Buongiorno Amici di ThrillerNord e buon 2020 a tutti!
Spero abbiate salutato il 2019 nel migliore dei modi e che questo nuovo anno vi stia già regalando grandi soddisfazioni.
Detto questo, torniamo alla Distopia!
Oggi voglio parlarvi di due romanzi che hanno fatto discutere su un aspetto molto importante, non solo per il genere Distopico ma per i libri in generale.
Comincio presentandovi le due “differenti” storie, e poi vi dico dove voglio andare a parare.
Il mondo di Mare Barrow è diviso dal colore del sangue: rosso o argento. Mare e la sua famiglia sono Rossi, povera gente, destinata a vivere di stenti e costretta ai lavori più umili al servizio degli Argentei, valorosi guerrieri dai poteri sovrannaturali che li rendono simili a divinità. Mare ha diciassette anni e ha già perso qualsiasi fiducia nel futuro. Finché un giorno si ritrova a Palazzo e, proprio davanti alla famiglia reale al completo, scopre di avere un potere straordinario che nessun Argenteo ha mai posseduto. Eppure il suo sangue è rosso… Mare rappresenta un’eccezione destinata a mettere in discussione l’intero sistema sociale. Il Re per evitare che trapeli la notizia la costringe a fingersi una principessa Argentea promettendola in sposa a uno dei suoi figli. Mentre Mare è sempre più risucchiata nelle dinamiche di Palazzo, decide di giocarsi tutto per aiutare la Guardia Scarlatta, il capo dei ribelli Rossi. Questo dà inizio a una danza mortale che mette un nobile contro l’altro e Mare contro il suo cuore. Regina Rossa apre una nuova serie fantasy vivida e seducente dove la lealtà e il desiderio rischiano di esseri fatali e l’unica mossa certa è il tradimento.
SI TRATTA DI UNA SERIE COMPOSTA DA 4 VOLUMI, ma per saperne di più vi invito a visitare questa pagina del sito Leggere Distopico.
TRAMA:
Quando non c’è soluzione, l’unica soluzione è cambiare le regole, e a volte bastano due sole donne per farlo. In un mondo governato dagli uomini, in cui le donne non hanno alcun diritto, due sorelle non potrebbero essere più diverse l’una dall’altra. Nomi è testarda e ribelle. Serina è gentile e romantica e ha sempre desiderato diventare una delle Grazie, una delle mogli del principe. Ma il giorno in cui le due ragazze si recano a palazzo, Nomi come ancella, Serina come candidata Grazia, accade qualcosa di inaspettato che cambierà per sempre le loro vite. Perché contro ogni previsione è proprio Nomi a essere scelta dal principe come sua donna, non Serina… E mentre per Nomi inizia così una vita a palazzo, tra sfarzo e pericolosi intrighi di corte, Serina, accusata di tradimento per aver mostrato di saper leggere, viene confinata nell’isola di Monte Rovina, una prigione di donne ribelli in cui per sopravvivere occorre combattere e uccidere. Per entrambe, la fuga è impossibile e un solo errore potrebbe significare la morte.
IN QUESTO CASO SI TRATTA DI UNA DUOLOGIA, e per saperne di più vi rimando sempre al sito Leggere Distopico, più precisamente a questo link.
Veniamo al dunque.
Come avrete intuito leggendo le trame, le due storie hanno dei punti in comune. Io che li ho letti entrambi, posso confermare questa cosa.
Parliamo di Re e Regine, di spose scelte contro il proprio volere edi fratelli reali che si ritrovano a lottare fra loro per ottenere il trono.
L’aria che si respira in queste due storie è molto simile, anche se poi (se li leggerete) vi renderete conto che ci sono anche molti punti che li allontanano.
Se dovessi riassumere in poche righe i pregi e i difetti dei due libri, direi che Regina Rossa, che ha anche elementi fantasy che invece nel secondo non sono presenti, è molto avvincente in ogni suo aspetto e molto più articolato, anche se… il quarto libro della serie a mio avviso ha un centinaio di pagine superflue. IronFlowers invece, avvincente a modo suo, affronta una tematica molto importante che sarà la chiave di tutto il romanzo, inciampandomi però sui personaggi maschili che, secondo il mio modesto parere, non sono granché.
Ora vi chiedo, quanto è importante l’originalità della trama in un romanzo?
Se un libro, ha parecchi punti in comune con un altro, ma uno sviluppo completamente diverso, lo apprezzate lo stesso e vi concentrate sulla storia, oppure disturbati dai richiami verso l’altro testo, non lo prendete nemmeno in considerazione?
Vi chiedo ciò, e ho scelto di parlare di questo, perché mi capita spesso di leggere recensioni e commenti (come nel caso di questi due titoli) in cui vengono fatti dei paragoni fra libri diversi chesotto certi aspetti sono simili.
Sembra quasi che al giorno d’oggi, in ogni libro sia sempre e per forza di cose presente la traccia di un’altra opera. E se parliamo di Distopia, in cui apocalisse, zombie, cospirazioni e futuri tecnologicamente all’avanguardia, rappresentano l’80% delle situazioni, converrete con me nel dire che l’originalità è tutto.
Quindi, un romanzo deve essere realizzato partendo da un’idea originale, o se la trama è avvincente le si può perdonare il fatto di essere caratterizzata da qualche “già visto”, “già letto”?
Per la serie, meglio un uovo oggi o una gallina domani…
Io personalmente preferisco il romanzo originale, ma se la trama è coinvolgente ed emozionante, posso chiudere un occhio 😉
Per oggi mi fermo qui e vi suggerisco comunque di leggere questi due romanzi.
Su www.leggeredistopico.com trovate le mie recensioni.
Un bacio dalla vostra Distopica Liliana Marchesi!