Reo Confesso




Recensione di Salvatore Argiolas


Autore: Valerio Varesi

Editore: Mondadori

Genere: Giallo

Pagine: 352

Anno di pubblicazione: 2021

Sinossi. Quando Soneri, camminando per il parco della Cittadella della sua Parma, si avvicina a un uomo riverso su una panchina, per capire se è solo un barbone addormentato o se è qualcuno che sta male, certo non immagina che sta per cominciare una delle vicende più assurde e intricate di tutta la sua carriera. L’uomo, infatti, tal Roberto Ferrari, confessa a Soneri di aver appena compiuto un omicidio. Ha ucciso un promotore finanziario che lo aveva rovinato sperperando in affari illeciti e cocaina i risparmi di una vita, che Ferrari gli aveva affidato. Apparentemente, l’indagine più rapida della storia del commissario Soneri, anche perché Ferrari fornisce tutte le prove che servono a dimostrare la sua colpevolezza: c’è la vittima, c’è il movente, c’è il reo confesso. Ma Soneri non è uomo di carte, o di tecnologie, o di impronte digitali. È un uomo di intuito, e il suo intuito gli dice che c’è qualcosa che non torna, che in questa apparente semplicità c’è qualcosa di sospetto. Non immagina quanto ha ragione.

Recensione. Il commissario Soneri è uno degli investigatori più longevi e più amati nell’affollata galleria dei detective del giallo italiano.

Il personaggio creato da Valerio Varesi esordisce in libreria nel 1998 nel libro “Ultime notizie di una fuga” e da allora, attraverso altri quindici romanzi, compreso il recentissimo “Reo confesso” ha ridisegnato i confini del giallo italiano introducendo la figura di un investigatore che non vuole soltanto capire chi è stato ma anche il motivo che ha causato il crimine.

Non assolvo, ma cerco di capire l’origine del male. Mi aiuta a decifrare meglio il mondo e spargere un po’ di unguento per sopportarlo.”

dice Soneri in “Reo confesso” e ciò ricorda il commissario Maigret che tende a scoprire la vera personalità degli indagati e invece di chiedersi “Chi è stato?” si domanda invece “Perché è stato?” dando estremo rilievo alla comprensione dell’ambiente in cui si è verificato l’omicidio.

Nel suo quarto libro “Il carrettiere della Provvidenza” viene descritta chiaramente la tecnica investigativa del commissario Maigret:

Ci si domandava quel era la sua idea, e in realtà non ne aveva. Non cercava neanche di scoprire un indizio propriamente detto, ma piuttosto di impregnarsi dell’atmosfera.”

Soneri ha il bisogno di entrare in sintonia con i vari personaggi che il caso lo porta ad incrociare e vuole capirne la psicologia, mettendo in secondo piano gli indizi materiali come gli succede anche in “Reo confesso” dove camminando per strada incrocia un uomo che gli confessa di avere compiuto un omicidio, uccidendo per vendetta un promotore finanziario Giacomo Malvisi detto James che ha portato sul lastrico tantissime persone.

Soneri lo interroga e visti i numerosi indizi a suo carico lo arresta ma qualcosa non lo convince, perché la personalità del reo confesso non corrisponde all’impronta psicologica del delitto e continua ad indagare anche quando i superiori gli impongono di seguire altri casi più urgenti e mediaticamente più attraenti come quello dei truffatori che stanno imperversando a Parma e in provincia.

In una Parma “sazia e disperatissima” i truffatori e il promotore finanziario hanno sfruttato in pieno le tante smagliature della legge.

Chi pensa che la legge abbia a che fare con la giustizia? La legge è ciò che abbiamo perché non possiamo avere la giustizia.” scrive William McIlvanney in uno dei suoi gialli migliori e anche Soneri sembra di questo avviso: “Mi è capitato qualche volta di capire chi uccide” ammise il commissario,. “E persino che aveva in buona parte ragione. La giustizia che si applica e spesso poca cosa di fronte all’irreparabile,”

Tra il commissario ed il reo confesso si instaura uno strano dialogo in cui questi tenta di giustificare il suo omicidio di fronte a Soneri che dubita e si arrovella tentando di penetrare nei silenzi e nelle mezze verità che lui e la sorella gli porgono.

Reo confesso” è un ottimo romanzo psicologico che affronta soprattutto il tema della giustizia ma mette anche in primo piano la deriva dell’economia sempre più staccata dalla produzione, (quanti capannoni vuoti nelle periferia) e sempre più dipendente dai movimenti finanziari non sempre leciti.

Il romanzo ci mostra anche la vita privata di Franco Soneri, sempre più consapevole degli anni che passano e in crisi con la storica compagna, l”avvocato Angela che difende il reo confesso e che si rifiuta di rivelargli le sue conversazioni.

Consapevole che “La vita è un lavoro a maglia che si intreccia con tutto” Soneri caparbiamente segue il suo istinto e riesce a trovare il bandolo dell’intricata matassa anche a costo di compromettere un rapporto consolidato.

Non è assolutamente esagerato definire Franco Soneri come il Maigret italiano perché entrambi vogliono comprendere e non giudicare in quanto ci sono solo vittime e non colpevoli e Valerio Varesi non può non essere definito il Simenon italiano per la sua grande bravura nel delineare trame mai banali e mai scontate che fanno non smettono di far riflettere anche dopo aver chiuso il libro.

 

 

Valerio Varesi


è uno dei più amati scrittori italiani, e il commissario Soneri, protagonista dei polizieschi che hanno venduto centinaia di migliaia di copie e che ha ispirato la celebre serie televisiva Nebbie e delitti, può ormai essere definito come un antesignano della moderna figura dell’investigatore letterario. Nato a Torino nel 1959, Varesi vive a Parma e lavora nella redazione de “la Repubblica” di Bologna. I suoi romanzi, tra i migliori esempi europei di “noir sociale”, sono tradotti in Inghilterra, Germania, Polonia, Spagna e Francia, dove è stato definito “il Simenon italiano”. Parallelamente, Varesi ha iniziato la propria ricognizione della recente Storia italiana con tre romanzi generosi e appassionanti: La sentenza, l rivoluzionario e Lo stato di ebbrezza, recentemente raccolti nel volume Trilogia di una Repubblica. I suoi ultimi romanzi sono Gli invisibili (Mondadori, 2019) e L’ora buca (Frassinelli, 2020).

 

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