro il tempo, tra false piste, pestate di piedi e trappole mortali, attraverso i meandri più oscuri di Madrid.


In fondo al corridoio, il salotto. Soppalcato. Pareti di mattoni a vista, travi di legno scuro. La luce, tenue, filtra da due abbaini. E da una finestra. Fuori, il sole tramonta. Dentro, Antonia Scott è seduta a terra, in mezzo alla stanza, nella posizione del loto. Trenta abbondanti. Indossa un paio di pantaloni neri e una maglietta bianca. È a piedi nudi. Davanti a lei c’è un iPad, collegato alla corrente da un cavo molto lungo.

‘Mi hai interrotto’, dice Antonia. Capovolge l’iPad, abbassando lo schermo sul logoro parquet. ‘E’ molto sgarbato’.

Jon è uno di quelli che quando si indispettiscono passano al contrattacco. Preventivo. Per sport. Perché gli gira così.’

‘Lasci sempre la porta aperta? Non sai in che quartiere vivi? E se io fossi uno stupratore psicopatico?’

Antonia sbatte le palpebre, sconcertata. Non gestisce benissimo il sarcasmo.

‘Non sei uno stupratore psicopatico. Sei un poliziotto. Basco’.”

Signore e signori, avete appena assistito al primissimo incontro tra i due pilastri del romanzo, l’ispettore di polizia Jon Gutiérrez ela signora Antonia Scott.

Non ho usato ancora qualifiche per Antonia, perché non è facilissimo sceglierne una. Se anche lo facessimo, rischieremmo di non trasmettere neanche un terzo di quello che è davvero. Sono poche parole (il dialogo continua ed è interessante), ma tracciano già alcune caratteristiche di base, da cui si sviluppano queste personalità, che sembrano già conciliabili come acqua e olio.

L’ispettore Gutiérrez si è appena messo in guai enormi, superiori persino alla sua stazza (non che sia grasso, come ci tengono a sottolineare sia lui, sia l’autore che ce lo descrive), e si sta presentando alla sua unica possibilità di uscirne tutto intero, con ancora il suo lavoro e una reputazione riaggiustata con il Bostik.

Non capisce come mai quella ragazza strana, che vive in un appartamento strano, possa avere in mano le chiavi del suo destino, ma del resto, la persona che lo ha ricat…ehm, lo ha spinto ad andare da lei, è una specie di enigma vivente. Si chiama Mentor, un aspetto da dandy sotto un’espressione beffarda e uno spirito perennemente annoiato, e poteri misteriosi e illimitati.

Ma è solo il primo tassello di un mistero più grande.

L’altro lo sta guardando seccata dal pavimento di casa sua, decisa a difendere la propria privacy e il proprio diritto ad essere lasciata in pace. Non vuole aiutare Jon, non vuole partecipare a quella che sembra una specie di missione segreta che fino a qualche tempo fa faceva parte del suo quotidiano, ma che poi le ha strappato letteralmente gioia e motivazione di vivere dal corpo.

Ah, se la signora non dice sì, Jon è finito. E non per modo di dire.

Ma quel sì viene detto, per un milione di motivi. Antonia è una creatura bizzarra, dotata di un cervello che va ad un’altra velocità, e questo l’ha resa un elemento chiave nella lotta contro i criminali di alto profilo, quelli genialmente intelligenti da essere spietati e senza ripensamenti. Per quanto colpita a sangue nella vita privata, e decisa a farla finita con la vita da cacciatrice di malfattori come poteva essere definita, per velocità, qualcosa nella nuova storia criminale che le si apre davanti, la spinge a uscire da casa sua. Magari anche il desiderio di scoprire se le sue capacità sono ancora lì, se il suo cervello è ancora prodigioso come prima.

E poi c’è Jon, e la sua irriducibile anima, un miscuglio interessante di pugile suonato, protettore dei deboli che riesce quasi sempre a incasinare tutto e gaudente amante delle risate e delle cose belle.

No, non pensate ad un qualche coinvolgimento sentimental-sessuale: Jon è gay, vive con la sua amatxo, sua madre, e Antonia è incondizionatamente ed esclusivamente sposata ad un marito semi vivente in un letto di ospedale.

Tra di loro qualcosa si amalgama profondamente a qualche livello di energia, per quanto siano diversi quanto l’acqua e l’olio e all’inizio si manderebbero reciprocamente all’inferno, se non ci fosse l’ingombrante presente di Mentor che li tiene incatenati a quella storia criminale che ha contribuito a spingere Antonia fuori dal suo esilio.

È un caso delicatissimo, di alto profilo: Álvaro Trueba, il figlio della presidentessa della banca principale del paese e tra le prime d’Europa, è stato trovato ucciso e inserito in una perfetta e macabra messinscena nella villa di famiglia, che avrebbe dovuto sorgere apparentemente in uno dei luoghi più sicuri del pianeta. Antonia applica il suo prodigioso e velocissimo cervello al caso, ma il crimine davvero non dorme mai, e le presenta un’altra sfida, nel giro di pochissime ore. Carla Ortiz, figlia di un imprenditore importantissimo del paese, scompare nel nulla. Forse è un sequestro: un uomo di nome Ezequiel chiama il padre della donna, facendogli una domanda ben precisa. Che non scopriremo fino alla fine, perché il sig. Ortiz se la chiude nel segreto della propria anima rabbuiata. Non è disposto a rivelare niente a nessuno, nemmeno ad Antonia e Jon.

Ma non doveva essere un caso solo?

Sì, lo è. Un caso a due teste, però: Ezequiel si era fatto sentire anche con la signora Trueba, la madre di Álvaro, la prima vittima. Anche qui, una domanda scomoda, che supera i limiti.

Non sembra una coincidenza, vero?

Se non lo pensiamo noi, non lo fanno nemmeno Antonia e Jon, che si lanciano all’inseguimento di Ezequiel, che continua a precederli di svariati passi, li depista e quasi riesce a ucciderli. Non sono soli nell’indagine, e questo procura rallentamenti, discussioni, e altre tragedie.

In un paio di punti dello svolgimento della trama, arriviamo a pensare che avere un cervello da romanzo sci-fi non serva proprio a niente, se poi si fa di tutto per impedirgli di lavorare, se non addirittura di fargli ostracismo.

Certo, ma c’è sempre la variabile imprevedibile di un ispettore di polizia disposto a ragionare più da criminale, qualche volta… e ogni tanto attraversare la linea facilita la vita, sciogliendo i nodi imprevisti.

Credere a sei cose impossibili prima di colazione, allora, diventa quasi normale.

 

Juan Gómez-Jurado


è un giornalista e autore di diversi romanzi di grande successo, tradotti in 40 lingue. Regina Rossa, Lupa Nera e Re Bianco sono diventati un grande fenomeno di vendite, con oltre un milione di copie vendute, e hanno consacrato il loro autore come uno dei massimi esponenti del genere a livello internazionale. Attualmente collabora con vari media ed è co-creatore dei podcast Todopoderosos e Aquí hay dragones.

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